venerdì 30 maggio 2014

San Paolo, il Movimento dos Trabalhadores Sem-Teto contro la Copa

Somos um movimento de trabalhadores. Operários, informais, subempregados, desempregados que, como mais de 50 milhões de brasileiros não tem sequer moradia digna. Vivemos de aluguel, de favor ou moramos em áreas de risco pelas periferias urbanas do Brasil.

 
Combattere la macchina responsabile della miseria dei centri urbani, formare militanti e unire tutte le forze in grado di porre le basi per una società nuova, anche attraverso l’occupazione di terreni abbandonati. Questi, in sintesi, sono gli obiettivi del Movimento dos Trabalhadores Sem-Teto, nato nel 1990 con il fine di combattere la speculazione immobiliare.
 
A San Paolo, almeno 15.000 manifestanti, 30.000 secondo gli organizzatori, sono scesi in piazza sabato scorso (24 maggio) per chiedere più alloggi, protestare contro gli sprechi legati ai mondiali di calcio e denunciare la speculazione immobiliare in corso. “Copa sem povo, tô na rua de novo!”, recita uno degli slogan.  Più di 250mila persone sono a rischio o hanno già perso la propria casa. L’altra faccia dei Mondiali è dunque questa: espropriazioni, sfratti, espulsioni di favelas e famiglie povere.

La Coppa del Mondo non è nemmeno cominciata e già ci sono gli sconfitti - si legge sul sito del MSTS -, in Brasile sono migliaia le famiglie vittime della Copa. Ma la resistenza continua.

 
 
 

domenica 25 maggio 2014

Festival Cannes 2014: trionfo portoghese nella sezione Documentari

Vince André Valentim de Almeida con ‘A campanha do Creoula’


Trionfa il Portogallo al Festival di Cannes 2014 nella sezione Documentari: si è aggiudicato infatti il premio “Doc Alliance Selection” per il miglior documentario europeo “A campanha do Creoula” del 37enne regista portoghese André Valentim de Almeida, riuscito a dimostrare col suo lavoro tutta la forza della storia della pesca del Paese lusitano tramite l'impatto visivo e narrativo reso nel film, che ha conquistato la qualificata giuria del Festival sbaragliando la concorrenza.

Nel suo “A campanha do Creoula”, il cineasta parte a bordo dell'imbarcazione “Creoula” verso le Ilhas Selvagens, un piccolo arcipelago nell'Oceano Atlantico settentrionale tra Madera e le isole Canarie, per documentare una spedizione scientifica, ma finisce per fare molto di più. Si trova cioè ad esplorare la memoria delle dure campagne portoghesi del “Bacalhau” nel Mare del Nord affrontate da suo zio Zé, andando così alla scoperta di pagine storiche del suo Paese e del suo stesso passato.

Raggiunto telefonicamente a Cannes dal quotidiano Jornal de Notícias che gli chiedeva un commento a caldo,  André Valentim de Almeida si è detto “um bocado surpreendido” perché non ci sperava, aggiungendo che il premio gli dà “confiança para continuar a fazer documentários, que é - ha precisato- o que me interessa fazer”. Il regista portoghese ha al suo attivo oltre a “A Campanha do Creoula” (2013) altre apprezzati film quali: “From New York with Love” (2012), “Uma na Bravo Outra na Ditadura” (2010) e “New York is a Big Apple” (2010).

De Almeida ha terminato di recente un documentario sulla produzione e la distribuzione del famosissimo "Vinho do Porto " su commissione del Museu do Douro ed è attualmente impegnato nella realizzazione di un documentario sulla costruzione del Nuovo Terminal de Cruzeiros de Leixões. Come noto, quest'imponente opera chiamata “À porta do Atlântico” -i cui lavori dovrebbero essere ultimati entro fine anno- sorge per dare impulso al traffico di navi da crociera che affollano il secondo porto del Portogallo ed incrementarne, di conseguenza, il turismo.


Una curiosità: con questa seconda vittoria consecutiva il film-documentario del Portogallo si conferma particolarmente apprezzato a livello europeo. Solo un anno fa, infatti, il “Doc Allaince Selection” fu attribuito al film “Cativeiro” di André Gil Mata, regista nativo di São João, Madeira.

martedì 20 maggio 2014

"A bola da vez" su Radio Popolare fino al 12 giugno

 
Storie dal Brasile, aspettando il calcio d'inizio della Copa do Mundo 2014.


A bola da vez è “il primo programma sui Mondiali che non parla di calcio”. È con questo spirito che Sara Milanese ha inaugurato ieri il suo viaggio attraverso il Brasile (e attraverso la musica brasiliana) parlandoci di Lixiki, un progetto rivoluzionario, che si propone di riciclare l’immondizia della Coppa del mondo, coinvolgendo le comunità più disagiate di Recife (città in cui l’Italia giocherà la seconda partita dei Mondiali, contro il Costa Rica).
 
A bola da vez ci terrà compagnia dal lunedì al venerdì, dalle 12:45 alle 13:00, fino al 12 giugno. Non perdetevelo!!
 
 

martedì 13 maggio 2014

Arte contemporanea lusofona: due appuntamenti da non perdere allo Spazio HangarBicocca di Milano

In corso "Installations" del brasiliano Cildo Meireles e in arrivo "Papagaio" del duo João Maria Gusmão-Pedro Paiva che ci porta a São Tomé e Príncipe


Due appuntamenti da non perdere per chi apprezza, del mondo lusofono, anche la crescente affermazione nel settore dell'arte contemporanea. Lo spazio milanese HangarBicocca, nato nel 2004 dalla riconversione di un vasto stabilimento industriale appartenuto all’Ansaldo-Breda, dedica infatti nella stagione primavera-estate 2014 una personale, attualmente in corso, al brasiliano Cildo Meireles e una Mostra, in arrivo a giugno, al duo di artisti portoghesi João Maria Gusmão e Pedro Paiva. Trattandosi di uno spazio pubblico a ingresso libero, Il diario portoghese lo segnala ancor più volentieri ai suoi lettori che volessero approfittare della doppia opportunità.

Cominciamo da "Cildo Meireles. Installations" (dal 27.03 al 20.07.2014) e vediamo di fare conoscenza con uno dei più celebrati artisti del secondo dopoguerra, approdato ora per la prima volta in Italia. Nato a Rio de Janiero nel 1948 e strenuo oppositore della dittatura militare, Meireles appartiene alla generazione che rivitalizzò la scena artistica brasiliana degli anni ’60 ed è considerato il pioniere della cosiddetta "installation art". Tra i primi a sperimentare installazioni immersive e multisensoriali che richiedono il totale coinvolgimento del pubblico, Cildo Meireles -ricordano gli organizzatori della mostra- affronta tematiche sociali e culturali attraverso opere che rivelano pienamente il loro significato solo nel momento in cui sono attraversate, coinvolgendo oltre alla vista, anche l’udito, il tatto, l’olfatto e addirittura il gusto.

La mostra si snoda attraverso un percorso spiazzante, caratterizzato da opere monumentali e piccolissime che catturano lo spettatore anche attraverso l’uso indistinto dei materiali operato dall’artista. L’uso di grandi quantità di oggetti identici o simili per creare ambienti ed effetti visivi nuovi, il suono come elemento centrale nella relazione del pubblico con le opere, e lo spazio quale componente fondamentale nell’enfatizzare i paradossi e le metafore, sono elementi chiave dell’arte di Cildo Meireles efficacemente riassunti -riferiscono gli organizzatori-  nelle 12 installazioni presentate in HangarBicocca. La personale è curata dallo spagnolo Vicente Todolí che aveva già lavorato con Meireles alla Tate Modern di Londra.

Curata da Vicente Todolí anche la Mostra “Papagaio” che sarà inaugurata il 12 giugno prossimo: l'esposizione è dedicata ai portoghesi João Maria Gusmão (nato a Lisbona nel 1979) e Pedro Paiva (nato a Lisbona nel 1977) che con la loro presenza all’ultima Biennale di Venezia si sono contraddistinti per la capacità di utilizzare in modo originale e unico il linguaggio del cinema e delle installazioni. Il percorso espositivo -informa il sito ufficiale- si snoda attraverso diversi ambienti e comprende un ampio numero di opere realizzate tra il 2004 e il 2014, tra cui decine di film in pellicola, tre Camera Obscura (ambienti che richiamano le origini del cinema e della fotografia) e un piccolo cinema.

Di particolare interesse per i lettori del nostro Blog, che in passato hanno dimostrato di apprezzare particolarmente le notizie (rare) riguardanti l’arcipelago di São Tomé e Príncipe, ex colonia portoghese nel Golfo di Guinea, questo annuncio. Tra le dieci opere inedite prodotte in occasione della mostra, spicca un film girato nell'arcipelago. Si tratta proprio di “Papagaio” che dà il nome alla mostra, dove verrà proiettato così come gli altri filmati. Questo però rappresenta una novità: la sua durata supera i 40 minuti, mentre il duo ha sempre realizzato film brevi. Anche a livello di contenuti si preannuncia interessantissimo.


Girato durante una cerimonia animista che ricorda le pratiche voodoo in uso presso le tribù della costa dell’Africa occidentale, il film riprende danze e banchetti per culminare in uno stato di trance collettiva in cui, secondo la credenza animista, i corpi vengono posseduti dagli spiriti dei morti. Questo lavoro si inserisce nel lungo processo di ricerca che i due artisti stanno portando avanti sulle ex-colonie portoghesi. João Maria Gusmão e Pedro Paiva lavorano insieme dal 2001, producendo film, opere scultoree, fotografie, installazioni e antologie di testi che loro stessi descrivono come “finzioni poetico filosofiche”. “Papagaio” resterà aperta fino al 26 ottobre 2014.


HangarBicocca
(via Chiese 2, 20126 Milano)

Orari apertura Mostre:
Dal lunedì al mercoledì: chiuso
Dal giovedì alla domenica: 11.00-23.00


Per ulteriori informazioni vistare il sito 

martedì 6 maggio 2014

Mozambico: la sorprendente rinascita del “Parque Nacional da Gongorosa”

Quando impegno governativo e filantropia riescono a fare miracoli



Il National Geographic ha parlato di "Miracolo in Mozambico", ma in questo caso non c'entra il trascendente. Se qualcosa di miracoloso sta accadendo in Mozambico lo si deve solo alla buona volontà dell'uomo, o meglio di più uomini che si sono messi assieme in un progetto grandioso: riqualificare il Parque Nacional da Gorongosa, il maggior parco naturale dell'Africa, o meglio ciò che rimaneva dei suoi vecchi fasti. Innanzitutto collochiamo quest'immensa area che prende il nome dall'altopiano della Serra da Gorongosa: oltre 4000 kmq di superficie nel cuore del Mozambico, al limite meridionale della Great Rift Valley africana, attraversata da numerosi fiumi nella sua parte settentrionale e occupata al centro dalla Lagoa Urema di 10 km di lunghezza. Immaginiamola pullulante di elefanti, bufali africani, ippopotami, leoni, facoceri, da una quindicina di specie di antilopi ed altrettante di insoliti uccelli.

Così si presentava quando, nel 1920, ha avuto inizio la sua storia con l'istituzione di una riserva di caccia da parte della Compagnia del Mozambico. Si deve aspettare fino agli anni '60 per vederla trasformare in Parco Nazionale e per farle vivere un periodo d'oro, attrazione di turismo soprattutto portoghese ma anche internazionale, inclusi personaggi dello spettacolo e persino star hollywoodiane. Sono anni in cui il Parque da Gorongosa attraversa il suo massimo splendore, tanto che per definirlo si usano espressioni come “il luogo dove Noè approdò con l'arca”, a significare la ricchezza della sua fauna. Nessuno allora può immaginare che l'incanto si sarebbe spezzato nel giro di nemmeno vent’anni. Il Mozambico, dopo aver raggiunto l'indipendenza dal Portogallo, diventa infatti teatro di una lunga guerra civile -dal 1981 al 1992- tra le fazioni opposte (Renamo e Frelimo), i cui funesti effetti coinvolgeranno lo stesso Parco. La Renamo fa di Gorongosa il suo quartier generale e nel paradiso degli animali imperversano aspri combattimenti. Le specie viventi diventano prede da cacciare per sfamarsi oppure risorse da sfruttare per convertirne i proventi, ad esempio dal prezioso avorio, in armi.