sabato 5 febbraio 2011

"O livro"

 Lo scorso 24 settembre è stato presentato a Lisbona O Livro, pubblicato dalla casa editrice portoghese Quetzal, e non ancora tradotto in Italia. L’ultima opera di José Luís Peixoto, come lo stesso titolo suggerisce, è un romanzo ambizioso, che dipinge il volto del Portogallo negli ultimi cinquant’anni e pone al centro della sua narrazione la massiccia emigrazione portoghese verso la Francia negli anni sessanta. Un esodo segnato da sacrifici estremi, una lotta per la sopravvivenza che ha simboleggiato, e in qualche modo accompagnato, le più grandi trasformazioni del paese. Il libro è diviso in due parti: la prima, che si sviluppa per circa 200 pagine, parla specificatamente dell’emigrazione, in chiave drammatica e molto realistica. L’autore ci cattura fin da subito con l’incipit del libro “A mãe pousou o livro nas mãos do filho' e, con la perizia di un grande narratore, ci coinvolge all’interno di una trama ben ordita, introducendo il lettore nello spazio e nel tempo di un mondo rurale, che richiama il villaggio di Galveias, dove Peixoto nacque e trascorse la sua infanzia. Una madre abbandona il figlio per poter emigrare e, dopo numerose peripezie, coincidenze, amori disillusi, libri e biblioteche, riesce a reincontrarlo. È già il 25 Aprile, l’altro 25 Aprile, quello della Rivoluzione dei Garofani, con una seconda generazione di emigranti che sono portoghesi in Francia e francesi in Portogallo. O Livro ripercorre la storia recente del Portogallo, gli avvenimenti più importanti degli ultimi decenni. Il tema principale, dicevamo, è quello dell’emigrazione portoghese in Francia negli anni sessanta. Furono migliaia i portoghesi che varcarono i Pirenei alla ricerca di una vita migliore. Gli stessi genitori di Peixoto emigrarono in Francia in quegli anni, per rientrare in patria due anni prima della nascita dello scrittore. Quello dell’emigrazione fu un fenomeno massiccio ed epocale, che segnò il passaggio da una società rurale a una società urbana e cosmopolita. A questo punto della narrazione non è ancora dato di sapere che O Livro del titolo è molto più di quel “libro” posto dalla madre nelle mani del figlio, e che il “libro” multiforme di Peixoto contiene a sua volta altri libri. La seconda parte del romanzo, infatti, introduce un personaggio curioso e affascinante, che ha un nome ancora più strano: Livro. È questo il suo nome, il nome del ragazzo. E questa parte è un brillante delirio sulla letteratura, bibliofilia, Portogallo, emigrazione, culture diverse. Partendo dal recupero della memoria collettiva, dove sono le storie degli individui a dare forma e spessore all’identità comune, José Luís Peixoto sviluppa forse l’aspetto più coinvolgente e attuale del suo romanzo. Lo scrittore è rimasto molto colpito dalle grandi trasformazioni che ha registrato il Portogallo negli ultimi decenni, e ne analizza le implicazioni più profonde sia a livello della vita individuale che sociale. O Livro, quindi, parte da lontano per approdare al tempo presente, rappresentando sul proscenio della narrazione, attraverso il tema dell’emigrazione, il cambiamento epocale che ha segnato il Portogallo ridefinendone l’identità. Una trasformazione che ha cambiato la vita dello scrittore come quella dei suoi connazionali, e che è possibile ripercorrere nella lettura di questo romanzo.


José Luís Peixoto, nato nel 1974 a Galveias, un piccolo villaggio dell'Alentejo nel sud del Portogallo, è poeta, narratore e drammaturgo. Ha ricevuto in Portogallo numerosi riconoscimenti, tra cui, nel 2001, il prestigioso Premio José Saramago con il suo primo romanzo Nessuno sguardo. Tradotto in dodici paesi, in Italia sono stati pubblicati Questa terra ora crudele, Nessuno sguardo, Una casa del buio, la raccolta di racconti L'antidoto e Il cimitero dei pianoforti.