mercoledì 6 marzo 2013

Novità Urogallo: "Non si scrivono più lettere d'amore", di Mário Zambujal


Mário Zambujal,

Non si scrivono più lettere d'amore

Copertina dell'edizione portoghese
(Urogallo, 164 pp., 13,00 €, traduzione dal portoghese di Angela Fedele)


Duarte è un giovane viveur che, tra le notti di glamour passate nel Gran Casinò Internazionale di Monte Estoril, i pomeriggi di caffè allo Chave d’Ouro, al Palladium o al Martinho del Rossio e la vita bohémienne dei night club della capitale, vede il suo cuore travolto da una giovane alta, snella, bionda e dal sorriso luminoso, che risponde al nome di Erika.
Mário Zambujal ci riporta, in questo romanzo dalla prosa chiara e originale, intrisa di humour, immaginazione e sensibilità, in un viaggio di immagini e memorie, alla Lisbona degli anni ‘50. Un’epoca di appetiti ed eccessi. Di passioni e sventure. Era un tempo in cui c’era tempo. Si scrivevano addirittura lettere d’amore.


A un certo punto, decisi che non potevo rimanere tutta la notte impalato; feci appello al mio poco coraggio e mi dissi: «E sia quel che Dio e lei decideranno». Mi avvicinai lesto al tavolo di Erika e, una volta lì, mi assalì una sensazione di sconfitta e di ridicolaggine. Alla fine balbettai: «Non ha voglia di ballare con me, vero?». Forse saranno stati pochi secondi, durante i quali tutti mi guardarono zittiti, ma a me sembrò un tempo immenso e sinonimo di disapprovazione. Il gelo, se lo era, venne rotto dalla grossa risata dell’avvocato, seguita da un rimprovero: «Quanta timidezza! E che pessimismo, mio giovane amico! Per quale motivo Erika non dovrebbe ballare con lei?».


Mário Zambujal, nato a Moura nell’in­terno dell’Alentejo nel 1936, è prima di tutto uno dei più famosi giornalisti spor­tivi portoghesi. Continua infatti a definir­si «un giornalista che scrive per diletto», malgrado abbia al suo attivo una decina di titoli di narrativa che hanno ottenuto un notevole successo di pubblico. Autore di grande ironia, riesce spesso a raccontare la quotidianità di una certa Lisbona in ma­niera più azzeccata di tanti altri scrittori contemporanei.

 
 
 

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