Rubem Fonseca, E nel mezzo del mondo prostituto, solo amore pel mio sigaro ho tenuto
Mandrake si
trova stavolta alle prese con una sciarada che si annuncia impossibile: Gustavo
Flávio, scrittore di successo e amante di successo ancor più grande, si vede recapitare
per posta delle foto di donna, tutte di sue ex partner o amanti occasionali. A
pochi giorni di distanza da ogni invio, la donna ritratta nella foto viene
brutalmente uccisa con dei colpi d’arma da fuoco, sempre la stessa, in circostanze
simili tra di loro. Le deposizioni di Gustavo, quelle di sua moglie Luíza e della
sua ex moglie Amanda, registrate e trascritte da Mandrake, ci danno un quadro
della situazione, anche se frammentario e discontinuo. Sullo sfondo del consumo
di sigari di marca quale indicatore sociale di mondanità e vizio, si snoda una
vicenda dai contorni sfuggenti e inquietanti.
Il mio nome è
Mandrake, sono avvocato criminalista. I casi di omicidio sono sempre una specie
di sciarada. I clienti ti mentono sempre, i poliziotti ti mentono, i testimoni mentono
a tutti. Ho iniziato a mettere insieme questo rompicapo senza disporre di tutte
le sue parti, con pazienza, dopo aver sentito attori e coadiuvanti di questa trama.
Ho registrato la maggior parte delle conversazioni che ho avuto con tutti loro.
[…] «Quel giorno sono arrivata all’appartamento di Gustavo con una scatola di Corona
giganti (il formato di un churchill), della Bolívar. Mentre lui apriva la
scatola, commentando che il disegno del coperchio mostrava un antipatico Bolívar
con il naso a punta e la bocca cinica, mi sono versata un bicchiere d’acqua nel
cucinino e ho preso la pillola inibitrice dell’appetito. Volevo dimagrire fino
ad essere come la sua nuova moglie, Luíza».
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