venerdì 3 giugno 2011

Un anno fa le ultime parole di José Saramago

Esattamente un anno fa, José Saramago si preparò, come ogni giorno, a vedere il telegiornale delle tre del pomeriggio. La notizia di apertura catturò tutta la sua attenzione: la Nave della Pace, che aveva l’obiettivo di rompere l’isolamento della Striscia di Gaza e che trasportava materiale sanitario e scolastico, era stata attaccata dall’esercito israeliano con una violenza inaudita. Saramago osservava le immagini come ipnotizzato, forse pensando che se non fosse stato per quella brutta malattia anche lui sarebbe stato lì. Poi queste parole lo commossero in modo particolare: “Tra l’equipaggio della flotta della pace anche lo scrittore svedese Henning Mankell”. I suoi occhi si riempirono immediatamente di lacrime e Saramago chiese di accedere al suo blog, per poter scrivere semplicemente: “Grazie, Mankell”. Quel pomeriggio Saramago pianse perché si sentiva impotente, non poteva fare nulla né per i morti né per le vittime del blocco israeliano. Pianse anche per l’emozione, perché Mankell, uno scrittore come lui, si trovava lì, come se questo gesto potesse salvarli tutti.
Il 2 giugno 2010 José Saramago chiudeva il suo blog con queste parole: “Obrigado, Mankell”. Morirà sedici giorni dopo.