lunedì 28 febbraio 2011

Addio a Benedito Nunes

"Lo Stato del Parà ha perso una delle sue personalità più illustri". Jornal do Brasil.

Benedito Nunes è morto ieri mattina nell'Hospital Beneficente Portuguesa di Belém, aveva 80 anni ed era internazionalmente riconosciuto come uno dei pensatori contemporanei più importanti.

Benedito José Viana da Costa Nunes, nato a Belém do Parà il 21 novembre 1929, ha ricevuto nel 1987 il premio Jabuti, nella categoria Estudos Literários, grazie allo studio dell'opera di Martin Heidegger, culminato nel volume Passagem para o Poético. Nel 2010 ha ricevuto il Prêmio Machado de Assis.
Critico letterario, filosofo, saggista e scrittore, Benedito Nunes ha insegnato letteratura e filosofia in diverse università brasiliane, francesi e statunitensi. È stato uno dei fondatori della Faculdade de Filosofia do Pará, più tardi unita alla Universidade Federal do Pará (UFPA). Nel 1998, nominato Professor Emérito, ha ricevuto inoltre il  Prêmio Multicultural Estadão.

sabato 26 febbraio 2011

Spunto di riflessione

Sarà che quello portoghese è un popolo particolarmente incompetente nella gestione degli interessi comuni, così come dicono i giornalisti sulle pagine dei quotidiani? Il Portogallo sta vivendo una condizione di crisi e di decadenza culturale senza precedenti? Il destino del Portogallo ha soluzione? Cosa vuol dire “identità portoghese” e, provocatoriamente, esiste un'identità portoghese? Queste sono alcune delle domande su cui si sono interrogati gli intellettuali più importanti della cultura portoghese nel corso dei secoli. Lungi dal trovare una risposta esaustiva e esauriente, proveremo a riportare le opinioni di alcune delle personalità più brillanti su un tema tanto controverso quanto dibattuto.
Antero de Quental, considerato il fondatore del pensiero moderno portoghese, e sicuramente una delle personalità più importanti del XIX secolo, vive il paradosso di una nazione periferica, lontana dai centri culturali europei (Francia, Gran Bretagna e Germania), ma che, allo stesso tempo, comincia a prendere coscienza di se stessa e della propria cultura. Causas da decadência dos Povos Peninsulares è il tema della seconda delle Conferenze do Casino, un ciclo di conferenze che si sono tenute a Lisbona nel 1871, in cui l'autore espone le ragioni del ritardo economico e culturale portoghese e spagnolo a partire dal XVII secolo. Antero de Quental e la sua generazione sentono il bisogno e il desiderio di affrancarsi dall'autocompiacimento della mitologia nazionale e l'esigenza di un rinnovamento profondo nel modo di essere portoghesi.
Eduardo Lourenço rifiuta perentoriamente la definizione di António Sérgio, secondo il quale “il Portogallo è il regno della stupidità” e raccoglie la lezione di Antero de Quental. Sebbene il Portogallo si trovi in un certo ritardo culturale ed economico rispetto all'Europa, secondo Eduardo Lourenço, non esistono oggi ragioni che giustifichino una visione tanto pessimista del futuro portoghese, così come, in un mondo tanto globalizzato, non ha più senso parlare di centro-periferia all'interno dell'Europa.
Pessoa, alla domanda “chi è l'uomo portoghese?”, risponde dicendo che esistono tre tipi di portoghesi: il primo è colui che “trabalha obscura e modestadamente em Portugal e por toda a parte de todas as partes do Mundo”: il governo non si interessa di lui, esiste perché esiste. Il secondo tipo è colui che governa il paese: nessuno ha niente a che vedere con il governo, pertanto questo tipo di portoghese è colui che non è. Il terzo è il portoghese delle scoperte, simboleggia ciò che è stato e non è mai tornato: è la nostalgia del portoghese che ci fu un tempo, e che, se Dio vuole, ci sarà un giorno. In comune questi tre tipi hanno: il predominio dell'immaginazione sull'intelligenza, il predominio dell'emozione sulla passione, l'istinto di adattamento. Questi tre tipi di portoghesi riuniscono caratteristiche che, secondo il momento storico e le circostanze, possono essere positive o negative. Sono questi aspetti che hanno portato i portoghesi all'apogeo o alla decadenza.
Chiudiamo con l'immagine del tutto positiva dello scrittore Hélder Macedo. Per descrivere l'identità portoghese utilizza la metafora dei colori: la tela che rappresenta l'identità portoghese è una tela in cui sono presenti tutti i colori, ma in cui il colore bianco è quello predominante, il colore del futuro, delle possibilità infinite.

giovedì 24 febbraio 2011

"Correntes d'Escritas": giornata di apertura

Si è aperta ieri la 5 giorni di eventi culturali Correntes d'Escritas a Póvoa de Varzim con l'assegnazione dei premi letterari (Pedro Tamen, con O livro do sapateiro, e Ana Filipa Cravina dos Rei, con la poesia Esquecimento sono solo alcuni dei nomi vincitori) e la presentazione della Rivista Correntes d'Escritas X, dedicata a Luísa Dacosta, una “poveira de coração”. Ospite d'onore della giornata Eduardo Lourenço, che ha definito Correntes d'Escritas “un fenomeno culturale, che compie 12 anni e che continua ad essere un punto di riferimento per tutti coloro che fanno o si interessano di letteratura. Un luogo privilegiato di riunione per gli scrittori di lingua portoghese, all'interno dello spazio lusofono. E' un onore è un piacere partecipare a quest'evento e trovarmi ancora una volta in questa città”. A chiusura della sessione, José Macedo Vieira, Presidente della Camera Municipale, ha manifestato la sua preoccupazione per il mondo della cultura in questo momento di crisi. Riferendosi alla disparità nella distribuzione di reddito in Portogallo ha affermato che il sistema che ha prodotto queste disuguaglianze si trasforma, cambia, ma non muore, al contrario delle sue vittime. Ha continuato la riflessione chiedendosi da dove venisse il male che tanto affligge le nostre economie e le nostre società: nell'Etica, o meglio, nella mancanza di Etica nelle nostre vite quotidiane. La prima giornata di Correntes d’Escritas è continuata nel pomeriggio con la Conferenza di Laborinho Lúcio e le tavole rotonde, a cui hanno partecipato Aida Gomes, Almeida Faria, Eduardo Lourenço, Fernando Pinto do Amaral, Maria Teresa Horta e Ricardo Menéndez Salmón.

martedì 22 febbraio 2011

Vincitori del premio SPA


Sono stati resi noti i vincitori del Prémio SPA, organizzato dalla Sociedade Portuguesa de Autores insieme con la RTP. Il premio, suddiviso nelle categorie Cinema, Radio, Televisione, Danza, Musica, Teatro, Letteratura e Arti Visive, è stato assegnato, per quanto riguarda il cinema, al regista João Botelho per il suo “Filme do Desassego”, invece, nella categoria musica, il vincitore è il pianista Mário Laginha.
Nella sezione letteratura, Gonçalo M. Tavares si è aggiudicato il premio Melhor Ficção Narrativa con Uma viagem à Índia, mentre Depois de Dezembro di António Carlos Cortez e A contradição humana di Afonso Cruz hanno vinto, rispettivamente, il premio Melhor Livro de Poesia e Melhor Literatura Infanto-juvenil.
Ecco l’articolo del Público
.

lunedì 21 febbraio 2011

Tatiana Salem Levy, scrittrice brasiliana contemporanea

Tatiana Salem Levy è considerata una delle scrittrici più importanti del panorama letterario brasiliano. Esordisce nel 2007 con il romanzo A chave de Casa (Portogallo, Cotovia, 2007; Brasile, Record, 2007), vincitore del premio São Paulo Literatura nel 2008, e di cui verrà fatto un adattamento cinematografico ad opera del regista Toniko Melo. Il libro è stato tradotto in vari paesi, fra cui Spagna, Francia e  Turchia. Uscirà a breve nelle librerie italiane per la casa editrice Cavallo di Ferro. La scrittrice è in attesa della pubblicazione del suo nuovo libro Silêncio (Brasile, Record). 

Di seguito, il link dell'intervista alla scrittrice sul suo nuovo romanzo.

domenica 20 febbraio 2011

Perchè oggi è domenica


Tutte le lettere d'amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d'amore se non fossero
ridicole.
Anch'io ho scritto ai miei tempi lettere d'amore,
come le altre,
ridicole.
Le lettere d'amore, se c'è l'amore,
devono essere
ridicole.
Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d'amore
sono
ridicoli.
Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d'amore
ridicole.
La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.
(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).

Tutte le lettere d'amore, Fernando Pessoa

Roberto Vecchioni, ispirandosi a questa poesia, ha scritto una bellissima canzone dal titolo Le lettere d'amore.

venerdì 18 febbraio 2011

In arrivo il nuovo romanzo di Miguel Sousa Tavares

"Si può dimenticare un amore? Qualche volta capita, spe­cial­men­te quando di tempo ne è trascorso molto. Ma forse non si trat­ta proprio di dimenticare, ben­sì di ascoltare troppo la voce della vita, quella che ci suggerisce di guar­dare sempre avanti e di mettere da parte il passato".

A partire dal mese prossimo potremo trovare in libreria il nuovo romanzo di Miguel Sousa Tavares, Nel tuo deserto. Il romanzo rappresenta un omaggio al Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry e, per usare le parole dell'autore, può essere definito "quasi un diario di viaggio" o "quasi un romanzo d'amore". Non un romanzo, ma un "quasi-romanzo", insomma.


Non ci resta che aspettare! Maggiori informazioni qui.

Miguel Sousa Tavares (Porto, 25 giugno 1952) è figlio del giornalista e avvocato Francisco Sousa Tavares e della poetessa Sophia de Mello Breyner Andresen. Ha debuttato come romanziere con il romanzo Equador (Equatore, Cavallo di Ferro, 2006), che è stato accolto da un sorprendente successo sia in Portogallo sia all’estero, e che in Italia ha vinto il premio Grinzane Cavour 2006 (sezione narrativa straniera). Nel 2008 la casa editrice Cavallo di Ferro ha pubblicato anche Fiume dei fiori.


giovedì 17 febbraio 2011

O lado barato da poesia


[...] bic cristal preta doendo nas falangetas, 
papel sobre a mesa,
a luz que vibra por cima, por baixo
a cadeira eléctrica que vibra, 
e é isto:
electrocutado, luz sacudida no cabelo,
a beleza do corpo no centro da beleza do mundo:
pontos de ouro nas frutas, 
frutas na luz escarpada,
clarões florais atrás de paredões de água,
água guardada no meio das fornalhas
– isto que, sentado eu na minha cadeira eléctrica,
entra a corrente por mim adentro e abala-me,
e com perícia artífice deixa no papel
o nexo estilístico entre
o terso, vívido, caótico e doce:
e o escrito, o carbonífero, o extinto,
o corpo [...]

Herberto Helder, Ofício Cantante, Assírio & Alvim, 2009, p. 607.

Sessantesimo anniversario della BIC cristal

Franco Moretti parteciperà alla FLIP


La prossima edizione della  FLIP (Festa Literária Internacional de Paraty) vedrà la partecipazione del critico letterario italiano Franco Moretti.

Moretti, fondatore del Centro di Studi sul Romanzo della Stanford University, è il sesto scrittore confermato per la 9ª edizione del festival letterario, che avrà luogo dal 6 al 10 luglio e che renderà omaggio a Oswald de Andrade, forse il più innovatore tra i rappresentanti del modernismo brasiliano.

Alla FLIP 2011 parteciperanno, inoltre, gli scrittori David Remnick, Andrés Neuman, Pola Oloixarac e Joe Sacco e Valter Hugo Mãe, vincitore del Prémio Literário José Saramago.

mercoledì 16 febbraio 2011

Tre novità editoriali di febbraio pubblicate dalla casa editrice Caminho

O Único Final Feliz Para Uma História de Amor é um Acidente, di João Paulo Cuenca, Cidade dos Espelhos, di João Paulo Borges Coelho, e O País de Akendenguê, di Conceição Lima, sono tre delle novità di febbraio della casa editrice Caminho. Gli autori di questi libri parteciperanno all'evento Correntes d'Escritas che si terrà a Póvoa de Varzim, dal 23 al 26 febbraio. Nella sezione dei libri per bambini verrà pubblicato il libro Sou o Maior, di Lucy Cousins.

O Único Final Feliz Para Uma História de Amor é um Acidente – João Paulo Cuenca
«
Descobri a Sala do Periscópio no porão alguns anos depois de os meus sentidos começarem a perseguir as mulheres. Nela, organizadas por data e hora, estão gravações clandestinas dos meus primeiros encontros sexuais em móteis de Shibuya, e também de conversas, discussões e reatamentos em jantares, passeios e tardes da minha adolescência.
Com o tempo, embarquei no submarino com meu pai e juntos passamos a navegar atrás do nosso objeto de estudo pela cidade das pessoas invisíveis, pela cidade onde gente de toda a nossa grande nação japonesa vem para ser esquecida, pela cidade assimétrica que carrega em si todas as outras e nenhuma delas.
Nesses momentos, o Sr. Lagosta Okuda diz em seus sonhos palavras que entram nos meus:
– Um dia você entenderá que o único final feliz possível para uma história de amor é um acidente sem sobreviventes. Sim, Shunsuke, meu estorvinho, meu pequeno fugu idiota: um acidente sem sobreviventes.»

João Paulo Cuenca è nato a Rio de Janeiro nel 1978. Ha collaborato con diverse riviste e quotidiani brasiliani e attualmente scrive per O Globo. Nel 2007 è stato selezionato dall'Hay Festival e dagli organizzatori del Bogotà World Book Capital come uno dei 39 scrittori latino-americani più importanti. Fra i suoi libri, Corpo Presente (Rio de Janeiro, Planeta, 2003); O dia Mastroianni (Rio de Janeiro, Planeta, 2007; Italia, Cavallo di Ferro, 2008; Portogallo, Caminho, 2009); l'antologia Bogotá 39 (Bogotá, Ediciones B, 2007); O único final feliz para uma história de amor é un acidente (São Paulo, Companhia das Letras, 2010; Portogallo, Caminho, 2011).

Cidade dos Espelhos – João Paulo Borges Coelho
«Nestes tempos, em que estão em escombros as pequenas pontes do diálogo, esvoaça o colibri demandando novos poleiros.
Quando retomar a Avenida Louise, passando o rotineiro abalo, saltitará sobre o lixo do lixo que ainda assim ficou para nos dar provas de que nada chega ao fim; vai fazê-lo até chegar à ponte, até a atravessar, até cumprimentar um tenente a quem o escuro buraco de uma certa cana de bambu continua a intrigar, e penetrar enfim, com uma sempre renovada timidez, nas arborizadas alamedas plásticas que enchem de frescura fabricada a Zona Alta.»

João Paulo Borges Coelho è nato a Oporto nel 1955 da padre portoghese e madre mozambicana. Si trasferisce presto in Mozambico, acquisendo la nazionalità mozambicana. Si laurea in Storia presso l'Università Eduardo Mondlane di Maputo e ottiene il Dottorato in Storia Economica e Sociale presso l'università di Bradford (Regno Unito). Ė innanzitutto uno storico, insegna Storia Contemporanea del Mozambico e dell'Africa Australe all'Università di Maputo e si è dedicato allo studio della guerra coloniale e civile in Mozambico. La sua carriera da scrittore di romanzi inizia nel 2003 con il libro As Duas Sombras do Rio’ (Portogallo, Caminho, 2003). Nel 2005 vince il Premio José Craveirinha, con il libro As Visitas do Dr. Valdez e nel 2009 vince il Premio Leya con il romanzo O Olho de Hertzog.

O País de Akendenguê – Conceição Lima
«“O título deste livro de Conceição Lima aponta para uma partilhada perspectiva africana universalizante e, desse modo, define uma atitude oposta à que seria a de uma cultura colonial que visasse integrar-se numa cultura colonizadora.
O “país” de Conceição Lima é uma ilha. Mas afinal todos os continentes são ilhas, ou partes de ilhas, o mundo é feito de ilhas. A sua ilha é São Tomé, ponto de partida e de chegada numa viagem entre a memória e o desejo.” Prefazione di
Helder Macedo.

Maria da Conceição de Deus Lima è considerata una poetessa post-coloniale. Nasce nel 1961 a São Tomé e Principe. Studia giornalismo in Portogallo e lavora nella televisione, nella radio e nelle redazioni di São Tomé e Príncipe. Nel 1933 fonda e lavora come direttrice al settimanale indipendente O País Hoje. Si laurea in Studi Afro-portoghesi e Brasiliani presso l'Università King's College di Londra, dove attualmente vive e lavora come giornalista per la BBC. Autrice di una vasta opera, scrive nel 2004 il libro O Útero da Casa, pubblicato dalla casa editrice Caminho di Lisbona e nel 2006 A Dolorosa Raiz do Micondó, per la stessa casa editrice.

lunedì 14 febbraio 2011

XII Correntes d'Escritas, Incontro di scrittori di espressione iberica

E' stato presentato il programma della XII edizione dell'evento culturale più importante dell'anno in Portogallo, Correntes d'Escritas. Una quattro giorni di conferenze, dibattiti, proiezioni di film, rappresentazioni teatrali e presentazioni di 30 nuovi libri che si terrà a Póvoa de Varzim dal 23 al 26 febbraio. Un evento in cui si respira letteratura e che stupisce per la risposta attenta e importante del pubblico. Luís Diamantino, Assessore alla Cultura e volto dell'evento, ha confermato la partecipazione di 65 scrittori di espressione iberica provenienti da 12 paesi diversi - 22 vi partecipano per la prima volta-, e ha sottolineato la presenza di personalità di rilievo come Eduardo Lourenço. La conferenza di apertura, che si terrà il 23 febbraio alle ore 15.30 all'Auditorium Municipale, sarà tenuta dall'ex Ministro della Giustizia Laborinho Lúcio. Seguirà, al Casinò di Póvoa, la presentazione del numero X della Rivista Corrente d'Escritas dedicata a Luísa Dacosta, "uma povoeira de coração”, e l'annuncio dei vincitori dei quattro concorsi letterari, il Prémio Literário Casino da Póvoa, dal valore di 20 mila euro, il Prémio Literário Correntes d’Escritas/ Papelaria Locus, che vede in concorso 82 lavori, il Prémio Conto Infantil Ilustrado Correntes d’Escritas/ Porto Editora, a cui partecipano 56 scuole, e il Prémio Fundação Dr. Luís Rainha, attribuito per la prima volta quest'anno, al quale concorreranno 12 lavori degli abitanti di Póvoa de Varzim o dedicati alla città.
Spina dorsale e cuore pulsante per tutti gli appassionati del settore rimangono le consuete tavole rotonde, i cui temi di riflessione verranno scelti a partire da alcuni versi dei libri finalisti al Prémio Literário Casino da Póvoa. Le espressioni poetiche dei diversi autori costituiranno pertanto lo spunto per i dibattiti culturali.
Anche le sessioni nelle scuole, che vedranno impegnate tutte le scuole elementari e medie del Comune, avranno come punto di partenza un verso di Luísa Dacosta, “Procuro a palavra” ("cerco la parola").
Nella Casa della Gioventù, sede della Fiera del Libro, verranno presentati 30 nuovi libri, mentre l'albergo Axis Vermar ospiterà sessioni di poesia.  Le associazioni culturali Octopus e Varazim Teatro organizzeranno sessioni di cinema e teatro, rispettivamente: il giorno 17 sarà presentato O filme do Desassossego, di João Botelho, e il giorno 24, il film di Miguel Gonçalves Mendes, José e Pilar, che ritrae la relazione fra José Saramago e la moglie Pilar del Río. Il 19 febbraio, alle 22.00, salirà sul palco dell'Auditorium Municipale l'opera teatrale di Pedro Eiras, Bela Dona, Apalavrado 3.
Anche quest'anno l'evento vedrà la collaborazione di Booktailors – Consultores Editorais, dell'Universidade di Oporto e delle riviste LER e Jornal de Letras, Artes e Ideias (JL).

Per informazioni più dettagliate si veda il sito del Comune Póvoa de Varzim www.cm-pvarzim.pt/go/correntesdescritas

giovedì 10 febbraio 2011

"Spiegazione degli uccelli" di António Lobo Antunes

Sul numero di febbraio della rivista L’Indice dei Libri del Mese è uscita una bella recensione a cura di Lucia Viola Zampieri sul romanzo di António Lobo Antunes, Spiegazione degli uccelli. Vi proponiamo qui la prima parte.

“-Io vado, mamma. Non abbiamo mai avuto tempo, vero?, gli uni per gli altri, e adesso è tardi, stupidamente tardi, rimaniamo così a guardarci assenti, estranei, pieni di mani superflue senza tasche dove ancorarsi, in cerca, nella testa vuota, delle parole tenere che non abbiamo saputo imparare, dei gesti d’amore di cui ci vergogniamo, dell’intimità che ci fa paura.”
Rui è un uomo grassottello, di mezza età, porta gli occhiali e lavora come ricercatore e assistente presso la Facoltà di Lettere di Lisbona. È un intellettuale comunista, figlio di una famiglia dell’alta finanza portoghese, che vive con la sua seconda moglie Marília in un appartamentino in rua Azedo Gneco. La strada è lercia, sempre piena di spazzatura, i palazzoni sono grigi e spogli, non si vede nemmeno uno stralcio di fiume. Se solo si vedesse un po’ d’acqua dalla finestra, entrerebbe in casa il luccichio del sole che si riflette sul Tejo. Ma niente. La Lisbona di Lobo Antunes è sporca, sempre umida, decrepita, arretrata e grottesca. I suoi abitanti sono vecchie zitelle ancorate alle loro borsette, baristi lenti e cameriere sguaiate, giovani intellettuali di sinistra con la barba lunga (“gruppi di barbuti convinti”), nani e donne barbute, ricchi uomini d’affari che collezionano coccodrilli in piscina, signore ingioiellate che masticano mentine e giocano a poker in salotti verdi di fumo, personaggi di un circo terrificante che si riuniscono attorno all’unica vera attrazione, Rui con la sua vita scomposta e sbagliata. Le delusioni date ai genitori, l’incapacità di amare e farsi amare dalle donne, il senso di colpa borghese e l'istinto di cercare negli uccelli una possibile spiegazione a tutto questo.
António Lobo Antunes, Spiegazione degli uccelli, Feltrinelli Editore, Milano, prima edizione novembre 2010. Titolo dell’opera originale Explicação dos pássaros, edizione originale 1981, traduzione dal Portoghese di Vittoria Martinetto.

martedì 8 febbraio 2011

Capo Verde, elezioni confermano la vittoria del PAICV

Il Partito Africano dell’Indipendenza, al potere da 10 anni a Capo Verde, ha vinto con la maggioranza assoluta ieri alle elezioni politiche del Paese. Lo ha annunciato Il leader del partito PAICV e primo ministro José Maria Neves, davanti a centinaia di sostenitori del partito nella sede nazionale, a Plateau, centro storico della capitale capoverdiana Praia: “E’ una vittoria storica e vorrei complimentarmi con il popolo capoverdiano per la partecipazione a queste elezioni. Ha dato prova di una grande maturità politica e ha scelto quella che è sembrata la via migliore per continuare a costruire il nuovo e grande Capo Verde dei nostri sogni”. Il leader del PAICV ha confermato la volontà di formare un governo aperto alla società civile, un governo per tutti e di tutti, e ha affermato: “Da oggi sono il primo ministro di tutti i capoverdiani, di coloro che hanno votato per il PAICV e di coloro che hanno votato per altri partiti".  Il leader ha ribadito l’intenzione di portare a termine le promesse fatte durante la campagna elettorale, tra cui il pagamento del tredicesimo mese ai funzionari pubblici e incentivi economici al paese. Per José Maria Neves il popolo capoverdiano ha dato prova ancora una volta che un nuovo modo di fare politica è possibile, seguendo gli insegnamenti di Amílcar Cabral, “padre” del nazionalismo capoverdiano e guinense: “Governare con rispetto, onestà e patriottismo”.


lunedì 7 febbraio 2011

Paulo Ferreira: scrittore emergente nel panorama editoriale portoghese

Onde a vida se perde è il primo libro di Paulo Ferreira, pubblicato dalla casa editrice Quetzal. I personaggi fondamentali del romanzo sono 5: Pedro e le quattro donne della sua vita. Pedro è malato di cancro e, secondo il medico, non ha più di sei mesi di vita. Decide quindi di riunire alla stessa tavola i grandi amori della sua vita: Mia (con la quale vive), Alice, Carmen e Rita. Per ognuno dei personaggi, una colonna sonora di scrittura. Se per Alice – la donna con cui Pedro ha condiviso la maggior parte della sua vita e che maggiormente lo comprende - l'importante è ascoltare Bach, la descrizione del personaggio di Rita, simbolo dell'amore che mai giunse a compimento, è fortemente influenzata dalla musica di Pedro Abrunhosa. Entre a espada e a parede, è la canzone del cantautore portoghese che non solo dà il titolo al romanzo, ma ben descrive il sentimento contraddittorio vissuto dai personaggi Pedro e Rita.



Paulo Ferreira è uno dei protagonisti di Booktailors- Consultores editorias. Nasce a Lisbona nel 1980 e si laurea in Relazioni Interazionali al ISCSP. È uno dei fondatori (2006) di Booktailors. Svolge la professione di pubblicitario per sei anni. Pubblica diversi articoli, organizza volumi, e diviene coordinatore editoriale della rivista C. Collabora a Ler,  ed è direttore della rivista B:Mag. Onde a vida se perde è il suo primo romanzo pubblicato in Portogallo.

sabato 5 febbraio 2011

"O livro"

 Lo scorso 24 settembre è stato presentato a Lisbona O Livro, pubblicato dalla casa editrice portoghese Quetzal, e non ancora tradotto in Italia. L’ultima opera di José Luís Peixoto, come lo stesso titolo suggerisce, è un romanzo ambizioso, che dipinge il volto del Portogallo negli ultimi cinquant’anni e pone al centro della sua narrazione la massiccia emigrazione portoghese verso la Francia negli anni sessanta. Un esodo segnato da sacrifici estremi, una lotta per la sopravvivenza che ha simboleggiato, e in qualche modo accompagnato, le più grandi trasformazioni del paese. Il libro è diviso in due parti: la prima, che si sviluppa per circa 200 pagine, parla specificatamente dell’emigrazione, in chiave drammatica e molto realistica. L’autore ci cattura fin da subito con l’incipit del libro “A mãe pousou o livro nas mãos do filho' e, con la perizia di un grande narratore, ci coinvolge all’interno di una trama ben ordita, introducendo il lettore nello spazio e nel tempo di un mondo rurale, che richiama il villaggio di Galveias, dove Peixoto nacque e trascorse la sua infanzia. Una madre abbandona il figlio per poter emigrare e, dopo numerose peripezie, coincidenze, amori disillusi, libri e biblioteche, riesce a reincontrarlo. È già il 25 Aprile, l’altro 25 Aprile, quello della Rivoluzione dei Garofani, con una seconda generazione di emigranti che sono portoghesi in Francia e francesi in Portogallo. O Livro ripercorre la storia recente del Portogallo, gli avvenimenti più importanti degli ultimi decenni. Il tema principale, dicevamo, è quello dell’emigrazione portoghese in Francia negli anni sessanta. Furono migliaia i portoghesi che varcarono i Pirenei alla ricerca di una vita migliore. Gli stessi genitori di Peixoto emigrarono in Francia in quegli anni, per rientrare in patria due anni prima della nascita dello scrittore. Quello dell’emigrazione fu un fenomeno massiccio ed epocale, che segnò il passaggio da una società rurale a una società urbana e cosmopolita. A questo punto della narrazione non è ancora dato di sapere che O Livro del titolo è molto più di quel “libro” posto dalla madre nelle mani del figlio, e che il “libro” multiforme di Peixoto contiene a sua volta altri libri. La seconda parte del romanzo, infatti, introduce un personaggio curioso e affascinante, che ha un nome ancora più strano: Livro. È questo il suo nome, il nome del ragazzo. E questa parte è un brillante delirio sulla letteratura, bibliofilia, Portogallo, emigrazione, culture diverse. Partendo dal recupero della memoria collettiva, dove sono le storie degli individui a dare forma e spessore all’identità comune, José Luís Peixoto sviluppa forse l’aspetto più coinvolgente e attuale del suo romanzo. Lo scrittore è rimasto molto colpito dalle grandi trasformazioni che ha registrato il Portogallo negli ultimi decenni, e ne analizza le implicazioni più profonde sia a livello della vita individuale che sociale. O Livro, quindi, parte da lontano per approdare al tempo presente, rappresentando sul proscenio della narrazione, attraverso il tema dell’emigrazione, il cambiamento epocale che ha segnato il Portogallo ridefinendone l’identità. Una trasformazione che ha cambiato la vita dello scrittore come quella dei suoi connazionali, e che è possibile ripercorrere nella lettura di questo romanzo.


José Luís Peixoto, nato nel 1974 a Galveias, un piccolo villaggio dell'Alentejo nel sud del Portogallo, è poeta, narratore e drammaturgo. Ha ricevuto in Portogallo numerosi riconoscimenti, tra cui, nel 2001, il prestigioso Premio José Saramago con il suo primo romanzo Nessuno sguardo. Tradotto in dodici paesi, in Italia sono stati pubblicati Questa terra ora crudele, Nessuno sguardo, Una casa del buio, la raccolta di racconti L'antidoto e Il cimitero dei pianoforti.

venerdì 4 febbraio 2011

Consiglio di lettura

“Che cosa succede davvero in Angola? Quale è la verità e quale la propaganda di regime? E come stanno i genitori laggiù, a contatto con la guerra? Perché è di una guerra che si tratta, checché ne dica il governo. Le notizie riempivano le pagine dei giornali, ma le informazioni erano poche. La censura stava lavorando a tutto spiano, le forbici non avevano mai funzionato tanto come allora. I giornali erano pieni di discorsi patriottici, il Portogallo è uno e indivisibile, di dichiarazioni di appoggio al regime, ma poco di concreto sui fatti. Si sapeva che nel nord c’era stata una rivolta in nome di una certa UPA, mai sentita prima, e di Lumumba, che era una speranza del futuro. Tutto era cominciato il 15 marzo. Anzi no, prima, il 4 febbraio, c’erano stati degli attacchi alle prigioni di Luanda per liberare i prigionieri politici. Era seguita una feroce repressione a Luanda, si parlava di migliaia di morti tra le fila dei nazionalisti.”
Pepetela, La generazione dell’utopia, traduzione di Sara Favilla, prefazione di Romano Prodi e postfazione di Roberto Vecchi e Vincenzo Russo, Reggio Emilia, Diabasis, 2010, p. 20.
Nel giorno in cui si celebrano i cinquant’anni dall’inizio della Guerra Coloniale in Angola, non possiamo fare a meno di ricordare e di ricordarvi il bellissimo romanzo di Pepetela, La generazione dell’Utopia, pubblicato nel 1992, ma uscito in traduzione italiana soltanto nel 2010. Questo straordinario romanzo, tradotto da Sara Favilla e presentato nel maggio scorso al Salone del Libro di Torino, abbraccia trent’anni esatti di storia dell’Angola dall’inizio della guerra d’indipendenza combattuta contro l’impero portoghese (1961) ai giorni nostri (dopo il 1991). Il romanzo, composto da quattro parti corrispondenti ai quattro tempi della storia pubblica e privata dei protagonisti, disegna, con sguardo spietato, la parabola esistenziale di quella generazione che si trovò a vivere l'epopea delle lotte per l'indipendenza dal colonizzatore portoghese e combattere più prosaicamente una guerra civile che all'indipendenza fece seguito. Considerato uno dei migliori romanzi africani del XX secolo e tra i cento migliori libri in assoluto secondo la celebre lista divulgata dall'Africa Book Centre nel 2002 a Accra in occasione della Fiera internazionale del Libro dello Zimbawe, La generazione dell'Utopia è anche una disincantata radiografia narrativa dell'Angola contemporanea in cui gli echi e i fantasmi del passato non rendono ancora distinguibile le glorie e le ombre che offuscano il presente.
Pepetela è il nome letterario, dallo pseudonimo adottato durante la guerra (ciglio, pestana in umbundu), di uno dei più importanti scrittori contemporanei, l'angolano Artur Carlos Mauricio Pestana dos Santos (Benguela, 1941). Militante del Mpla (Movimento per la liberazione dell'Angola), Pepetela ha partecipato alla guerra di indipendenza dalla potenza coloniale portoghese (1961-1975) e successivamente è stato anche vice-ministro dell'Educazione dell'Angola indipendente. Ha poi sperimentato, come gli altri suoi conterranei, la lunga guerra civile (1975-2002) tra l'Mpla guidato da José Eduardo Dos Santos e l'Unita (Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola) di Jonas Savimbi. Nel 1997 ha conquistato il maggior riconoscimento letterario della lusofonia, il Premio Camões.

1961-2011: 50 anni dall’inizio della Guerra Coloniale in Angola

Il silenzio percorre le strade di Luanda, in Angola. Ma, mentre tutti dormono, vari gruppi di indipendentisti si preparano ad agire. Il primo si muove alle due del mattino, verso la Casa da Reclusão. Poco dopo parte l’altro, diretto alla prigione della PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado). Il terzo ha come obiettivo le Poste. Il quarto, la Settima Divisione della PSP (Polícia de Segurança Pública). Il quinto, l’aeroporto. L’obiettivo è quello di liberare i prigionieri politici che stanno per essere deportati a Capo Verde o nella Metropoli. Hanno poche armi, per questo puntano tutto sull’effetto sorpresa. E ci riescono.
Il 4 aprile 1961, esattamente 50 anni fa, aveva inizio la Guerra Coloniale e la lotta per l’indipendenza delle ex-colonie portoghesi. Questo importante evento storico, che ha innescato le lotte indipendentiste anche nelle altre colonie portoghesi e che è culminato, 14 anni più tardi, nella proclamazione dell’indipendenza dell’Angola, è alla base del libro Angola 61. Il volume, curato da Dalila Cabrita Mateus e Álvaro Mateus, rappresenta lo studio più completo sulla Guerra Coloniale finora realizzato, non solo perché rivela diverse versioni dei fatti, ma anche perché unisce le informazioni raccolte dagli archivi di Salazar e della PIDE a quelle dei processi per i crimini avvenuti in quegli anni e a due testimonianze orali. Esaminando la sollevazione del 15 marzo, l’attacco più cruento dall’inizio della guerra, utile a spiegare anche la durezza dei combattimenti futuri, i due studiosi discutono il ruolo dei principali gruppi politici indipendentisti, il Movimento Popular de Libertação de Angola (MPLA)  e l’ União dos Povos de Angola (UPA), senza dimenticare quello dei protagonisti dal lato portoghese.


PRINCIPALI AVVENIMENTI
4 febbraio 1961: con la Rivolta di Luanda ha inizio la Guerra Coloniale. Attacco alla PSP, alla prigione militare e civile e alla Emissora Oficial de Angola.
10/11 febbraio 1961:  Attacchi al centro di detenzione amministrativa di     S. Paulo e al carcere della PIDE.
23 febbraio 1961: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite condanna per la prima volta la politica coloniale del Governo portoghese.
15 marzo 1961: altri soldati vengono inviati in Angola con l’obiettivo di rafforzare le truppe nell’ex-colonia. Lo stesso giorno, nel nord del Paese, scoppia una nuova rivolta contro i coloni portoghesi, organizzata dalla União dos Povos de Angola (UPA). Alle Nazioni Unite è approvata una mozione che condanna la situazione in Angola.
17 marzo 1961: per la prima volta, in un comunicato del Governo portoghese si fa riferimento agli avvenimenti in Angola.
18 marzo 1961: la forza aerea portoghese fa il suo ingresso in guerra.
21 marzo 1961: più di 3500 portoghesi vengono evacuati dal nord dell’Angola.
8 aprile 1961: in un incontro con gli agricoltori, Salazar commenta pubblicamente il caso Angola.
13 aprile 1961: tentativo di colpo di Stato del Generale Botelho Moniz. Conosciuta con il nome di Abrilhada, questa iniziativa ha portato alle dimissioni dei più alti capi militari.
14 aprile 1961: “Para Angola, rapidamente e em força” queste parole di Salazar segnano i 14 anni seguenti: il Portogallo non si piega ai cosiddetti “terroristi”. La guerra sarà lunga e devastante su entrambi i fronti.






                                                         


mercoledì 2 febbraio 2011

"Jorge de Sena e Camões, Trinta anos de Amor e Melancolia" di Vítor Aguiar e Silva vince il premio Jorge de Sena

Il libro Jorge de Sena e Camões, Trinta anos de Amor e Melancolia, di Vítor Aguiar e Silva (pubblicato nel 2009 dalla casa editrice portoghese Angelus Novus), il 31 gennaio 2011 ha vinto il Prémio Jorge de Sena, attribuito all’unanimità dal Centro de Literaturas e Cultura Lusófonas e Europeias (CLEPUL) della Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona. Questa opera era già stata  insignita nel 2010 con il Prémio Nacional de Ensaio Literário Eduardo Prado Coelho, attribuito dalla Câmara Municipal de Famalicão.

Luís de Camões fu il poeta che Jorge de Sena (Lisbona, Portogallo, 1919 - Santa Barbara, California, 1978) ha più amato e ammirato, consacrandolo a simbolo della lingua e letteratura portoghese. Per tre decenni, Sena dedicò  alla poesia camoniana un lavoro di ricerca profondamente innovatore, a tratti  polemico, che contribuì ad arricchire e a far conoscere l’opera di Camões e la letteratura portoghese del suo tempo. Prima in università brasiliane, poi in università nord-americane, Sena realizzò uno dei suoi grandi sogni: diventare professore di letteratura e affermarsi come studioso di Camões .

Questo libro di Vítor Aguiar e Silva ripercorre gli studi camoniani di Jorge de Sena e analizza le linee teoriche e metodologiche della sua opera. Prendendo come punto di partenza le proprie ricerche su Sena, l’autore ne mette  in rilievo la modernità, il suo rigore e la sua coerenza, ne analizza alcuni dei suoi orientamenti più problematici, e riesamina alcuni aspetti fondamentali della poesia camoniana, da un punto di vista filologico ed ermeneutico.

Vítor Aguiar e Silva nasce a Real, in Portogallo, nel 1939. Studia e insegna presso l’università di Coimbra alla Facoltà di Lettere. Nel 1989, si trasferisce all’Università del Minho, fonda e dirige il Centro di Studi Umanistici e la rivista Diacrítica e svolge funzioni da vicedirettore. Lavora come professore in varie università straniere. Si dedica specialmente allo studio della Teoria della Letteratura e della Letteratura Portoghese del Manierismo, del Barocco e del Modernismo.

martedì 1 febbraio 2011

Francisco José Tenreiro: as múltiplas faces de um intelectual



La vita e le opere del poeta e geografo Francisco José Tenreiro, considerato il più importante intellettuale santomense del XX secolo, sono state al centro di tre giorni di dibattiti nel Centro Cultural Brasileiro di São Tomé. Il seminario è stato organizzato in occasione della presentazione del libro Francisco José Tenreiro: as múltiplas faces de um intelectual.
Il volume, che raccoglie i saggi di oltre trenta studiosi delle culture dei paesi di lingua portoghese provenienti da Europa, Africa e America, è stato curato da Inocencia Mata.



Nato nel 1921 a São Tomé da padre portoghese e madre santomense viene portato a Lisbona a soli due anni, dove frequenta gli studi primari e secondari. Si iscrive alla facoltà di Scienze dell’Università di Lisbona e alla Escola Superior Colonial. Successivamente comincia a interessarsi allo studio della Geografia della Colonizzazione e frequenta il Dottorato in Scienze Sociali alla London School of Economics and Political Sciences dell’Università di Londra.
La sua attività letteraria inizia nel 1942 con la pubblicazione della raccolta di poesie Ilha de Nome Santo. Nello stesso periodo, insieme a Carlos Alberto Lança, pubblica i due volumi dell’antologia Contos e Poemas de Modernos Autores Portugueses.
Nel 1951 collabora con Mário de Andrade e con altri giovani intellettuali africani alla creazione del Centro de Estudos Africanos. L’anno seguente, sempre con Mário de Andrade, pubblica Poesia Negra de Expressão Portuguesa, dove inserisce la sua poesia Coração em África. L’antologia rappresentava una significativa provocazione a partire dal titolo stesso: l’africanità implicava la destrutturazione della portoghesità, affermazione a dir poco rischiosa in pieno regime salazarista. Era la ricerca di una nuova coscienza africana. Inizia così una nuova fase del suo percorso letterario, che vede affermarsi nelle sue poesie «uma vinculação definida às propostas de negritude, pelo menos na expressão que lhe deram alguns poetas africanos de língua francesa» (Fernando J. B. Martinho).
Francisco José Tenreiro muore nel 1963, in un momento storico importante, caratterizzato dall’intensificarsi della Guerra Coloniale.



MÃOS

Mãos que moldaram em terracota a beleza e a serenidade do Ifé.
Mãos que na cera polida encontram o orgulho perdido do Benin.
Mãos que do negro madeiro extraíram a chama das estatuetas olhos de vidro
e pintaram na porta das palhotas ritmos sinuosos de vida plena:
plena de sol incendiando em espasmos as estepes do sem-fim
e nas savanas acaricia e dá flores às gramíneas da fome.
Mãos cheias e dadas às labaredas da posse total da Terra,
mãos que a queimam e a rasgam na sede de chuva
para que dela nasça o inhame alargando os quadris das mulheres
adoçando os queixumes dos ventres dilatados das crianças
o inhame e a matabala, a matabala e o inhame.

Mãos negras e musicais (carinhos de mulher parida) tirando da pauta da Terra
o oiro da bananeira e o vermelho sensual do andim.
Mãos estrelas olhos nocturnos e caminhantes no quente deserto.
Mãos correndo com o harmatan nuvens de gafanhotos livres
criando nos rios da Guiné veredas verdes de ansiedades.
Mãos que à beira-do-mar-deserto abriram Kano à atracção dos camelos da ventura
e também Tombuctu e Sokoto, Sokoto e Zária
e outras cidades ainda pasmadas de solenes emires de mil e mais noites!


Mãos, mãos negras que em vós estou pensando.

Mãos Zimbabwe ao largo do Indico das pandas velas
Mãos Mali do sono dos historiadores da civilização
Mãos Songhai episódio bolorento dos Tombos
Mãos Ghana de escravos e oiro só agora falados
Mãos Congo tingindo de sangue as mãos limpas das virgens
Mãos Abissínias levantadas a Deus nos altos planaltos:
Mãos de África, minha bela adormecida, agora acordada pelo relógio das balas!

Mãos, mãos negras que em vós estou sentindo!

Mãos pretas e sábias que nem inventaram a escrita nem a rosa-dos-ventos
mas que da terra, da árvore, da água e da música das nuvens
beberam as palavras dos corás, dos quissanges e das timbilas que o mesmo é
dizer palavras telegrafadas e recebidas de coração em coração.
Mãos que da terra, da árvore, da água e do coração tantã
criastes religião e arte, religião e amor.

Mãos, mãos pretas que em vós estou chorando!