lunedì 29 dicembre 2014

Próspero ano novo!

No ano passado...

Já repararam como é bom dizer "o ano passado"? É como quem já tivesse atravessado um rio, deixando tudo na outra margem...Tudo sim, tudo mesmo! Porque, embora nesse "tudo" se incluam algumas ilusões, a alma está leve, livre, numa extraodinária sensação de alívio, como só se poderiam sentir as almas desencarnadas. Mas no ano passado, como eu ia dizendo, ou mais precisamente, no último dia do ano passado deparei com um despacho da Associeted Press em que, depois de anunciado como se comemoraria nos diversos países da Europa a chegada do Ano Novo, informava-se o seguinte, que bem merece um parágrafo à parte:
«Na Itália, quando soarem os sinos à meia-noite, todo mundo atirará pelas janelas as panelas velhas e os vasos rachados».

Ótimo! O meu ímpeto, modesto mas sincero, foi atirar-me eu próprio pela janela, tendo apenas no bolso, à guisa de explicação para as autoridades, um recorte do referido despacho. Mas seria levar muito longe uma simples metáfora, aliás praticamente irrealizável, porque resido num andar térreo. E, por outro lado, metáforas a gente não faz para a Polícia, que só quer saber de coisas concretas. Metáforas são para aproveitar em versos...

Atirei-me, pois, metaforicamente, pela janela do tricentésimo-sexagésimo-quinto andar do ano passado.

Ótimo! O meu ímpeto, modesto mas sincero, foi atirar-me eu próprio pela janela, tendo apenas no bolso, à guisa de explicação para as autoridades, um recorte do referido despacho. Mas seria levar muito longe uma simples metáfora, aliás praticamente irrealizável, porque resido num andar térreo. E, por outro lado, metáforas a gente não faz para a Polícia, que só quer saber de coisas concretas. Metáforas são para aproveitar em versos...
Atirei-me, pois, metaforicamente, pela janela do tricentésimo-sexagésimo-quinto andar do ano passado.


Morri? Não. Ressuscitei. Que isto da passagem de um ano para outro é um corriqueiro fenômeno de morte e ressurreição - morte do ano velho e sua ressurreição como ano novo, morte da nossa vida velha para uma vida nova.


Mário Quintana

martedì 23 dicembre 2014

mercoledì 17 dicembre 2014

Azzorre: partì bambino dall’isola di Corvo e divenne l’editore che lanciò Pablo Neruda

La storia di Carlos George Nascimento, tuttora celebrato in Cile più che in patria



Sorprendenti Azzorre. Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta di interessanti figure di queste isole. Dopo aver apprezzato col precedente post Zeca Medeiros, proprio grazie al musicista-regista di São Miguel, facciamo conoscenza con un personaggio davvero speciale nativo di Corvo, la più piccola e remota isola dell’Arcipelago ovvero la più distante dal Portogallo. Medeiros sta ultimando infatti un documentario su Carlos George Nascimento e la cosa ci incuriosisce. Come mai la sua vita vale la pena di essere raccontata? Vediamo perché: siamo nel 1905 quando Carlos George, a soli dieci anni d’età, decide di seguire l’esempio di molti suoi conterranei, partiti in cerca di fortuna, e affronta la traversata dell'Atlantico. Due suoi fratelli sono già emigrati negli Stati Uniti e quella sembrerebbe la meta più sicura. Invece decide di spingersi fino in Cile, sulle orme di uno zio.

Prima di proseguire il racconto fermiamoci un attimo su questa scelta tanto avventurosa e cerchiamo di inquadrarla. Ecco come la interpreta lo scrittore azzorriano Vamberto Freitas: «Carlos George é o símbolo do espírito açoriano determinado, aventureiro e não oportunista», afferma in un’intervista all’agenzia portoghese LUSA, aggiungendo che l’attrazione per il Cile gli veniva dalle descrizioni del padre Carlos Lourenço che conosceva il Sud di quel Paese in  quanto viaggiava a bordo di navi baleniere come arpioniere. L’arrivo in Cile non è diverso da quello di altri emigranti, almeno da quelli più fortunati: si stabilisce inizialmente a Concepción dove si impiega in una ditta che vende frutta, poi in un Banco dei pegni. Passano oltre dieci anni prima che arrivi la svolta decisiva della sua vita: nel 1917, alla morte dello zio Juan proprietario della "Livraria Nascimento" di Santiago, figura tra gli eredi.

L’idea della libreria lo entusiasma al punto da volerla tutta per sé. Acquista le quote degli altri eredi e, pur senza nessuna esperienza del settore, si trasferisce nella capitale dove rinnova e rilancia la Livraria Nascimento. Ma non basta. Carlos George si appassiona talmente ai libri e alla letteratura da gettarsi in una nuova impresa. Fonda anche una casa editrice, la Editorial Nascimento, da affiancare all’avviatissima libreria, divenuta punto d’incontro di intellettuali e di aspiranti scrittori. Tra i più assidui frequentatori, uno sconosciuto poeta che non aveva ancora pubblicato nulla, ma le cui poesie piacevano molto al corvino: si trattava nientemeno che di Pablo Neruda. Avrebbe mai potuto immaginare Carlos Nascimento, quando partì da Corvo, di diventare l’editore di un futuro premio Nobel?

Livraria Nascimento
Eppure proprio dall’Editora Nascimento uscirono titoli come Crepusculario, che segna l’esordio di Neruda, il celebre Veinte poemas de amor y una canción desesperada e molti altri ancora. Aveva certamente naso l’azzorriano, se collezionò tra i suoi autori il fior fiore della letteratura cilena del ventesimo secolo. Basti pensare a Gabriela Mistral, Andrés Sabélia, Francisco Encina, Pedro António González e Nicanor Parra per citarne solo una parte. Un grande aiuto nelle scelte gli veniva dalla moglie Rosa Elena Marquez, con cui abitualmente scambiava le impressioni, condividendo appieno la passione per la lettura e per la cultura. Purtroppo Rosa Elena nel 1944 morì. Quattro anni dopo, nel 1948, Carlos George fece ritorno a Corvo e quella fu l’unica volta in cui rivide la sua terra potendo riabbracciare due sorelle che vivevano ancora nella vecchia casa di famiglia. Dicono le cronache che, essendo passati quasi 40 anni da quando l’aveva lasciata, temesse di non riconoscere più l’isola, ma al contrario si stupì perché ben poco nel frattempo era cambiato.

Si trattò solo di una vacanza: ormai la sua vita professionale e famigliare era a Santiago del Cile dove l’attività editoriale ferveva, mietendo successi, e nella quale era affiancato dal figlio Carlos. Dicono i suoi biografi - il principale dei quali è l’accademico cileno Vásquez de Acuña Marquês Garcia del Postigo con un’opera giudicata di valenza storica O Corvino Carlos G. Nascimento, co-arquitecto das Letras Chilenas - che l’immigrato portoghese non fosse tanto interessato al denaro, quanto alla divulgazione della cultura. Infatti, oltre a pubblicare libri la cui veste editoriale era curata al punto da impreziosirli, faceva parecchie tirature a prezzi popolari per renderli accessibili a tutte le tasche. Non a caso in Cile è a tutt’oggi conosciuto come un pioniere nella diffusione della letteratura.

A proposito della sua generosità, un curioso aneddoto: la prima casa di Pablo Neruda venne acquistata proprio grazie al denaro prestatogli dall’editore con il quale i rapporti, del resto, andavano oltre quelli professionali e furono duraturi. La famiglia Nascimento era spesso ospite di Neruda a “Isla Negra”, una delle tre case del poeta, destinata a diventare un giorno anche Museo. L’amicizia tra le famiglie era suggellata dalla militanza nel Partito Comunista Cileno che accomunava le figlie di Nascimento al premio Nobel del 1971. Unica nota stonata in questa bella amicizia, il fatto che il poeta cileno nella sua autobiografia abbia riservato soltanto una citazione al suo editore. Lo scrittore azzorriano Vamberto Freitas la giudica «uma grande ingratidão» e lamenta pure che il Portogallo «deveria conhecer melhor» Carlos Nascimento.

Non c’è dubbio che gli onori tributatigli dal suo Paese d’adozione superino ampiamente quelli ricevuti in patria dove comunque si è cercato di porvi rimedio, tardivamente. Il 24 maggio 2010, no dia da Autonomia, nel corso di una cerimonia solenne nell’isola di Corvo, Carlos George è stato insignito a titolo postumo della medaglia al merito della Regione autonoma delle Azzorre. Intanto il Cile continua a omaggiarne la figura, rendendogli merito per quella sessantina di laboriosi anni svolti a Santiago dove l’editore morì nel 1966, stroncato da un cancro. Per la cronaca, ricordiamo che la libreria e la casa editrice gli sopravvissero solo vent’anni, per chiudere definitivamente l’attività nel 1986. Quanto la sua memoria sia rimasta viva lo testimoniano sia l’uscita di nuova biografia completa Nascimento, el editor de los chilenos (2014) di Felipe Reyes, sia la mostra Nascimento, de mar a mar, una odisea editorial inaugurata il 10 dicembre u.s. e in corso fino a marzo 2015 presso la Biblioteca Biblioteca Nacional de Chile a Santiago.

Organizzata in collaborazione con il lettorato dell’istituto Camões nonché col Municipio di Corvo e l’Istituto Azzorriano di Cultura, l’esposizione offre lo spunto per omaggiare il Portogallo e le Azzorre tramite percorsi fotografici, cinematografici e varie testimonianze storiche dei luoghi natali dell’editore. Proprio perché sono le sue origini azzorriane il punto di partenza del nostro interesse nei confronti di Carlos George Nascimento, chiudiamo questa seconda tappa nell'Arcipelago con le parole del suo biografo Acuña Marquês Garcia del Postigo il quale ne evidenzia la “portoghesità” in questi efficacissimi termini: «a mais genuína porque mais marítima… e muito ferida pelas despedidas dos emigrantes e das lágrimas caídas…».

martedì 9 dicembre 2014

Azzorre: è un fado insulano e atlantico quello di Zeca Medeiros, nativo di São Miguel

Poliedrico musicista e regista, da 40 anni dà lustro al mondo artistico lusofono



Azzorre queste sconosciute, verrebbe da dire, perché di queste nove isole sperdute in mezzo all'Atlantico non si parla quasi mai. Non fanno notizia, per dirla in termini giornalistici, ma forse in questo sta anche tutta la loro peculiarità intrisa di mistero. Affascinante la storia della loro scoperta e l'etimologia stessa del nome, dovuto all'abbaglio dei naviganti portoghesi che le chiamarono Açores convinti che i grandi uccelli avvistati a sorvolarle fossero i rapaci astori. Di grande impatto la loro natura selvaggia, legata all'intensa attività vulcanica che le ha disseminate di caldere e grotte, senza tuttavia privarle di boschi che ricordano le foreste equatoriali. Qui il turismo non è mai diventato di massa, conquistando piuttosto un'elite di veri amanti della natura.

Questa premessa, solo per richiamare  un po' d'attenzione sulle Azzorre e cominciare a parlarne, ma partendo da dove? Da chi ci è nato e ha contribuito a farle conoscere di riflesso, o da chi pur non essendoci nato, se ne è innamorato e ha deciso di omaggiarle attraverso la sua opera. In altre parole, partendo da chi ha dato lustro al mondo lusofono mettendoci quel tocco in più, insulano e atlantico, tipico dell'Arcipelago. Andremo a conoscere qualche personaggio con tali caratteristiche attraverso post che via via pubblicheremo.

Il primo nome a venirci in mente è José Medeiros, meglio conosciuto come Zeca, poliedrico artista nativo di São Miguel che nella veste di cantautore è diventato il portabandiera del fado insulano. Pochi giorni fa Zeca ha presentato il suo ultimo lavoro dal titolo evocativo "Aprendiz de Feiticeiro, Imagens e Canções", un album con venti nuovi brani. Nel corso della serata-concerto tenuta alla Livraria Ler Devagar di Lisbona il 29 novembre u.s., presenti numerosi musicisti portoghesi, è stato presentato anche un documentario realizzato da Tiago Rosas in cui si rivisita la quarantennale carriera musicale di Medeiros. Ma chi è Zeca? Nato nel 1951 nella maggiore delle isole dell'arcipelago, inizia a 20 anni la sua attività musicale a bordo delle navi, imbarcandosi sul "Funchal". Siamo in pieni anni '70 e come la stragrande maggioranza dei suoi coetanei portoghesi deve svolgere il servizio militare in Angola.

Questa drammatica esperienza segnerà la sua vita riflettendosi in gran parte della sua opera musicale e cinematografica. Sì, perché Zeca è anche un apprezzato regista: rientrato dal servizio militare inizia a lavorare per la tv pubblica portoghese, con base a Lisbona, per rientrare poi nell'isola grazie alla nascita della tv locale. Come autore di serie televisive di grande successo diventa popolarissimo, tanto quanto lo resta musicalmente. Nel 2005 con l'album "Torna-Viagem" viene insignito del Premio José Afonso, dedicato al mitico autore di Grândola, Vila Morena" simbolo della rivoluzione dei garofani,  riservato ai migliori album di musica portoghese. Per avere un'idea dell'importanza di tale riconoscimento ricordiamo che nel 2000 ne era stata insignita Dulce Pontes.

Come definire la sua opera musicale, la sua voce, la sua interpretazione? Peschiamo qualche giudizio dai siti specializzati portoghesi e lo trascriviamo senza aggiungere altro, certi che si commentino da soli. Tutti concordano nel definire la sua una "voz gutural" per la quale è stato paragonato a Tom Waits e il suo stile "ecléctico y abarcante". Gli viene attribuita la capacità di trattare temi anche difficili con  "delicadeza e profundidade"  e gli si riconosce "uma semântica muito própria". Al di là delle espressioni usate per definirlo, è chiaro che la critica musicale portoghese iscrive di diritto Medeiros tra i riferimenti della musica lusofona. Per questo pensiamo valga la pena ascoltarlo, o riascoltarlo se già lo si conosce, in un brano di sicuro impatto: "Fado insulano", nella versione realizzata assieme al rocker portoghese (continentale, essendo nato a Porto) Rui Veloso. Ci auguriamo che la scelta sia gradita.




domenica 23 novembre 2014

Lisbona: seconda tappa del tour alla scoperta del suo volto scientifico

Invito al Pavilhão do Conhecimento e all’Oceanário nel Parque das Nações


Proseguiamo il nostro giro nella Lisbona meno nota, alla scoperta dei luoghi capaci di attrarre i visitatori curiosi di scienza. Avevamo visitato, nel precedente post del 17 novembre u.s., il Museu Nacional de História Natural e da Ciência e l’attiguo Jardim Botânico, situati proprio nel centro della città. Oggi andiamo nella zona Nord Est, al Parque das Nações, un’area gigantesca sorta in occasione dell’Expo del 1998 sulla riva del Tago, dove ci si sposta a bordo della Teleferica da cui si gode un’incantevole vista fino alle foci del fiume. Questa zona ospita due luoghi scientifici importanti: il Pavilhão do Conhecimento e l’Oceanário, frutto del grande fermento vissuto dalla comunicazione scientifica portoghese da quando è stata fondata l’Agenzia nazionale Ciência Viva, 18 anni fa. 



lunedì 17 novembre 2014

Lisbona: scopriamo il suo volto scientifico e visitiamo alcune sue attrazioni

Invito al Museu Nacional de História Natural e da Ciência e al Jardim  Botânico

Di ragioni per visitare Lisbona ce ne sono tante e talmente note ai lettori del diario portoghese che eviteremo di rifare l’elenco dei luoghi più stimolanti agli occhi di un visitatore. Tentiamo piuttosto di offrire nuovi spunti tracciando percorsi meno usuali, ma non per questo meno interessanti. Vediamo, ad esempio, cosa può offrire Lisbona a un viaggiatore curioso di scienza. L’idea ci è stata sollecitata da una puntata di Radio3 Scienza trasmessa il 27 ottobre u.s. che ha attirato la nostra attenzione grazie al titolo accattivante: “Dal Pavilhão do Conhecimento al Museo di storia naturale, dall’oceanario al giardino botanico, a Lisbona fioccano i luoghi della scienza”. Come non seguirla col massimo interesse? Alcune informazioni emerse hanno messo in evidenza aspetti del Portogallo poco noti che danno lustro al Paese amato dal nostro Blog e abbiamo deciso pertanto di condividerle con chi ci segue.
Siamo venuti a scoprire, ad esempio, che un Paese in fondo piccolo è un caso pressoché unico in Europa per investimenti realizzati nella comunicazione della scienza. «L’investimento nella comunicazione scientifica in Portogallo è iniziato circa 18 anni fa quando è stata fondata l'agenzia nazionale “Ciência Viva”» – ha ricordato ai microfoni di Radio3 Scienza Leonel Alegre, responsabile dell'area espositiva lisbonese. «Fino ad allora non c’era interesse – ha aggiunto – non c’erano "Science Center" tranne a Coimbra, città universitaria, mentre oggi se ne contano una ventina. Il merito – ha precisato Alegre – va all’allora Ministro da Ciência e da Tecnologia, José Mariano Rebelo Pires Gago (fisico delle particelle oltre che politico), il quale ha deciso di mettere molto impegno nella comunicazione della scienza e ha creato quest’agenzia, convinto che in una società moderna sia uno strumento fondamentale». Non è un caso, quindi, che il Governo portoghese preveda a tutt’oggi un Ministero dell’educazione scientifica (Ministério da Educação e Ciência).
Per visitare virtualmente il volto scientifico di Lisbona seguiamo l’iter suggerito dalla trasmissione: con questo primo post partiamo dal classico Museu Nacional de História Natural e da Ciência che si trova nel centro della città, affiancato dal Jardim  Botânico. Con un secondo post ci sposteremo in una struttura più recente situata nella zona nord-est di Lisbona dove si trova il Pavilhão do Conhecimento che ospita l'Oceanário.
Il Museo è innanzitutto «un luogo pieno di storia», ha ricordato la vicedirettrice Marta Lourenço. Già prima di venire adibito a Museo, nel 1858, aveva alle spalle una storia complessa e affascinante: un tempo era una chiesa gesuita con sei cappelle per lato andate distrutte dal terremoto del 1775, per cui è stato ricostruito su quelle rovine. Prima ancora, nel 17/mo secolo, aveva ospitato il collegio gesuita, poi un altro collegio nel 18/mo secolo e più tardi, nel 19/mo secolo, la sede di Escola Politécnica che dà il nome anche alla strada. Successivamente, nei primi anni del 20/mo secolo, è diventato la sede della Faculdade de Ciências dell'Università di Lisbona. «Nonostante tutti questi cambiamenti, per 400 anni – ha fatto notare Marta Lourenço – è rimasto sempre un luogo adibito ad insegnamenti e formazione scientifica».
Lo spazio che occupa il Museo è molto vasto, con tante sale in grado di ospitare sia le diverse collezioni delle più diverse discipline (dalla paleontologia alla zoologia, dall’astronomia alla mineralogia, ecc.) sia le mostre e include pure un ampio settore interattivo dove fisica e matematica diventano un gioco da sperimentare. A un certo punto del percorso il visitatore s’imbatte in una sala davvero speciale da cui non può non restare colpito: l’Anfiteatro. Datato 1857, è il luogo in cui si assisteva alle lezioni di chimica, oggi lì a testimoniare anche un modo molto diverso di insegnare. «La zona riservata agli studenti – ha detto Marta Lourenço – era scomoda e coi sedili duri, mentre quella riservata ai professori era sontuosa come un palco teatrale. Ovviamente a quei tempi – ha lamentato – non vi era alcuna donna né tra gli studenti  né tra i docenti».
Altro fiore all’occhiello del Museo, il laboratorio di Chimica della Escola Politécnica, giudicato «o último grande laboratório do século XIX da Europa». Qui va inserita un’altra pagina di storia verificatasi in tempi ben più recenti, l’incendio catastrofico del 1978. Eccolo nel racconto della vicedirettrice del Museo: «Dopo la rivoluzione dei garofani del 1974 e l’avvento della democrazia, in Portogallo erano attivi movimenti contro-rivoluzionari e ci furono molte agitazioni politiche. La Facoltà di Scienze era nota come facoltà rossa, comunista e per questo poté essere oggetto di un attentato. Probabilmente uno dei movimenti controrivoluzionari lasciò qui una bomba che esplose. Successe in marzo nel mezzo della notte. I pompieri difesero il laboratorio di chimica al millimetro perché era pieno di sostanze pericolose ed evitarono che bruciasse, ma trascurarono il resto dell’edificio che andò completamente distrutto».
Tra le perdite di incommensurabile valore dovute all’incendio figura la collezione nazionale portoghese di storia naturale, una delle più importanti d'Europa per fauna africana, grazie soprattutto alle ex colonie  Angola e Mozambico.   
Non si può parlare del Museo tralasciando l’attiguo Giardino Botanico, che è anche monumento nazionale. Dei 150mila visitatori l’anno che il Museo conta ben 80mila si devono proprio al Jardim  Botânico che in un’area di 4 ettari ospita 1493 specie. Perennemente trascurato sia a causa della sua topografia tutta in pendenza, sia per la cronica insufficienza di risorse, sta per risorgere per volontà degli abitanti di Lisbona. Vale la pena sentire com’è potuto accadere: «Il Comune – ha riferito Martha Lourenço – mette da parte una quota del budget annuale pari a 2 o 3 mln di euro all’incirca, chiedendo ai cittadini come vorrebbero spenderli. Noi l’anno scorso ci siamo candidati col Jardim  Botânico e abbiamo vinto mezzo mln di euro con cui portare avanti un progetto per riparare i sentieri, costruire nuovi centri visita, migliorare i pannelli con le indicazioni, rendendo il giardino più comodo per i visitatori». I lavori sono iniziati nel settembre scorso e l’augurio è che i futuri visitatori possano beneficiare dei miglioramenti realizzati già dai prossimi mesi.

lunedì 10 novembre 2014

Book City: Maratona poetica multilingue (sabato 15 novembre, ore 17.00 - Milano)

Nell'ambito delle iniziative di Book City, sabato 15 novembre, alle ore 17.00, si terrà a Milano un reading-spettacolo dedicato alla poesia internazionale (presso l'Università degli Studi, Piazza Sant'Alessandro, Aula A2). Le poesie degli autori selezionati verranno lette in lingua originale con traduzione in italiano e accompagnate dalle musiche di artisti internazionali. 

Letture poetiche di: Borges, Else Lasker-Schüler, Bandeira, Pessoa, Brodskij, Miłosz, Eluard, Tranströmer, Garcia Lorca, Szymborska, Salinas, A. R. Ammons, Pasternak, C. Drummond de Andrade, Neruda, Jane Hirshfield, Sophia de Mello Breyner Andresen, Verlaine, Cernuda, Søren Ulrik Thomsen, Ingeborg Bachmann e tanti altri.

La serata è coordinata dal Prof. Vincenzo Russo (Università degli Studi di Milano).

Per maggiori informazioni, si veda la pagina di Book City dedicata all'evento.



giovedì 6 novembre 2014

A Milano torna l'appuntamento con Agenda Brasil (7-14 novembre)


Per il terzo anno consecutivo, Agenda Brasil torna ad animare la città di Milano con un programma ricchissimo di eventi culturali, che si terranno in diversi spazi della città.Ve ne anticipiamo alcuni:
 

MIC – Museo Interattivo del Cinema Dal 7 al 9 novembre e Mediateca Santa Teresa dal 7 al 14 novembre
Mostra digitale @Rio365
il primo documentario fotografico collaborativo su una città prodotto via Instagram, con 365 immagini di Rio de Janeiro scattate da fotografi amatori e professionisti. In collaborazione con Nucleo da Ideia.

 
Libreria “Il Libro” – Via F. Ozanam, 11
Sabato 8 novembre h 16.00 - Incontro con l’autrice italo-brasiliana Claudia Souza, nel quale verranno presentati i suoi libri pubblicati in diverse lingue (portoghese, italiano, inglese, coreano, cinese, spagnolo). I partecipanti troveranno esposti i libri dell’autrice e potranno fare domande, guardare le bozze delle illustrazioni e soddisfare le proprie curiosità sul processo di creazione dei libri. Per bambini dai 4 anni in su. Ingresso libero.
Mercoledì 12 novembre h 17.00  L’ultimo minuto Presentazione del romanzo di Marcelo Backes, a cura di Roberto Francavilla (docente di Letteratura Portoghese e Brasiliana, Università di Genova), Vincenzo Russo (docente di Letteratura Portoghese e Brasiliana, Università degli Studi di Milano), Virgina Caporali, traduttrice.  Ingresso libero.

 
La Salumeria della Musica – Via Pasinetti, 4
Mercoledì 12 novembre
Chico Buarque, samba e amor - tributo al grande cantautore carioca in occasione dei suoi settant’anni. Ana Flora, voce. Angelo Areia, chitarra. Uccio Gaeta, batteria. Ney Portilho, basso. Conduce Monica Paes. Letture a cura di Luci Macedo. Apertura h 20, inizio concerto h 21.30. Ingresso € 10
 
 
Mediateca Santa Teresa – Via della Moscova, 28
Dal 10 al 14 novembre Spazio Brasil  – musica, film, trasmissioni musicali e sportive brasiliane dalle Teche RAI.
Lunedì, Mercoledì, Venerdì h 9.30 – 13.30; Martedì e Giovedì h 9.30 – 18.10. Ingresso libero
Giovedì 13 novembre h 16.00 Chico em prosa e verso - tributo al grande cantautore e scrittore Chico Buarque de Hollanda nei suoi settant’anni di vita. Interverranno: V. Russo (docente di Letteratura Portoghese e Brasiliana, Università degli Studi di Milano) R. Francavilla (docente di Letteratura Portoghese e Brasiliana, Università di Genova). Letture a cura di Luci Macedo. Ingresso libero.
 
Caffè Carbonari – Piazza Carbonari
Venerdì 14 novembre h 19.00
Motoradio – Gafieira Universal, aperitivo musicale.
I classici del Samba-rock (genere musicale considerato una fusione tra il Samba e i ritmi nordamericani come il Bebop, il Jazz e il Soul) suonati dal vivo dai Motoradio. Segue DJset dell’Orchestra Invisibile (vintage Brazilian & North American sounds). Prima consumazione e buffet €8.
 
Ricordiamo che durante la manifestazione verrà inoltre trasmessa una selezione dei migliori film in lingua originale con sottotitoli in italiano. Il programma completo è visualizzabile su Vagaluna
 
Agenda Brasil propone al pubblico milanese un filo diretto con il più grande Paese sudamericano attraverso il cinema, la fotografia, la musica e la letteratura. La manifestazione è ideata e realizzata dall’Associazione Culturale Vagaluna in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana, il Comune di Milano e la Mediateca Santa Teresa e il patrocinio del Consolato-Generale del Brasile a Milano, con il sostegno di TAP Airlines.
 
Non mancate!!!
 


 

lunedì 3 novembre 2014

Sebastião Salgado raccontato da Wim Wenders nel film “Il sale della terra”



Il documentario realizzato a due mani col figlio Juliano Ribeiro Salgado


Sopra la scrivania di Wim Wenders, regista che non ha bisogno di presentazioni e caro al diario portoghese per aver immortalato magistralmente Lisbona e i Madredeus, da anni stavano appese delle foto di un certo Sebastião Salgado. Lo affascinava soprattutto quella che ritraeva una donna tuareg cieca. Wenders era rimasto folgorato dal dialogo che quel fotografo - a lui sconosciuto - era riuscito a instaurare con la donna la cui espressione, a dispetto della cecità, rivelava tutta la consapevolezza di sentirsi osservata. Tanto bastava per far capire al regista tedesco che l’autore di quella foto non si era limitato al solo scatto, ma aveva dedicato alla donna tutto il tempo necessario ad instaurare con lei un dialogo. 

Solo anni dopo Wenders avrebbe conosciuto Salgado di persona e ne sarebbe nata una reciproca intesa, tanto da venir invitato dal fotografo brasiliano a seguirlo in uno dei suoi viaggi alla ricerca dei luoghi incontaminati del pianeta con cui stava creando la sua “Genesi”. Con loro viaggiava anche il figlio Juliano Ribeiro, deciso sia a recuperare il complicato rapporto con un padre forzatamente assente per via del suo lavoro, sia a realizzare un documentario sulla sua opera. Da cosa nasce cosa e alla fine di quella lunga avventura a tre verrà alla luce il film di cui tanto si è sentito parlare in questi giorni. “Il sale della terra” questo il titolo del documentario, è approdato di recente al Festival del Cinema di Roma, reduce da Cannes  dove ha ricevuto il premio speciale “Un certain Regard” ed è uscito nelle sale italiane il 23 ottobre u.s.

giovedì 30 ottobre 2014

La mostra fotografica "Lo sguardo perturbante", scatti di Ricardo Rangel, a Roma per "Ottobre africano"



Venerdì 31 ottobre 2014
alle ore 18.00
 
il festival Ottobre africanoè lieto di invitarvi

all’inaugurazione della mostra fotografica 
 “Lo sguardo perturbante”
scatti di Ricardo Rangel

Interviene il Prof. Alfredo Sorrini

presso il Centro Culturale Elsa Morante di Roma
(Piazzale Elsa Morante, a pochi passi dalla Metro B, fermata Laurentina)


Ricardo Rangel è stato il più importante fotoreporter e fotografo del Mozambico. E’ morto nel 2009, all’età di 85 anni.
C’è una società che Rangel osserva e rappresenta: esattamente la stessa che sfugge alla vista dei suoi contemporanei. La capacità di fotografare gli ultimi, gli sfruttati, i reietti non è una sua invenzione: quella di trasformarli immediatamente - attraverso la fotografia - in muto veicolo di lotta e denuncia però è certamente una sua peculiarità. Rangel rivisita, risemantizzandoli, spazi, soggetti e situazioni che all’apparenza sembrano familiari, svelando la sostanziale differenza tra “guardare” e “vedere”! Il dispositivo rangeliano diventa allora uno strumento universale di opposizione e denuncia dei manipolatori di verità, di ogni dove e di ogni quando. È questo l’aspetto più significativo della sua opera, quello che più di ogni altro gli conferisce un carattere sopranazionale.

Per maggiori informazioni:
il sito web di “Ottobre africano”
la pagina Facebook del festival
 

In collaborazione con Ambasciata del Mozambico a Roma, associazione culturale Yoda (BO), Centro de Documentacão Fotografica de Maputo.

domenica 26 ottobre 2014

Gioco di specchi: II convegno AISPEB a Pisa (29-31 ottobre 2014)



II Convegno AISPEB
Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
29, 30, 31 ottobre 2014

Giochi di specchi
Modelli, tradizioni, contaminazioni e dinamiche interculturali nei/tra i paesi di lingua portoghese.

La cultura di espressione portoghese può essere intesa, per molti aspetti, come il frutto di un crocevia di influenze, in cui il dialogo e la contaminazione con altri sistemi ha permesso la rifunzionalizzazione, la reinterpretazione e, spesso, il ribaltamento dei modelli. Anche all’interno del mondo di lingua portoghese le reciproche influenze hanno generato fenomeni interessanti a livello letterario e linguistico.

Il Convegno si pone come obiettivo quello di offrire studi di caso sulla circolazione di uomini, idee, libri, metodologie, modelli, ecc., sia all’interno dei paesi di lingua portoghese disseminati sui cinque continenti, sia tra i paesi di lingua portoghese e il resto del mondo: vuole, insomma, tratteggiare a grandi linee alcune mappe di peregrinazioni letterarie e linguistiche e i frutti di tali peregrinazioni nel tempo e nello spazio.
 
Una sessione verrà dedicata alla presentazione di ricerche in corso, pensata principalmente per studenti magistrali, dottorandi e assegnisti.

1. Influenze allogene nella(e) letteratura(e)/cultura(e) d’espressione portoghese
2. Reciproche influenze nelle letterature/culture d’espressione portoghese
3. Dinamiche e politiche linguistiche a confronto: la realtà policentrica del portoghese
– Modelli e antimodelli letterari, linguistici, culturali, politici
– Linguistica storica, sincronica
– Studi interculturali
– Traduzione





*********
II Colóquio AISPEB
Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
29, 30 e 31 de Outubro de 2014

Jogos de espelhos
Modelos, tradições, contaminações e dinâmicas interculturais nos/entre os Países de Língua Portuguesa.

A cultura de expressão portuguesa pode ser entendida, sob muitos aspectos, como o fruto de um cruzamento de influências, em que o diálogo e a contaminação com outros sistemas permitiu a refuncionalização, a reinterpretação e, amiúde, a subversão dos modelos. Também dentro do mundo de língua portuguesa as recíprocas influências têm gerado interessantes fenómenos, ao nível literário e linguístico.

O Colóquio tem por objectivo proporcionar estudos sobre a circulação de homens, ideias, livros, métodos, modelos, etc., dentro das fronteiras dos países de língua portuguesa espalhados pelos cinco continentes, bem como entre esses países e o resto do mundo: visa, pois, delinear, em grandes linhas, alguns mapas de peregrinações literárias e linguísticas e os frutos dessas peregrinações, no espaço e no tempo. Uma secção será dedicada às investigações em curso, principalmente pensada para os estudantes de Mestrado, Doutoramento ou Pós-Doutoramento.

1. Influências alógenas na(s) literatura(s)/língua(s)/cultura(s) de língua portuguesa
2. Recíprocas influências na(s) literatura(s)/cultura(s) de língua portuguesa
3. Dinâmicas e políticas linguísticas em comparação: a realidade policêntrica do português
– Modelos, anti-modelos literários, linguísticos, culturais, políticos
– Linguística histórica, sincrónica
– Estudos interculturais
– Tradução