A Confissão da Leoa (Editorial Caminho) è l’ultimo libro dello scrittore mozambicano Mia Couto, presentato alla scorsa Feira do Livro di Lisbona. Lo scrittore ha raccontato a Antena1 la genesi del suo romanzo: si trovava a lavorare nel villaggio mozambicano di Palma, nella provincia di Cabo Delgado (nel nord del Mozambico), quando fu testimone di attacchi di leoni che uccisero decine di persone. È una situazione ricorrente sulle sponde del fiume Rovuma, perché i contadini uccidono per necessità i piccoli animali di cui si nutrono i leoni, rompendo la catena alimentare.
In un’intervista al giornalista Ricardo Alexandro, Mia Couto ha affermato che è la prima volta che un fatto di attualità diventa il pretesto per un suo romanzo. A confissão da leoa non pretende tuttavia raccontare la storia di leoni e cacciatori, quanto piuttosto descrivere, attraverso la finzione narrativa, le condizioni estreme in cui vivono gli uomini e le donne nella remota provincia mozambicana. Come afferma uno dei personaggi: “'Aqui não há polícia, não há governo, e mesmo Deus só há às vezes”.
La confessione della leonessa
(come il titolo recita), è la confessione della condizione femminile in
Mozambico, raccontata attraverso lo sguardo e la voce della donna; “una
situazione inaccettabile, che ancora oggi preoccupa” afferma lo scrittore, “e
che riguarda tutte le donne del mio paese e che incontro ovunque, nei villaggi
rurali come nelle città. Lo stato in cui vive la donna in Mozambico è legato
senza dubbio alle tradizioni, agli usi e costumi che regolano la vita delle
persone e che si ricreano e rinnovano continuamente”.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento