Assistere a uno
spettacolo teatrale, a un buon spettacolo teatrale, vale ancora la pena.
Soprattutto se il palcoscenico è Avignone, città dallo straordinario patrimonio
artistico-culturale e sede del famoso Festival
d’Avignon, il più importante appuntamento artistico della Francia, con più
di 40 proposte di teatro e danza.
L’attore e regista
Simon McBurney è l’artista associato del 66° Festival, fondatore della
compagnia londinese Complicite. La
scelta di Simon McBurney di adattare, per il Palazzo dei Papi, Il Maestro e Margherita di Mikhail
Bulgakov mostra il suo desiderio di mettere in scena storie ricche e vivaci, in
cui mondi diversi e fantasiosi si intrecciano, e di considerare il teatro prima
di tutto come luogo di invenzione e impegno. La sua, è una delle molte opere
teatrali che si ispirano a romanzi letterari: Marthaler adatta My Fair lady, dal romanzo di George
Bernard Shaw; Nicolas Stemann inscena Les
Contrats du Commerçant, del Premio Nobel Elfriede Jelinek; Katie Mitchell presenta
Gli Anelli di Saturno, di W.G. Sebald;
Kornel Mudrozcó, attraverso il romanzo Disgrace,
di J.M.Coetzee, mette il relazione il tema dell’apartheid con la realtà
politico-sociale ungherese; Thomas Ostermeier inscena Un nemico del Popolo, di Ibsen, Arthur Nauzyciel rappresenta Il Gabbiano di Čechov, e Stéphane Braunschweig Sei
Personaggi in Cerca d’Autore di Pirandello. E ancora, spettacoli ispirati
alle arti visive e performative, con Markus Öhrn, Romeo Castellucci, Steven Cohen,
Jérôme Bel, e la mostra di Sophie Calle.
All’interno del ricco
panorama artistico-culturale, la rappresentazione teatrale portoghese The Old King, di Romeu Runa e Miguel
Moreira, esprime con forza la spinta al cambiamento, per entrare in una nuova
fase, per affrontare l’ignoto. Una vitalità di stampo futurista che incastona
follia e libertà, che si contrappone al progresso moderno inteso come sterile
braccio di ferro continuo tra uomo e vita, tra slancio al movimento e inazione.
Il cammino dell’uomo non ha senso, sembrano dire i movimenti del danzatore, a
meno che non si ceda ai sentimenti di irrequietezza, al corroborante balzo
verso l’ignoto. The Old King è un
uomo abbandonato da Dio e dagli uomini. Siede in solitudine su un palcoscenico
nel tentativo di riflettere su di sé e su ciò che lo circonda. Nonostante il
tormento interiore, costruisce una piattaforma, dalla quale potrà affrontare la
folla che incalza…
The
Old King non è la prima coreografia portoghese a entrare a
far parte della storia del Festival: nel 1985 Maria de Medeiros e Luís Miguel
Cintra avevano presentato A Morte do Príncipe, tratto dall’opera di
Fernando Pessoa.
Il Festival d’Avignon,
negli anni, alle sole rappresentazioni teatrali di prosa, si è aperto a forme
d’arte come danza, musica e arti visive. Edizione dopo edizione si sono anche
ampliati gli spazi destinati alle rappresentazioni, molti all’interno del
centro storico, altri al di furori della Città dei Papi. Il cortile d’onore del
Palazzo dei Papi resta comunque il luogo principale e tradizionale del Festival.
Per maggiori
informazioni sulla programmazione e la storia del Festival, si veda il Sito.
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