giovedì 30 giugno 2011

Consiglio di lettura: "Azul-Corvo" di Adriana Lisboa

Scrittrice di romanzi, racconti e libri per l'infanzia, fotografa, musicista e traduttrice, Adriana Lisboa è considerata oggi, secondo il progetto Bogotà 39/Hay Festival, una delle 39 scrittrici contemporanee più interessanti dell'America latina.
Il suo ultimo romanzo “Azul-Corvo” - (Rocco Editora, 2010, Rio de Janeiro) – il quinto dopo “Os fios da memória” (Rio, Rocco, 1999); “Sinfonia em branco” (Rio, Rocco, 2001); “Um beijo de colombina” (Rio, Rocco, 2003); Rakushisha (Rio, Rocco, 2007) – è una storia di sentimenti fragili e traballanti, di un'improbabile amicizia fra l'orfana Evangelina, Carlos, immigrante clandestino e Fernando, ex-guerrigliero.
Evangelina – o Vanja, come viene chiamata nel libro – è un'adolescente che, dopo la morte precoce della madre, parte per il Colorado con Fernando, ex-marito di sua madre, alla ricerca del padre biologico. Il passato viene revocato attraverso le memorie postume di Evangelina, magnificamente dipinto dalla prosa sobria, elegante e sicura che caratterizza la scrittura di Adriana Lisboa.

I romanzi di Adriana Lisboa sono stati tradotti in inglese, francese e italiano. In Italia sono stati pubblicati “Sinfonia in Bianco” (2008) e “Rakushisha” (2010) dalla casa editrice Angelica. “Sinfonia em branco” ha vinto il Premio José Saramago nel 2003.

Per maggiori informazioni, si veda il sito ufficiale della scrittrice.



lunedì 27 giugno 2011

"100 Livros Portugueses do Século XX - Uma Selecção de Obras Literárias" di Fernando Pinto do Amaral

Fernando Pinto de Amaral ha scelto cento libri che appartengono alla produzione letteraria portoghese del XX secolo. La selezione, senza pretese di esaustività, offre uno sguardo sulla produzione letteraria portoghese dell'ultimo secolo e si inserisce nel progetto di più largo respiro dell'Instituto Camões: promuovere e diffondere la cultura portoghese nel mondo. Come afferma Pinto de Amaral nella prefazione, l'antologia non ha la pretesa di stabilire il canone letterario portoghese degli ultimi cento anni, è piuttosto la scelta soggettiva e ragionata di 100 libri, in cui compaiono, fra gli altri, i nomi di António Sérgio, Miguel Torga, Adolfo Casais Monteiro, Sebastião da Gama, José Gomes Ferreira, Irene Lisboa, António Patrício, Al Berto, e Pessoa, ortonimo e eteronimo. Le opere sono presentate in ordine cronologico, accompagnate da una fotografia dell'autore, una breve nota biografica e la riproduzione della copertina del libro in 1°edizione.

E' possibile scaricare la presentazione del progetto sul sito dell'Instituto Camões.


mercoledì 22 giugno 2011

Um poema por semana: Mário Cesariny

Il programma, Um poema por semana, va in onda cinque giorni la settimana, da lunedì a venerdì, sulla RTP2, in tre fasce orarie diverse (14, 18.30 e 22). In Italia è possibile seguire il programma online (in diretta o registrato) sul sito della RTP2, Rádio e Televisão de Portugal.
José Carlos de Vasconcelos, attualmente uno dei responsabili di Visão e Jornal de Letras, ha selezionato 15 poesie di autori appartenenti al canone letterario portoghese. Nel corso della settimana, la poesia scelta viene letta e recitata da cinque interpreti molto diversi fra loro: sono uomini, donne, giovani e anziani, gente comune che ama la poesia.
Il programma è stato inaugurato il 21 marzo, nel giorno mondiale dedicato alla poesia.
La poesia di questa settimana è Pasteleria di Mário Cesariny.


Pastelaria

Afinal o que importa não é a literatura
nem a crítica de arte nem a câmara escura
Afinal o que importa não é bem o negócio
nem o ter dinheiro ao lado de ter horas de ócio
Afinal o que importa não é ser novo e galante
- ele há tanta maneira de compor uma estante!
Afinal o que importa é não ter medo: fechar os olhos frente ao precipício
e cair verticalmente no vício
Não é verdade, rapaz? E amanhã há bola
antes de haver cinema madame blanche e parola
Que afinal o que importa não é haver gente com fome
porque assim como assim ainda há muita gente que come
Que afinal o que importa é não ter medo
de chamar o gerente e dizer muito alto ao pé de muita gente:
Gerente! Este leite está azedo!
Que afinal o que importa é pôr ao alto a gola do peludo
à saída da pastelaria, e lá fora - ah, lá fora! - rir de tudo
No riso admirável de quem sabe e gosta
ter lavados e muitos dentes brancos à mostra.

Mário Cesariny de Vasconcelos (Lisbona, 1923 - 2006), pittore e poeta portoghese, oggi considerato il principale esponente del surrealismo portoghese. Si forma in clima neorealista, ma aderisce presto al surrealismo, di ispirazione bretoniana. Tra le sue raccolte di poesie ricordiamo: Corpo visível (1950); Manual de prestidigitação (1956); Pena capital (1957); Nobilíssima visão (1959); A cidade queimada (1965); As mãos na água (1972); As mãos na água e a cabeça no mar (1985).


Leggi anche: Um poema por semana

martedì 21 giugno 2011

"Quem vai à guerra": film documentario sulla guerra coloniale

Benchè siano passati cinquanta anni dall'inizio della guerra coloniale portoghese in Africa, il tema è quanto mai attuale, delicato ed ermetico. La regista Marta Pessoa ha raccontato, attraverso il film documentario Quem vai à guerra, i drammi personali e storici della generazione che ha vissuto la guerra, da un punto di vista completamente nuovo: il punto di vista delle donne, di chi rimase ad aspettare mariti e figli, di chi decise di partire al loro lato, di chi scelse di soccorrere i militari al fronte. Un discorso femminile sulla guerra, per non dimenticare che la guerra non coinvolge solamente chi la combatte; uno sguardo che prova che, quando un paese è in guerra, nessuno ne rimane fuori.





lunedì 20 giugno 2011

Caio Fernando Abreu, "Dov'è finita Dulce Veiga?"

All’apice del successo, la cantante Dulce Veiga scompare dopo un concerto. Anni dopo, quando ormai pochi la ricordano, a un giornalista viene affidato il compito di ritrovarla per scoprire le ragioni di una fuga inspiegabile quanto misteriosa. Inizia così un’indagine che procede come un’intima e disperata discesa agli inferi nella San Paolo degli anni ’80, alla ricerca di una donna che si trasforma in un’ossessione, un pretesto per parlare di una solitudine in cui si annida un vago senso di colpa e, senza amore, non rimane che paura e rimorso. Il romanzo, caratterizzato da una narrazione vivida e cinematografica,  è stato trasposto in film dal regista Guilherme de Almeida Prado (Onde andará Dulce Veiga, 2007).


Caio Fernando Abreu (1948 - 1996) è oggi riconosciuto come l'esponente più internazionale della nuova letteratura brasiliana, sia per il successo di critica e pubblico, sia per l'attualità e l'universalità della sua voce. Drammaturgo e prosatore straordinario, Abreu è riuscito a raccontare la modernità del suo paese, offrendoci, "un ritratto interiore del Brasile colto in equilibrio sul ciglio dell'abisso". Scrittore coraggioso e anticonformista, durante la dittatura militare non esita a dichiarare apertamente la propria omosessualità. Minato dall'Aids, muore a soli 48 anni. Fra le sue opere - insignite più volte con i principali premi letterari e tradotte in varie lingue - ricordiamo Morangos mofados, Molto lontano da Marienbad (Zanzibar, 1995) e I draghi non conoscono il paradiso (Quarup, 2008).

Dov'è finita Dulce Veiga?, La Nuova Frontiera, 2011, trad. it. A. Aletti, €16,50.  

domenica 19 giugno 2011

Roma 21 e 22 giugno: omaggio a José Saramago

Martedì 21 e mercoledì 22 giugno, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Roma Tre, si terrà un convegno in ricordo del grande scrittore.

È possibile scaricare il programma completo qui.

sabato 18 giugno 2011

18 giugno 2010-18 giugno 2011 Un anno senza Saramago


Esattamente un anno fa se ne andava lo scrittore e unico premio Nobel portoghese per la letteratura. Ma che strana assenza è la sua - scrive Pilar del Río, giornalista ed intellettuale sivigliana, compagna di Saramago e Presidenta della fondazione che porta il suo nome - se questo scrittore continua a pubblicare libri, se sta nelle conversazioni degli analisti politici, se i giovani scendono in piazza con le sue frasi scritte su cartelli o t-shirt, se ci sono concerti rock in cui lo applaudono, o si organizzano concerti di musica erudita in suo nome? Per leggere il ricordo di Pilar del Río, Um ano sem Saramagohttp://www.josesaramago.org/detalle.php?id=1245#ano

venerdì 17 giugno 2011

Extravagância- l' Accademia della follia di Claudio Misculin in tournée in Brasile




 

Si concluderà il 12 luglio prossimo la tournée brasiliana, iniziata il 31 maggio scorso, di una compagnia teatrale italiana davvero unica. Si tratta dell'Accademia della Follia, meglio nota come "compagnia dei matt-attori", fondata e diretta dal regista triestino Claudio Misculin, costituita da pazienti seguiti dai dipartimenti di salute mentale di Trieste e di Ferrara e dal Sert di Trieste. Benché nato come "Accademia della follia" solo nel ’92, e attualmente con sedi a Sant'Arcangelo di Romagna e Trieste, questo vero e proprio progetto teatrale-culturale affonda le sue radici nei primi anni '70 quando il giovane attore Misculin apre il teatro ai "matti". Lo fa all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste, le cui mura vengono abbattute dal medico Franco Basaglia e dove si matura una tale esperienza,  da contribuire alla costruzione di quell'idea destinata a passare alla storia come "legge 180". Sarà Franco Basaglia stesso a gettare un ponte col Brasile, nel ’78, avviando una collaborazione con l'Instituto Brasileiro de Psicanálise, Grupos e Instituições, consolidato scambio tra operatori dei servizi di salute mentale dei due paesi.
Forse il padre della moderna psichiatria non avrebbe immaginato che un gruppo di pazienti diventati attori, un giorno sarebbe stato invitato ad esibirsi proprio in Brasile. Il successo registrato dalla tournée del 2010 è stato tale da fruttarle un bis. La compagnia, ritornata in questi giorni oltreoceano, ha in programma ben otto spettacoli in altrettante città: Brasilia, Aracaju, São Paulo, Porto Alegre, São Leopoldo, Rio De Janeiro, Belo Horizonte e Ouro Preto. Nove gli attori impegnati nello spettacolo intitolato "Extravagância". Il testo della scrittrice Dacia Maraini "Stravaganza", opportunamente tradotto, viene recitato in portoghese. Di "Extravagância" ha parlato domenica 12 giugno scorso anche la trasmissione di Rai3 "Report", dedicando un servizio al progetto artistico culturale di Misculin. “L'accademia della follia -ha detto in chiusura Milena Gabanelli- sta proseguendo la sua tournée all'estero dove sta pensando di trasferirsi. Viene da dire -ha aggiunto ironicamente l'ideatrice di Report- persino i "matti" se ne vanno.”
Dall'Italia, sottinteso.



giovedì 16 giugno 2011

Antologia da Memória Poética da Guerra Colonial

È stata presentata ieri, 15 giugno, a Lisbona,  l’Antologia da Memória Poética da Guerra Colonial, edita da Edições Afrontamento. Il progetto nasce da una ricerca del Centro de Estudos Social (CES) dell’Università di Coimbra e raccoglie le poesie di 180 poeti: Fernando Assis Pacheco, Manuel Alegre, Casimiro de Brito o Gastão Cruz, solo per citarne alcuni. Margarida Calafate Ribeiro, co-organizzatrice dell’antologia, ha sottolineato la presenza, all’interno dell’antologia, di numerose voci femminili, dalle autorevoli Fiama Hasse Pais Brandão, Sofia de Melo Breyner Andresen, Luíza Neto Jorge, Olga Gonçalves, Maria Teresa Horta e Rosa Lobato Faria, alle meno note Dora Santana, Helena Paz e Lurdes Loureiro, tutte accomunate dall’aver trattato un “tema maschile”.
"Partidas e regressos", "quotidianos", "guerra à guerra", "dever da guerra", "pensar a guerra", "memória da guerra" e "cancioneiro” sono alcune delle divisioni tematiche dell’antologia, che si chiude con il capitolo “Ainda", in cui figurano le poesie di Manuel Alegre e Fernando Assis Pacheco.

L'antologia è stata organizzata e presentata da Margarida Calafate Ribeiro e Roberto Vecchi. Alla conferenza ha presenziato anche il giornalista Joaquim Furtado.

lunedì 13 giugno 2011

"Salutations to Fernando Pessoa": un omaggio al grande poeta portoghese

È nota la vastità e profondità dell'opera di Fernando Pessoa, poeta del paradosso che continua ad essere oggetto di studi critici, attenzioni di natura filologica e entusiasmi da parte dei lettori di tutto il mondo. Figura umana e letteraria complessa e controversa, il poeta portoghese è conosciuto per aver dato vita, all’interno di una Modernità letteraria originalissima e periferica, a quel processo di spersonalizzazione nominale, attraverso la creazione di molteplici maschere, meglio conosciute come eteronimi. La sua scrittura è stata influenzata e ha influenzato intere generazioni di scrittori e di poeti del secolo scorso. Gli esempi sono così abbondanti che sarebbe impossibile non travalicare i limiti ristretti del presente articolo.
In occasione dell'anniversario della sua nascita (13 giugno 1888), vi proponiamo forse una delle poesie più ironiche e sarcastiche su quello che negli ultimi decenni è diventato un vero e proprio autore di culto come il poeta portoghese, “Salutations to Fernando Pessoa”, di Allen Ginsberg (1926-1997).

Saudação a Fernando Pessoa
De cada vez que leio Pessoa penso
que me saí melhor do que ele fazendo a mesma coisa
de maneira mais extravagante - ele só vem de Portugal
eu sou da América o maior país do mundo
agora mesmo no final do século XX e se Portugal
teve um grande império no século 15 não interessa
agora encolhido a um canto da Penísula Ibérica
enquanto Nova Iorque por exemplo, vejam Nova Iorque
e se a cidade do México é maior N.I. é mais rica pensem no Empire State
Building até há pouco o maior arranha-céus do mundo -
seja como for eu gozei 61 anos do século XX
Pessoa desceu a rua do Ouro só até 1936
Ele apossou-se de Witman por isso eu apossei-me de Pessoa não
interessa o que digam porque ele está morto e não se importaria

Como é que me saí melhor que Pessoa?
Conhecido em 4 Continentes tenho 25 livros em inglês e ele só 3
é em grande parte português, mas a culpa não é dele -
Os EUA são um país maior
uns meros 2 triliões condenados a passarem-se
O trabalho sujo de Reagan uma aberração do Século Americano
não representando a nossa Nação que Witman cantou em modo épico
embora preocupado com as "Democratic Vistas"
Como budista ficou pouco ufano da minha superioridade sobre Pessoa
Eu sou humilde Pessoa fazia uma diferença louca,
embora aparentemente paneleiro - igual a Sócrates,
considerem Michelangelo Da Vinci Shakespeare
o inestimável camarada Walt
Na verdade também fui suspeito na juventude uma mera bagatela
A própria Ciência destrói camadas de ozono nesta era anti-Estalinistas
envenenam a terra inteira com comunismo anti-radioactivo
Talvez eu tivesse fingido um pouco
raramente em verso, só parar proteger a reputação de outros
Francamente demasiado Cândido quanto à minha mãe com boas intenções
Pessoa falou da mãe? Ela é interessante,
poderosa para dar à luz sêxtuplos
Alberto Caeiro Álvaro de Campos Ricardo Reis Bernardo Soares & Alexander
Search ao mesmo tempo
que Fernando Pessoa o próprio um sexofrénico clássico
Confundindo personas não tão populares
fora do minúsculo reino de Portugal (até há pouco um estado policial de segunda)
Deixem-me chegar ao que interessa eh esqueci-me do que era
mas decerto me dá prazer fazer comparações entre este Ginsberg & Pessoa
de quem as pessoas falam na Ibéria e pouco nos livros em inglês
hoje a grande língua diplomática do mundo que se estende até à China
Além disso ele era um minorca, ele próprio o admite na interminável "Saudação a Walt Witman"
Enquanto eu tenho 1,72 m de altura
um pouco acima da média mundial, sem presunção,
Estou a falar seriamente sobre mim & Pessoa.
De qualquer modo ele nunca me influenciou, nunca li Pessoa
antes de ter escrito o meu célebre "Uivo" já traduzido  em 24 línguas
nunca Pessoa me infleiciou com ansiedade até hoje
Meia-noite de 12 de Abril de 88 o dar uma olhadela ao livro dele
decerto me influenciou de passagem, será razoável
mas ler uma página em tradução dificilmente prova "Influências".
Voltando a Pessoa, o que é que ele tinha para escrever? Whitman,
(Lisboa, o mar, etc.) um método peculiarmente verborreico,
diarreia oral dizem alguns - Pessoa Parlapatoa

Traduzione di Helena Barbas. È possibile leggere il testo in lingua originale qui http://amesadeluz.blogspot.com/2010/03/ora-vamos-la-salutations-to-fernando.html.


È chiaro nella poesia di Allen Ginsberg il riferimento al precendente testo di Fernando Pessoa, “Saudação a Walt Whitman”, scritto nel 1915 dall'eteronimo Álvaro de Campos. L'ode del poeta portoghese a Walt Whitman, è considerato dalla critica letteraria il secondo grande tributo “ispanico” allo scrittore americano – posteriore rispetto al sonetto di Rubén Dario “Walt Whitman” del 1890, e precedente a “Oda a Walt Whitman” di García Lorca, del 1930. La pretesa di Álvaro de Campos in “Saudação a Walt Whitman”, non è tanto quella di essere un ammiratore appassionato dello scrittore americano, quanto piuttosto di esserne l'incarnazione. Ed è proprio a tale pretesa che Allen Ginsberg si opponeva, per costruire la sua poesia, “Salutations to Fernando Pessoa”. Attraverso un gioco di specchi senza fine, Ginsberg fa riferimento a Fernando Pessoa, il quale è Àlvaro de Campos, che vuole essere l'incarnazione di Walt Whitman. “Salutations to Fernando Pessoa” viene intessuta su una fitta rete di paragoni, fra Ginsberg poeta e Pessoa poeta, Ginsberg uomo e Pessoa uomo. Vengono messi a confronto le due lingue – inglese e portoghese - e i rispettivi paesi di appartenenza, un confronto in cui il secondo termine di paragone ne esce inevitabilmente sconfitto. Questa interdiscorsività testuale, oltre a dimostrare la stratificazione del soggetto poetico, voluta dallo stesso Pessoa, conferma la costruzione eteronimica come rami di un unico albero in cui convergono le diverse voci poetiche. E forse è proprio questa chiave di lettura a risultare la più appropriata per la poesia di Ginsberg, e non il sarcasmo con cui vengono costruiti i paragoni. Del resto, Ginsberg non smise mai di proporre ai suoi studenti l'opera di Pessoa.

venerdì 10 giugno 2011

João Gilberto compie oggi 80 anni

João Gilberto è considerato uno dei padri della Bossa Nova, insieme a Vinicius de Moraes e António Carlos Jobim.
La data ufficiale di nascita della Bossa Nova è generalmente fatta coincidere con l'uscita, nel 1958, del disco Canção do amor demais della cantante Elizete Cardoso, su musiche di Antonio Carlos Jobim e testi di Vinicius de Morães, che conteneva la canzone Chega de saudade, nella quale suonava proprio João Gilberto. Il successo di Chega de saudade fu clamoroso e la canzone è considerata  il primo esempio completo di bossa nova, soprattutto per la presenza della caratteristica "batida", un modo particolare di usare la mano destra sulle corde della chitarra: senza arpeggio, ma alternando il pollice sui bassi al contemporaneo pizzicare le corde delle altre dita. La batida di João Gilberto viene definita dal musicologo Walter Garcia in questo modo «une combinaison rythmique entre la régularité de la basse et l'irrégularité des accords». João Gilberto ha inventato anche un nuovo modo di cantare, quasi sussurrando la canzone;
una testimonianza importante ci viene fornita da Ruy de Castro nel famoso libro Chega De Saudade:

Ai tempi dell’”Orfeu da Conceição”, João Gilberto, allontanatosi da Rio, non immaginava cosa stava avvenendo tra Tom e Vinicius e suonava a Porto Alegre dove conquistava il pubblico locale. Si dedicava anima e corpo alla chitarra. Sentiva di essere sul punto di tirar fuori, da quelle corde, l’insieme di accordi desiderato, che non riusciva ancora a raggiungere. Per questo si mise a suonare la chitarra giorno e notte, chiuso in camera, come preso da un’ossessione. Ripeteva lo stesso accordo milioni di volte, quasi senza la minima differenza tra un’esecuzione e l´altra... e cantando con voce più bassa, cioè senza farla vibrare, poté accelerare o ritardare il ritmo a proprio piacimento, arrivando a raggiungere il tempo desiderato. Per farlo, cambiò il modo di emettere la voce, usando più il naso e meno la bocca. Da queste prove solitarie nasce quel ritmo tipico della chitarra che semplifica la “batida”, il battere del samba - come se stesse suonando solo con i tamburelli - ma che era flessibile e sufficiente per accompagnare qualunque tipo di musica, e quindi non era solamente una cosa nuova. Era esattamente quello che desiderava raggiungere.

(Ruy Castro, Chega de Saudade - Storia e storie della bossa nova, Angelica Editore, 2005).

La chitarra di Gilberto è stata anche definita come violão gago, cioè “balbuziente”, a causa della “sfasatura” tra gli accenti ritmici dell’accompagnamento e quelli della melodia, ricca di sincopi.

10 de Junho: "dia de Portugal, de Camões e das Comunidades Portuguesas"

Il 10 giugno in Portogallo è ricordato come “o dia de Portugal, de Camões e das Comunidades Portuguesas”. La storia e il significato della commemorazione del poeta più importante del Portogallo coincide con il Giorno del Portogallo e delle Comunità Portoghesi.
Il Giorno di Camões è una ricorrenza che risale al 1910, anno dell'istituzione della Repubblica. Poco tempo dopo la proclamazione della Repubblica, fu emesso un decreto che voleva riformare il calendario delle feste nazionali. Alcune festività vennero abolite, in particolare di carattere religioso, in nome di una maggiore laicità di Stato. Le ricorrenze che rimasero in vigore in seguito al decreto, furono quelle del 1 gennaio, “Dia da Fraternidade”; il 31 gennaio, dedicato ai Martiri della Repubblica; il 5 ottobre, omaggio agli eroi della Repubblica; il 1 dicembre, giorno dell'Indipendenza e della Bandiera; il 25 dicembre doveva essere considerato il Giorno della Famiglia, nel tentativo di laicizzare anche questa festività religiosa. Il decreto successivo del 12 giugno concedeva la possibilità ai municipi di scegliere un giorno dell'anno che rappresentasse le commemorazioni locali. Lisbona decise di dedicare il 10 giugno alla celebrazione del poeta Luís de Camões, essendo questa la data della sua morte.

Col tempo, la commemorazione diventò festa nazionale, arricchendosi di ulteriori significati – Giorno del Portogallo e delle Comunità Portoghesi. La storia della festività, nonostante sia stata celebrata senza interruzioni nel corso degli anni, è particolarmente controversa e dipendente dagli avvenimenti politici che hanno caratterizzato il Portogallo nel secolo scorso. Ci stiamo riferendo agli anni do Estado Novo. Fu proprio il regime di Oliveira Salazar che trasformò la celebrazione del poeta in festività nazionale, attraverso una massiccia propaganda in tutto il paese. Il 10 giugno, continuò a essere il Giorno di Camões, secondo la volontà del regime di mantenere una certa continuità con la Repubblica, ma ne stravolse il significato originario. Era pratica consueta del regime appropriarsi degli eroi portoghesi, per rileggerli in chiave nazionalistica. Nel 1944 Salazar indicò il Giorno di Camões come “o Dia da Raça Portoguesa”.
La rivoluzione dei Garofani fu l'occasione per ribattezzare la festività come “O Dia de Portugal, de Camões e das Comunidades Portuguesas”.

Fonte: articolo di Ana Correia Costa, Jornalismo Porto.net

Concludiamo con un omaggio al poeta Luís de Camões.

Eu cantarei de amor tão docemente
 
Eu cantarei de amor tão docemente,
Por uns termos em si tão concertados,
Que dois mil acidentes namorados
Faça sentir ao peito que não sente.
 
Farei que amor a todos avivente,
Pintando mil segredos delicados,
Brandas iras, suspiros magoados,
Temerosa ousadia e pena ausente.
 
Também, Senhora, do desprezo honesto
De vossa vista branda e rigorosa,
Contentar-me-ei dizendo a menor parte.
 
Porém, pera cantar de vosso gesto
A composição alta e milagrosa
Aqui falta saber, engenho e arte.
 
                    Luís Vaz de Camões

sabato 4 giugno 2011

Filme do Desassossego

“Filme do Desassossego” è l'adattazione cinematografica del capolavoro letterario “O Livro do Desassossego”, scritto da uno degli eteronimi di Fernando Pessoa, Bernardo Soares.
L'attore principale, Cláudio da Silva, interpreta Bernardo Soares, aiuto contabile che vive in un appartamento in affitto in Rua dos Douradores, a Lisbona. Fra lamenti, elucubrazioni mentali e meditazioni solitarie, vengono rivelati i suoi pensieri più intimi, le sue teorie sulla letteratura e sulla vita, frammenti di inquietudine in un universo immaginario, dove le domande non ottengono risposte e le risposte nascono senza domande. Un film intenso, ricco, fatto di scene forti, dove i corpi danzano plastici, nudi come il libero pensiero; il colore conquista e seduce, come il rosso delle nuvole che corrono sopra Lisbona o il rossetto della bella educatrice; la luce gareggia con l'ombra, in un gioco di contrasti; l'immagine nasce insieme alla frenesia della parola e tende alla ricerca di ciò che non si incontra e il desiderio per ciò che non si può avere; gli oggetti acquistano un significato proprio, ontologico, come i sandali rossi, simbolo di seduzione e pericolo. Il tutto nasce da un ambiente decadente, la Lisbona notturna, sporca, viziata e attuale, dove il caos urbano ben rispecchia l'inquietudine interiore.

Il film, acclamato dalla critica, è stato presentato lo scorso autunno in Portogallo, fuori dai circuiti cinematografici tradizionali. Il regista João Botelho è riuscito sapientemente a fondere insieme poesia e teatralità. Uno spazio importante viene occupato dalla musica, dall'orchestra al fado, dal Rap ai cori clericali. “ Marcha fúnebre para o rei Luís II da Baviera” di Eurico Carrapatoso, brani di Caetano Veloso, Lula Pena o della cantante di fado Carminho fanno da sfondo sonoro alle belle immagini sulla scena.

Uno dei trailer del film: 


Ho sofferto in me, con me, le aspirazioni di tutti i secoli, e hanno passeggiato insieme con me, sulle rive ascoltate del mare, le inquietudini di tutti i tempi. Ciò che gli uomini hanno voluto e non hanno fatto, ciò che facendo hanno ucciso, ciò che le anime sono state e nessuno ha detto: di tutto questo si è formata la sensibilità dell'anima che mi conduceva a passeggio di notte in riva al mare.

Sento la vita come apocalisse e cataclisma. Ogni giorno cresce in me l'incapacità di abbozzare un gesto, addirittura di vedermi affrontare chiare situazioni reali.

"O livro do Desassossego", Bernardo Soares, traduzione di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi

venerdì 3 giugno 2011

Un anno fa le ultime parole di José Saramago

Esattamente un anno fa, José Saramago si preparò, come ogni giorno, a vedere il telegiornale delle tre del pomeriggio. La notizia di apertura catturò tutta la sua attenzione: la Nave della Pace, che aveva l’obiettivo di rompere l’isolamento della Striscia di Gaza e che trasportava materiale sanitario e scolastico, era stata attaccata dall’esercito israeliano con una violenza inaudita. Saramago osservava le immagini come ipnotizzato, forse pensando che se non fosse stato per quella brutta malattia anche lui sarebbe stato lì. Poi queste parole lo commossero in modo particolare: “Tra l’equipaggio della flotta della pace anche lo scrittore svedese Henning Mankell”. I suoi occhi si riempirono immediatamente di lacrime e Saramago chiese di accedere al suo blog, per poter scrivere semplicemente: “Grazie, Mankell”. Quel pomeriggio Saramago pianse perché si sentiva impotente, non poteva fare nulla né per i morti né per le vittime del blocco israeliano. Pianse anche per l’emozione, perché Mankell, uno scrittore come lui, si trovava lì, come se questo gesto potesse salvarli tutti.
Il 2 giugno 2010 José Saramago chiudeva il suo blog con queste parole: “Obrigado, Mankell”. Morirà sedici giorni dopo.  

giovedì 2 giugno 2011

Uma noite com Pessoa

Oggi, giovedì 2 giugno, la poetessa brasiliana Maria Lúcia Dal Farra è la seconda ospite della Casa Fernando Pessoa nell’ambito dell’iniziativa  “Uma Noite com Pessoa”, inaugurata lo scorso 19 maggio con lo scrittore João Gilberto Noll, e che vedrà prossimamente la partecipazione di valter hugo mãe, Eduardo Pitta, Lídia Jorge, Luísa Costa Gomes, Nuno Júdice, Rui Zink, Jacinto Lucas Pires, José Eduardo Agualusa, José Mário Silva, José Tolentino Mendonça e Jaime Rocha. 
Questi scrittori  sono stati invitati a passare una notte nella stanza in cui Pessoa trascorse gli ultimi quindici anni della sua vita e la loro esperienza diventerà materiale per un libro che verrà pubblicato il prossimo anno.