venerdì 30 marzo 2012

Uma palavra por semana: "Sapato"

La parola sapato, scarpa, deriva probabilmente dall’arabo sabbatpassato poi attraverso il castigliano zapato.
Sapato de defunto: promessa di realizzazione incerta; 
Não chegar às solas dos sapatos de (alguém): essere inferiore a qualcuno;
L’espressione Gato-sapato indica un gioco popolare simile alla “cabra cega” (mosca cieca);  
Fazer gato-sapato de (alguém) significa, invece, maltrattare, trattare con disprezzo;


"Os sete sapatos sujos"  

Vi proponiamo qui un estratto del discorso tenuto da Mia Couto, nel marzo del 2005, presso l’Instituto Superior de Ciências e Tecnologia de Moçambique. Nel corso della sua “oração de sapiência”, Mia Couto, grande conoscitore della realtà sociologica e socioeconomica del Mozambico, uno dei paesi più poveri del mondo, fece una profonda riflessione sull’inerzia che impedisce lo sviluppo della nazione e scrisse una “lezione” sul tema della lotta alla povertà e ai pregiudizi.


"A pergunta crucial é esta: o que é que nos separa desse futuro que todos queremos? Alguns acreditam que o que falta são mais quadros, mais escolas, mais hospitais. Outros acreditam que precisamos de mais investidores, mais projectos económicos. Tudo isso é necessário, tudo isso é imprescindível. Mas para mim, há uma outra coisa que é ainda mais importante. Essa coisa tem um nome: é uma nova atitude. Se não mudarmos de atitude não conquistaremos uma condição melhor. Poderemos ter mais técnicos, mais hospitais, mais escolas, mas não seremos construtores de futuro. […] Às vezes me pergunto: de onde vem a dificuldade em nós pensarmos como sujeitos da História? Vem sobretudo de termos legado sempre aos outros o desenho da nossa própria identidade. Primeiro, os africanos foram negados. O seu território era a ausência, o seu tempo estava fora da História. Depois, os africanos foram estudados como um caso clínico. Agora, são ajudados a sobreviver no quintal da História.
Estamos todos nós estreando um combate interno para domesticar os nosso antigos fantasmas. Não podemos entrar na modernidade com o actual fardo de preconceitos. À porta da modernidade precisamos de nos descalçar. Eu contei sete sapatos sujos que necessitamos deixar na soleira da porta dos tempos novos. Haverá muitos. Mas eu tinha que escolher e sete é um número mágico".

Primeiro sapato: a  ideia que os culpados são sempre os outros e nós somos sempre vítimas;
Segundo sapato: a ideia de que o sucesso não nasce do trabalho;
Terceiro sapato: o preconceito de quem critica, é um inimigo;
Quarto sapato: a ideia que muda ras palava muda a relidade;
Quinto sapato: a vergonha de ser pobre e o culto das aparências;
Sexto sapato: a passividade perante a injustiça;
Sétimo sapato: a ideia de que para sermos modernos temos que imitar os outros.

Vi invitiamo a consultare il testo integrale di questo bel discorso. 

lunedì 26 marzo 2012

Premio Nazionale per la Traduzione alla casa editrice LaNuovaFrontiera


Mercoledì 28 marzo, alle ore 18, in occasione dell’attribuzione del Premio Nazionale per la Traduzione alla casa editrice LaNuovaFrontiera, la Casa delle Traduzioni di Roma ospita una tavola rotonda con l’editore sul tema della traduzione. 
Interverranno il direttore editoriale Lorenzo Ribaldi, Giorgio De Marchis, Riccardo Duranti, Giuseppe Tavani ed Elisa Tramontin.


Il "Premio Nazionale per la Traduzione" è un prestigioso riconoscimento attribuito annualmente da una commissione di esperti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a traduttori ed editori italiani e stranieri che si siano particolarmente distinti nell'esercizio della loro professione. 

LaNuovaFrontiera è una casa editrice nata nel 2002 con il progetto editoriale di offrire ai lettori opere di qualità di autori di lingua spagnola e portoghese, in un momento in cui queste letterature erano relegate ai margini di un mercato editoriale sempre più orientato verso il mondo anglosassone.

Casa delle Traduzioni, via degli Avignonesi, 32





domenica 25 marzo 2012

Addio ad Antonio Tabucchi



Antonio Tabucchi, si è spento questa mattina, all’età di 68 anni, nell’ospedale della Cruz Vermelha di Lisbona. Lo scrittore pisano, fortemente legato a Lisbona e al Portogallo, ha contribuito a diffondere in Italia l’opera di Fernando Pessoa, soprattutto grazie alla sua attività di traduttore e saggista. 

Antonio Tabucchi ha pubblicato più di 30 libri, che vanno dal romanzo alla poesia, passando per il teatro e la scrittura saggistica. Il suo primo libro, Piazza d’Italia, venne pubblicato nel 1975 dalla casa editrice Bompiani. Tra le opere più conosciute e apprezzate di Tabucchi ricordiamo: Il gioco del rovescio (1981), raccolta di racconti in cui “la sua personalità di scrittore si afferma nella sua peculiarità, richiamando la lezione dell’amato Pessoa e tematizzando l’idea del rovescio come filo conduttore dell’esistenza, «unità contraddittoria» che inquieta, seduce e allarma ma conduce a una conoscenza più profonda del mondo” (Corriere della Sera); Donna di Porto Pim (1983); Piccoli equivoci senza importanza (1985); Requiem (1992); Sostiene Pereira (1994), premio Viareggio e premio Campiello, il cui personaggio protagonista diventa simbolo della libertà d'informazione per gli oppositori di tutti i regimi antidemocratici. L'ultimo libro pubblicato è Racconti con figure, edito da Sellerio nel 2011.

Con una maratona di lettura integrale di Requiem, il prossimo 2 aprile, la Casa Fernando Pessoa renderà omaggio allo scrittore italiano a cui "Portugal ficou a dever muito", come ha affermato la direttrice Inês Pedrosa.


Pensa come è falsa la scrittura, con quella sua prepotenza implacabile fatta di parole definite, di verbi, di aggettivi che imprigionano le cose, che le candiscono in una fissità vitrea, come una libellula restata in un sasso da secoli che mantiene ancora la parvenza di libellula ma che non è più una libellula. Così è la scrittura, che ha la capacità di allontanare di secoli il presente e il passato prossimo: fissandoli. 

(A. Tabucchi, Piccoli equivoci senza importanza, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 64)

giovedì 22 marzo 2012

Uma palavra por semana: "fado"

Lo scorso anno la casa editrice portoghese Porto Editora ha selezionato le dieci parole più rappresentative della lingua portoghese, in base alla loro frequenza d’uso, la loro importanza nel panorama lessicale o per il loro legame con un tema caldo dell’attualità. La lista, scelta da un gruppo di linguisti del Dipartimento dei Dizionari della Porto Editora, conteneva le seguenti parole:  "austeridade", "charter", "desemprego", "emigração", "esperança", "fado", "subsídio", "sushi", "troika" e "voluntariado". Nel 2009 la parola dell’anno era "esmiuçar" e nel 2010 "vuvuzela".
La parola fado (dal latino, “fatum”, significa destino, fato) non è stata selezionata solo in base a questi criteri, ma anche e soprattutto perché rimanda al genere musicale più tipico del Portogallo, almeno dalla metà del XIX secolo. Generalmente cantato da una sola persona (fadista) e accompagnato da una chitarra classica (detta viola) o da una chitarra portoghese, il Fado è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
L’origine del Fado può essere fatta risalire ai canti dei mori che risiedevano nel quartiere della Mouraria, a Lisbona, dopo la riconquista cristiana. La sofferenza, la malinconia, argomenti comuni in questi canti, sono gli stessi temi che ritroviamo nei testi delle canzoni di fado. Sembra però che questa spiegazione sia ingenua e non fondata da un punto di vista etnografico. Non esistono infatti documenti che ne attestino la sua presenza fino al XIX secolo, non era conosciuto in Algarve, ultimo avamposto arabo in Portogallo, né in Andalusia, dove gli arabi rimasero fino alla fine del XV secolo.
Secondo un’altra teoria, anch’essa non completamente fondata, il Fado sembrerebbe essere legato a un altro genere musicale popolare, la Modinha e della sua sintesi con altri genere simili, come il Lundu.
Se l’origine del Fado rimane ancora oggi sconosciuta, è certo comunque che esso sia l’espressione del crogiuolo di culture presenti a Lisbona.
I portoghesi dicono che il luogo migliore per ascoltare il Fado sia nel silenzio della notte, con “a alma que sabe escutar”. Il fadista canta i sentimenti profondi dell’anima portoghese, canta la sofferenza, la nostalgia per i tempi andati, per gli amori perduti, la tragedia, la disgrazie, il destino e la notte, la città e la vita.

lunedì 19 marzo 2012

Libri in onda, 23 e 24 Marzo 2012 - Libreria l'Argonauta


La Libreria L’Argonauta di Roma, in collaborazione con nove case editrici, significative nel panorama della piccola e media editoria indipendente, ha organizzato per Venerdì 23 e Sabato 24 marzo la prima edizione di Libri in onda, un percorso di due giorni interamente dedicato alla navigazione nel mare magnum editoriale, utilizzando come stelle del cammino editori di certo valore.
Intento di Libri in onda, e della Libreria L’Argonauta, è la promozione alla lettura e la conoscenza di quegli editori indipendenti, per lo più del panorama editoriale romano, che a volte, purtroppo, sono penalizzati nella visibilità dalle politiche commerciali.
Pertanto, per la serata di Venerdì 23 e per l’intera giornata di Sabato 24 i novi editori partecipanti alla manifestazione esporranno il loro catalogo editoriale, offrendo al pubblico uno sconto del 10% sui propri titoli.
Ad aderire alla manifestazione di questa piccola ed indipendente libreria, case editrici dalla varia offerta di pubblicazioni.
Accanto ad editori romani da tempo apprezzati per le loro pubblicazioni, come la Giulio Perrone Editore e Palombi Editori, saranno presenti anche case editrici specializzate, come le Edizioni Il Lupo per carte e guide escursionistiche dell’Appenino Centrale, Cavallo di Ferro Editore, promulgatrice della letteratura lusofona in Italia, e Ginevra Bentivoglio EditoriA, specializzata in arte, archeologia,architettura e saggistica storica.
Le Edizioni Ensemble, di recentissima nascita, mirano invece a promuovere esordienti ed eccellenze nascoste, mentre le Edizioni della Sera, attraverso le numerose collane, offrono un variegato panorama di autori italiani. La Lozzi Publishing, da poco sul mercato editoriale con la collana Remo, ha messo la Capitale al centro del suo specifico interesse; infine, con la partecipazione della casa editrice Il Caso e il Vento, il pensiero delle donne sul mondo avrà preponderante importanza.

Programma di Libri in onda

Venerdì 23 Marzo dalle 18.00 aperitivo itinerante con gli editori (prodotti laziali e vino toscano);

Sabato 24 Marzo Esposizione del catalogo editoriale durante l’intera giornata;
 
Dalle 10.00 coffee break con gli editori e le loro pubblicazioni;
 
Alle 18.30 performance delle “persone-libro” dell’Associazione Donne di Carta con estratti dei libri degli editori presenti. Seguirà aperitivo itinerante;

Ingresso libero per l’intera manifestazione



 

Via Reggio Emilia, 89 Roma

venerdì 16 marzo 2012

Il film angolano "Por aqui tudo bem" al Festival Cinema Africano Asia e America Latina

Ritorna il consueto appuntamento milanese con la cinematografia e la cultura dei paesi  dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. Con oltre 50 nazioni rappresentate e circa 80 tra film e cortometraggi proiettati, la 22° edizione del Festival Cinema Africano, Asia e America Latina si aprirà il prossimo 19 marzo. Nella serata inaugurale, sabato 19 marzo alle ore 20.30 presso l’auditorium San Fedele di Milano, sarà presentato il programma della settimana e verrà proiettato in anteprima il film El Shooq (Lussuria), del regista egiziano Khaled El Hagar, vincitore del Festival Internazionale del Cairo. Il programma del Festival prevede le ormai consuete due sezioni competitive “Concorsi Finestre sul mondo” - aperte ai lungometraggi di fiction e ai documentari di Africa, Asia e America Latina  - e due concorsi riservati esclusivamente all’Africa: il “Concorso per il Miglior Film Africano” e il “Concorso per il Miglior Cortometraggio Africano” (aperto a fiction e documentari).

In concorso per il Miglior Film Africano vi è, tra gli altri, un film in lingua portoghese, Por aqui tudo bem, della regista angolana Pocas Pascoal. Vincitore della IV edizione del Festival Internazionale del Cinema di Luanda (Angola) nella categoria Miglior Lungometraggio Nazionale, il film racconta le difficoltà di due giovani ragazze angolane che, a causa della guerra coloniale, sono costrette a chiedere asilo politico in Francia, dopo essere emigrate in Portogallo.

La regista Pocas Pascoal vive da 25 anni nella capitale francese, dove ha fondato una casa editrice indipendente. Ha all’attivo due cortometraggi, un film e due documentari. Ha partecipato a diversi festival internazionali di cinema a Parigi, Montreal, Milano, Roma, Rotterdam e Ouagadougou. In un’intervista al Jornal de Angola ha dichiarato di essere attualmente impegnata nella regia di un film e di un documentario sulle donne angolane.

Il film Por aqui tudo bem (Angola, Portogallo 2011) sarà proiettato martedì 20 marzo al teatro Rosetum (ore 17.00, via Pisanello 1, Milano) e allo Spazio Oberdan (alle ore 19.00 dello stesso giorno, viale Vittorio Veneto 2).

Per maggiori informazioni sul programma e le iniziative del Festival si veda il sito.

mercoledì 14 marzo 2012

Uma palavra por semana: "Ficar"

Chico Buarque de Hollanda, "Fica"
"Ficar (dal latino, figicare) è uno dei verbi più utilizzati in portoghese. Merita ben ventidue significati nel dizionario dell’Academia das Ciências de Lisboa e vengono registrati più di una decina di usi diversi di ficar come verbo ausiliare (per esempio, ficar assente, ficar-se a rir e ficar a chuchar no dedo).
I significati più comuni sono:
- Restare, rimanere, fermarsi (Eu fico aqui, “io resto qui”; hoje fico em casa, “oggi resto a casa”)
- Diventare, divenire (Ficar branco, vermelho, pálido, “diventare bianco, rosso, pallido; ficar responsável por alguma coisa, “diventare il responsabile di qualcosa”)

Ficar-se è molto meno usato. Il portoghese colloquiale ammette la forma pronominale di ficar con il significato di «rimanere in un determinato luogo, restare, fermarsi» (es. vai à escola e fica-te por lá, “vai a scuola e rimani lì”). La stampa portoghese ha utilizzato ficar-se nel senso di “limitarsi” (O ministro ficou-se nas críticas à oposição), ma si tratta di un uso improprio del verbo. In senso lato può voler dire anche «non oltrepassare», accezione sfruttata sempre dal linguaggio giornalistico, soprattutto fra le pagine di economia e di politica.

lunedì 12 marzo 2012

Il Portogallo paese ospite d’onore alla Fiera del Libro per ragazzi 2012

Il Portogallo è il paese ospite d’onore alla Mostra degli Illustratori 2012, organizzata nell’ambito della Fiera del Libro per ragazzi, che si svolgerà a Bologna dal 19 al 22 marzo.

La Fiera del Libro di Bologna è considerata la più importante a livello internazionale in questo specifico settore dell’editoria ed è un’ottima occasione per riflettere sulla cultura portoghese. Il titolo della mostra, "Como as cerejas", come le ciliegie, evoca l’immaginario dell’infanzia e ricorda che se, come dice un proverbio portoghese, “as conversas são como as cerejas”, se le chiacchiere sono come le ciliegie, anche i buoni libri lo sono, infatti uno tira l’altro. La mostra offrirà al pubblico una selezione di opere di 25 artisti, dagli autori affermati ai giovani talenti, che consentiranno di apprezzare le più attuali espressioni dell’illustrazione portoghese. Proprio come le ciliegie, ogni opera in mostra spingerà il visitatore alla successiva, “accendendo la curiosità di scoprire un altro tassello della straordinaria cultura portoghese”. (Mangialibri)

La partecipazione alla Fiera del Libro è effettuata in collaborazione con la Direção-Geral do Livro e das Bibliotecas, che assicura una parte del finanziamento totale del progetto (circa 120 mila euro), e con il patrocinio della Fundação Calouste Gulbenkian, della Fundação EDP, della Imprensa Nacional Casa da Moeda e della Associação para a Gestão da Cópia Privada (AGECOP).


giovedì 8 marzo 2012

Uma palavra por semana: "Favela"


L’origine della parola favela risale alla Guerra di Canudos (1896-1897), combattuta fra le truppe repubblicane e i seguaci di Antônio Conselheiro nel sertão baiano. Favela era il nome di una collina che si trovava in prossimità di Canudos e che servì da base e da accampamento per i soldati repubblicani. Faveleiro é anche il nome di un arbusto tipico del sertão nordestino. La favela è quindi,  anzitutto, una pianta spinosa ed estremamente resistente, molto comune nella Caatinga nordestina. Euclides da Cunha, nel suo libro Os Sertões, descrive così il Morro da Favela: "O monte da Favela, ao sul, empolava-se mais alto, tendo no sopé, fronteiro à praça, alguns pés de quixabeiras, agrupados em horto selvagem. À meia encosta via-se solitária, em ruínas, a antiga casa da fazenda (...). O arraial, adiante e embaixo, erigia-se no mesmo solo perturbado. Mas vistos daquele ponto, de permeio a distância suavizando-lhes as encostas e aplainando-os... davam-lhe a ilusão de uma planície ondulante e grande".

Considerata ufficialmente la prima favela di Rio de Janeiro, il Morro da Providência, venne battezzato, alla fine del XIX secolo, Morro da Favela, da cui deriva il nome che si diffuse successivamente per indicare altri agglomerati di dimore precarie di Rio de Janeiro e, più in generale, del Brasile. I primi abitanti del Morro da Favela erano ex-combattenti della Guerra di Canudos. Intorno al 1897 circa dieci mila soldati si trasferirono a Rio de Janeiro con la promessa di ottenere, da parte del Governo, una casa e uno stipendio. Dal momento che le costruzioni vennero frenate da problemi politici e burocratici, e a causa della mancanza di denaro, gli ex-combattenti si insediarono via via in abitazioni provvisorie, che poi finirono per diventare definitive.

Si dice che quando i soldati arrivarono a Rio, in seguito alla campagna contro i seguaci di Antônio Conselheiro, fra gli arbusti tipici del Morro da Favela ci fosse proprio quel faveleiro tipico del sertão, di qui, secondo alcuni, la scelta del nome. Ma il nome, secondo altri, potrebbe derivare dal fatto che la precarietà dei nuovi insediamenti ricordava ai soldati le pessime condizioni sperimentate nella Favela di Canudos.
I “miti” intorno alle origini del nome delle favelas urbane sono comunque molti e anche molto diversi fra loro.
Altre informazioni a questi siti: Preciosidades, Favela tem memória, Onordeste.com

lunedì 5 marzo 2012

Rubem Fonseca è il vincitore del Prémio Literário Casino da Póvoa

Con il romanzo Bufo & Spallazani, lo scrittore brasiliano Rubem Fonseca è il vincitore del Prémio Literário Casino da Póvoa. La manifestazione culturale "Correntes d'escritas", all'interno della quale è stato assegnato il premio, è giunta ormai alla tredicesima edizione e si è conclusa lo scorso 25 febbraio, dopo tre giorni di eventi, presentazioni e tavole rotonde.
La giuria che ha assegnato il premio - costituita da Ana Paula Tavares, Patrícia Reis, Pedro Mexia, José António Gomes e Fernando Pinto do Amaral- ha giudicato il romanzo meritevole di un tale riconoscimento per la grande capacità dello scrittore di comprendere e di rappresentare l’animo umano in tutta la sua complessità e ricchezza. E per lo stile narrativo, rigoroso e seducente, capace altresì di elaborare un discorso metanarrativo sulla scrittura stessa.

Di seguito riportiamo il documento ufficiale della premiazione:
"No dia 22 de Fevereiro de 2012, reunidos na sala Estela do Hotel Axis Vermar, na cidade da Póvoa de Vazim, o júri decidiu que o Prémio Literário Casino da Póvoa atribuído no âmbito da 13.ª edição do Encontro literário Correntes d'Escritas e entregue a Rubem Fonseca com o livro Bufo & Spallazani.
Este júri atribui o Prémio a Rubem Fonseca pelo seu livro Bufo & Spallazani, edição da Sextante, por ser uma obra reveladora da diversidade do humano, mostrando uma compreensão alargada das situações e problemas sociais.
Ao mesmo tempo, descobre-se na leitura deste livro um meta-discurso elaborado sobre a arte do romance.
Sublinhe-se também o rigor da escrita, bem como a qualidade da arquitectura romanesca.
Este livro desenvolve-se num ritmo narrativo muito sedutor na abordagem dos tipos humanos e no uso de uma linguagem coloquial."