Geraldo Pedroso de
Araújo Dias (João Pessoa, 12 settembre 1935), meglio conosciuto con il nome d’arte
Geraldo Vandré è ancora oggi uno dei maggiori compositorie cantanti brasiliani. Il suo soprannome è
un’abbreviazione del cognome del padre, José Vandregísilo. Molti i suoi
successi discografici – fra le altre, Quem
Quiser Encontrar o Amor, Fica Mal com
Deus, Menino das Laranjas e Aruanda – ma una canzone in particolare merita la nostra
attenzione per il suo valore artistico e storico: Pra não Dizer que não Falei de Flores. La canzone, composta nel
1968 in occasione del III Festival
Internacional da Canção, divenne presto l’inno della resistenza del
movimento civile e studentesco che si opponeva alla dittatura militare
(1964-1985). Il ritornello, "Vem, vamos embora / Que esperar não é saber /
Quem sabe faz a hora, / Não espera acontecer" venne interpretato come una
chiamata alla lotta armata contro i dittatori. La canzone arrivò seconda al
Festival, perdendo contro Sabiá, di
Chico Buarque e Tom Jobim.
Nello stesso anno la
canzone venne censurata e Geraldo Vandré costretto all’esilio. Dopo alcuni
giorni trascorsi nell’abitazione della vedova di Guimarães Rosa, deceduto l’anno
precedente, il compositore si trasferì in Cile e in Francia. Fece ritorno in
Brasile nel 1973, dove ancora oggi vive e compone.
Si è conclusa oggi la
20° edizione del Festival de Curtas de
Vila do Conde (Festival di Cortometraggi), nella provincia di Porto, con la
vittoria di Os vivos também choram di
Basil da Cunha come «Miglior Film». La giuria di quest’anno, incaricata di
eleggere i vincitori delle tante sezioni in gara, era composto dalle registe
portoghesi Margarida Cardoso e Graça Castanheira, dal cineasta romeno Adrian
Sitaru, dal direttore di fotografia americano Ed Lachman e dal critico galego
Martin Pawley.
Dopo À Côté del 2010, Basil da Cunha vince
per la seconda volta il concorso nazionale con Os vivos também choram, storia di un cinquantenne con problemi di
alcool (José Pedro Gomes) che lavora nel porto di Lisbona e che sogna di andare
in Svezia, lasciando così il quartiere degradato in cui vive con la moglie. Disposto
a tutto, anche a viaggiare in un contenitore o a travestirsi da capitano,
questo film segue le sue peripezie, soprattutto dopo che la moglie trova una
cassa con i risparmi del marito e compra una lavatrice super moderna.
Varie le sezioni del
Festival di quest’anno, così come vari sono stati i vincitori. Tra gli altri, Leonor
Noivo è stata insignita di un riconoscimento speciale per il film A cidade e o sol, mentre il vincitore
del Grande Prémio Cidade Vila do Conde
è stato consegnato al cineasta spagnolo Sergio Oksman per il documentario A Story for the Modlins.
Basil da Cunha è nato
il 19 luglio 1985. Ha realizzato tre cortometraggi auto-finanziati e nel 2008 è
diventato membro dell’associazione Thera
Production. Si è formato in cinema nella Scuola di Arte e Design di Ginevra,
grazie alla quale ha realizzato A Côté
(vincitore del Premio Cinema Svizzero nel 2010 e Miglior Film Nazionale a Vila
do Conde nel 2010).
Assistere a uno
spettacolo teatrale, a un buon spettacolo teatrale, vale ancora la pena.
Soprattutto se il palcoscenico è Avignone, città dallo straordinario patrimonio
artistico-culturale e sede del famoso Festival
d’Avignon, il più importante appuntamento artistico della Francia, con più
di 40 proposte di teatro e danza.
L’attore e regista
Simon McBurney è l’artista associato del 66° Festival, fondatore della
compagnia londinese Complicite. La
scelta di Simon McBurney di adattare, per il Palazzo dei Papi, Il Maestro e Margherita di Mikhail
Bulgakov mostra il suo desiderio di mettere in scena storie ricche e vivaci, in
cui mondi diversi e fantasiosi si intrecciano, e di considerare il teatro prima
di tutto come luogo di invenzione e impegno. La sua, è una delle molte opere
teatrali che si ispirano a romanzi letterari: Marthaler adatta My Fair lady, dal romanzo di George
Bernard Shaw; Nicolas Stemann inscena Les
Contrats du Commerçant, del Premio Nobel Elfriede Jelinek; Katie Mitchell presenta
Gli Anelli di Saturno, di W.G. Sebald;
Kornel Mudrozcó, attraverso il romanzo Disgrace,
di J.M.Coetzee, mette il relazione il tema dell’apartheid con la realtà
politico-sociale ungherese; Thomas Ostermeier inscena Un nemico del Popolo, di Ibsen, Arthur Nauzyciel rappresenta Il Gabbiano di Čechov, e Stéphane Braunschweig Sei
Personaggi in Cerca d’Autore di Pirandello. E ancora, spettacoli ispirati
alle arti visive e performative, con Markus Öhrn, Romeo Castellucci, Steven Cohen,
Jérôme Bel, e la mostra di Sophie Calle.
All’interno del ricco
panorama artistico-culturale, la rappresentazione teatrale portoghese The Old King, di Romeu Runa e Miguel
Moreira, esprime con forza la spinta al cambiamento, per entrare in una nuova
fase, per affrontare l’ignoto. Una vitalità di stampo futurista che incastona
follia e libertà, che si contrappone al progresso moderno inteso come sterile
braccio di ferro continuo tra uomo e vita, tra slancio al movimento e inazione.
Il cammino dell’uomo non ha senso, sembrano dire i movimenti del danzatore, a
meno che non si ceda ai sentimenti di irrequietezza, al corroborante balzo
verso l’ignoto. The Old King è un
uomo abbandonato da Dio e dagli uomini. Siede in solitudine su un palcoscenico
nel tentativo di riflettere su di sé e su ciò che lo circonda. Nonostante il
tormento interiore, costruisce una piattaforma, dalla quale potrà affrontare la
folla che incalza…
The
Old King non è la prima coreografia portoghese a entrare a
far parte della storia del Festival: nel 1985 Maria de Medeiros e Luís Miguel
Cintra avevano presentato AMorte do Príncipe, tratto dall’opera di
Fernando Pessoa.
Il Festival d’Avignon,
negli anni, alle sole rappresentazioni teatrali di prosa, si è aperto a forme
d’arte come danza, musica e arti visive. Edizione dopo edizione si sono anche
ampliati gli spazi destinati alle rappresentazioni, molti all’interno del
centro storico, altri al di furori della Città dei Papi. Il cortile d’onore del
Palazzo dei Papi resta comunque il luogo principale e tradizionale del Festival.
Per maggiori
informazioni sulla programmazione e la storia del Festival, si veda il Sito.