domenica 25 marzo 2012

Addio ad Antonio Tabucchi



Antonio Tabucchi, si è spento questa mattina, all’età di 68 anni, nell’ospedale della Cruz Vermelha di Lisbona. Lo scrittore pisano, fortemente legato a Lisbona e al Portogallo, ha contribuito a diffondere in Italia l’opera di Fernando Pessoa, soprattutto grazie alla sua attività di traduttore e saggista. 

Antonio Tabucchi ha pubblicato più di 30 libri, che vanno dal romanzo alla poesia, passando per il teatro e la scrittura saggistica. Il suo primo libro, Piazza d’Italia, venne pubblicato nel 1975 dalla casa editrice Bompiani. Tra le opere più conosciute e apprezzate di Tabucchi ricordiamo: Il gioco del rovescio (1981), raccolta di racconti in cui “la sua personalità di scrittore si afferma nella sua peculiarità, richiamando la lezione dell’amato Pessoa e tematizzando l’idea del rovescio come filo conduttore dell’esistenza, «unità contraddittoria» che inquieta, seduce e allarma ma conduce a una conoscenza più profonda del mondo” (Corriere della Sera); Donna di Porto Pim (1983); Piccoli equivoci senza importanza (1985); Requiem (1992); Sostiene Pereira (1994), premio Viareggio e premio Campiello, il cui personaggio protagonista diventa simbolo della libertà d'informazione per gli oppositori di tutti i regimi antidemocratici. L'ultimo libro pubblicato è Racconti con figure, edito da Sellerio nel 2011.

Con una maratona di lettura integrale di Requiem, il prossimo 2 aprile, la Casa Fernando Pessoa renderà omaggio allo scrittore italiano a cui "Portugal ficou a dever muito", come ha affermato la direttrice Inês Pedrosa.


Pensa come è falsa la scrittura, con quella sua prepotenza implacabile fatta di parole definite, di verbi, di aggettivi che imprigionano le cose, che le candiscono in una fissità vitrea, come una libellula restata in un sasso da secoli che mantiene ancora la parvenza di libellula ma che non è più una libellula. Così è la scrittura, che ha la capacità di allontanare di secoli il presente e il passato prossimo: fissandoli. 

(A. Tabucchi, Piccoli equivoci senza importanza, Feltrinelli, Milano, 1998, p. 64)

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