venerdì 19 settembre 2014

Laerte Coutinho: la transgender che ha contribuito alla storia del fumetto brasiliano



Uscita allo scoperto a 60 anni, si mimetizzava nel suo personaggio Hugo-Muriel 


Nato nel 1951 a São Paulo, Laerte Coutinho è tra i protagonisti della storia del fumetto brasiliano, ma costituisce un punto di riferimento anche in Portogallo grazie soprattutto ad una striscia della saga “Piratas do Tietê" in cui Fernando Pessoa figura come personaggio. Laerte non è di casa nel resto d’Europa e frequenta poco persino il Portogallo, a dispetto della fama che vi riscuote. C’era andato alla fine del secolo scorso su invito dell’editore Devir. Ci è ritornato di recente, partecipando al Festival Internacional de Banda Desenhada svoltosi a Beja, nell’Alentejo. Della sua rara presenza ha approfittato il quotidiano on line Público che gli ha dedicato un lungo articolo-ritratto, firmato da Isabel Coutinho, curiosa omonimia. 

La giornalista è rimasta folgorata dall’incontro, che certamente avrà appassionato il pubblico dei lettori portoghesi, ma non solo. Quel lungo racconto-intervista ha catturato l’attenzione di Internazionale, il settimanale italiano che seleziona il fior fiore degli articoli apparsi sui media mondiali, decidendo quali tradurre per offrirli ai suoi lettori. Chi avesse sfogliato il numero 1066 di Internazionale uscito il 29 agosto u.s., sarebbe rimasto certamente colpito dalle quattro pagine della rubrica “Ritratti” dedicate a Laerte. Anche noi del Diario portoghese ci siamo incuriositi e siamo quindi lieti di offrirne un assaggio, a nostra volta, a chi segue il Blog.

Partiamo dalla densa biografia di Laerte, oggi 63enne. Nel 1970 comincia a disegnare per la rivista Sibila. Nel 1973 Si iscrive al Partito Comunista. Nel 1991 pubblica le prime strisce sulla Folha de São Paulo. Nel 2004 comincia a vestirsi da donna. Nel 2005 uno dei suoi tre figli, Diogo, muore in un incidente stradale. Nel 2010 rivela la sua identità transgender in un’intervista. Nel 2012 Fonda l’Associação brasileira de transgéneros. Già questi pochi dati la dicono lunga sul temperamento di Laerte e fanno scaturire qualche interrogativo, cui cerchiamo di rispondere: quando Laerte viene al mondo è un bel maschietto, come testimonia il nome che gli viene dato. Vive e cresce in quei panni e, a dispetto di  esperienze anche omosessuali, colleziona ben tre matrimoni etero da cui nascono tre figli. Tutto così semplice come sembrerebbe? Non proprio.

giovedì 11 settembre 2014

Saramago: il suo ultimo regalo, o romance inacabado “Alabarde alabarde”


Edito in Italia da Feltrinelli, comprende un’interessante postfazione di Roberto Saviano

«Para mim a morte, neste momento, é a diferença entre ter estado e não estar». Nel bellissimo docufilm di Miguel Gonçalves Mendes “José e Pilar”, quasi un testamento di Saramago, il premio Nobel portoghese si lasciava sfuggire questa affermazione riflettendo sulla morte che avvertiva come imminente. Ci avrebbe infatti lasciati solo pochissimi anni dopo la realizzazione del documentario (girato tra il 2006 e il 2008) spegnendosi nel giugno 2010 proprio a Lanzarote, teatro delle riprese. José Saramago oggi non c’è più, tuttavia non solo continua a vivere tramite la forza che la sua vasta opera emana, ma regala al suo pubblico anche un’ultima sorpresa.


Si tratta di un romanzo incompleto, una manciata di capitoli scritti prima che la morte lo cogliesse. Feltrinelli ha quindi dovuto rimpolparlo, arricchendolo sia con la prefazione del poeta e saggista Fernando Gómez Aguilera, sia con la postfazione di Roberto Saviano. Stiamo parlando di Alabarde alabarde, apparso nelle librerie italiane il 24 agosto u.s. per la traduzione di Rita Desti, mentre all’estero uscirà nel prossimo ottobre. Nell’intenzione dell’autore voleva essere un libro pacifista, a dispetto del titolo guerrafondaio mutuato dai versi della tragicommedia Exortação da Guerra del poeta portoghese Gil Vicente che fu rappresentata per la prima volta al re Manoel nel 1513 a Lisbona. Saramago critica infatti l’incitamento alla guerra per la conquista dell'Africa contenuto nell’opera di Vicente e, per farlo, ricorre magistralmente alla costruzione di una trama di stringente attualità.

sabato 6 settembre 2014

Architettura: il Mart di Rovereto rende omaggio al portoghese Álvaro Siza


L’81/enne protagonista della rinascita sociale post-Franco, si sente più apprezzato all’estero che in  Patria


Álvaro Joaquim de Melo Siza Vieira, meglio conosciuto come Álvaro Siza, è un archistar di fama mondiale e costituisce indiscutibilmente un fiore all’occhiello per il suo Portogallo, dal quale però non si sente particolarmente compreso. Insignito di un fittissimo elenco di riconoscimenti internazionali tra cui il Pritzker Prize (il Nobel dell’architettura) del 1992 e il Leone d’Oro alla Carriera in occasione della 13ª Biennale di architettura di Venezia (2012), Siza è stato recentemente al centro di una polemica rimbalzata sui media portoghesi, sorta intorno all’ipotesi -ventilata dall'architetto stesso- di donare la sua collezione al Canadian Centre for Architecture (CCA) di Montreal. 

A 81 anni di età suonati (è nato a Matosinhos il 25 giugno 1933) la sua preoccupazione è comprensibilmente quella di assicurarsi le migliori condizioni per salvaguardare le testimonianze del suo lavoro. Ciò l’ha spinto a cercare una soluzione anche oltreconfine, complice la delusione per lo stato di degrado in cui versano alcuni edifici da lui progettati in patria, come il Padiglione del Portogallo a Lisbona. Il prestigioso CCA canadese, che accoglie importanti archivi e collezioni delle grandi figure dell'architettura mondiale, da tempo lo corteggiava assicurandogli che avrebbe gestito il suo archivio- comprendente disegni, modelli, fotografie e altri documenti- rendendolo pubblico. 

Padiglione portoghese Expo '98
L'Ibere Camargo Museum di Porto Alegre