lunedì 28 novembre 2011

"Celebrità è plebeismo"

“La lettura”, il nuovo inserto culturale della domenica del “Corriere della Sera”, pubblicava ieri un articoletto di Marzio Breda, La lezione di Pessoa.  Riportiamo qui il breve testo, certi possa essere di interesse per i lettori del nostro blog, oltre a essere di estrema attualità per il nostro Paese.
“Consigli ai politici per una piccola autoterapia durante la tregua offerta loro dal governo Monti: leggere Fernando Pessoa. Per cogliere dalla convivenza degli eteronimi nella sua opera i segreti della «moltiplicazione dei punti di vista» e del rispetto degli altri. Di più: considerare parte della cura la rinuncia alle passerelle in tv, consapevoli che – diceva il poeta portoghese - «celebrità è plebeismo».
Ci sentiamo di accogliere il consiglio del giornalista.
Qui di seguito il testo di Fernando Pessoa, da cui è tratta la citazione.

“La celebrità è un plebeismo. Perciò deve ferire un’anima delicata. È un plebeismo perché lo stare in evidenza, l’essere guardato da tutti infligge, a una creatura delicata, una sensazione di consanguineità esteriore con quelli che provocano scandalo nelle strade, che gesticolano e parlano ad alta voce nelle piazze. L'uomo che diventa celebre perde le sua vita intima: le pareti della sua vita domestica diventano di vetro; è sempre come se il suo abbigliamento fosse eccessivo; e quelle sue minime azioni – stupidamente umane alle volte – che egli avrebbe voluto invisibili, sono filtrate dalla lente della celebrità che ne fa delle spettacolari piccolezze, con la cui evidenza la sua anima si corrompe o si infastidisce. Bisogna essere molto grossolani per potersi tranquillamente permettere di essere celebri […]”.


(Fernando Pessoa, Una sola moltitudine, Adelphi, Milano 1979, vol. I, pag. 80)