venerdì 4 febbraio 2011

Consiglio di lettura

“Che cosa succede davvero in Angola? Quale è la verità e quale la propaganda di regime? E come stanno i genitori laggiù, a contatto con la guerra? Perché è di una guerra che si tratta, checché ne dica il governo. Le notizie riempivano le pagine dei giornali, ma le informazioni erano poche. La censura stava lavorando a tutto spiano, le forbici non avevano mai funzionato tanto come allora. I giornali erano pieni di discorsi patriottici, il Portogallo è uno e indivisibile, di dichiarazioni di appoggio al regime, ma poco di concreto sui fatti. Si sapeva che nel nord c’era stata una rivolta in nome di una certa UPA, mai sentita prima, e di Lumumba, che era una speranza del futuro. Tutto era cominciato il 15 marzo. Anzi no, prima, il 4 febbraio, c’erano stati degli attacchi alle prigioni di Luanda per liberare i prigionieri politici. Era seguita una feroce repressione a Luanda, si parlava di migliaia di morti tra le fila dei nazionalisti.”
Pepetela, La generazione dell’utopia, traduzione di Sara Favilla, prefazione di Romano Prodi e postfazione di Roberto Vecchi e Vincenzo Russo, Reggio Emilia, Diabasis, 2010, p. 20.
Nel giorno in cui si celebrano i cinquant’anni dall’inizio della Guerra Coloniale in Angola, non possiamo fare a meno di ricordare e di ricordarvi il bellissimo romanzo di Pepetela, La generazione dell’Utopia, pubblicato nel 1992, ma uscito in traduzione italiana soltanto nel 2010. Questo straordinario romanzo, tradotto da Sara Favilla e presentato nel maggio scorso al Salone del Libro di Torino, abbraccia trent’anni esatti di storia dell’Angola dall’inizio della guerra d’indipendenza combattuta contro l’impero portoghese (1961) ai giorni nostri (dopo il 1991). Il romanzo, composto da quattro parti corrispondenti ai quattro tempi della storia pubblica e privata dei protagonisti, disegna, con sguardo spietato, la parabola esistenziale di quella generazione che si trovò a vivere l'epopea delle lotte per l'indipendenza dal colonizzatore portoghese e combattere più prosaicamente una guerra civile che all'indipendenza fece seguito. Considerato uno dei migliori romanzi africani del XX secolo e tra i cento migliori libri in assoluto secondo la celebre lista divulgata dall'Africa Book Centre nel 2002 a Accra in occasione della Fiera internazionale del Libro dello Zimbawe, La generazione dell'Utopia è anche una disincantata radiografia narrativa dell'Angola contemporanea in cui gli echi e i fantasmi del passato non rendono ancora distinguibile le glorie e le ombre che offuscano il presente.
Pepetela è il nome letterario, dallo pseudonimo adottato durante la guerra (ciglio, pestana in umbundu), di uno dei più importanti scrittori contemporanei, l'angolano Artur Carlos Mauricio Pestana dos Santos (Benguela, 1941). Militante del Mpla (Movimento per la liberazione dell'Angola), Pepetela ha partecipato alla guerra di indipendenza dalla potenza coloniale portoghese (1961-1975) e successivamente è stato anche vice-ministro dell'Educazione dell'Angola indipendente. Ha poi sperimentato, come gli altri suoi conterranei, la lunga guerra civile (1975-2002) tra l'Mpla guidato da José Eduardo Dos Santos e l'Unita (Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola) di Jonas Savimbi. Nel 1997 ha conquistato il maggior riconoscimento letterario della lusofonia, il Premio Camões.