Il reportage di Gad lerner diventa e-book dopo un quarto di secolo
Il 22 dicembre 1988
veniva assassinato davanti alla sua casa di Xapuri, dove era nato 44 anni
prima, Chico Mendes. Pagava così con la vita la lotta alla riforma agraria
voluta dai latifondisti che aveva contrassegnato la sua breve, ma intensa
esistenza, tutta dedita alla difesa dei lavoratori e dei popoli della foresta
amazzonica brasiliana. Descriverlo come sindacalista e politico sarebbe
sminuirne la figura: Mendes resta un mito internazionale dell'ambientalismo,
un'icona del commercio equo-solidale.
Quanti, al pari di
Francisco Alves Mendes Filho (questo il suo vero nome) possono vantare tante
canzoni composte in sua memoria? Basti pensare a: "Ricordati di
Chico" dei Nomadi, a "Cuando los angeles lloran" dei Manà, a
"How many people" di Paul McCartney o a "Tëra dël 2000" dei
Mau Mau, per citarne alcune. Non si contano poi le strutture (dai parchi
naturali alle scuole) a lui intitolate, ma cosa ancor più rara è che gli sia
stata dedicata una nuova specie di uccelli, lo "Zimmerius
chicomendesi", scoperta in Amazzonia nel 2013 da un gruppo di studiosi
della Louisiana State University.
Per commemorare
degnamente la figura di Chico Mendes si potrebbe ripercorrere la sua imponente
biografia, mai abbastanza celebrata, o focalizzarsi su alcuni episodi. "Il
diario portoghese" sceglie un'altra via: l'opportunità offerta del
reportage, riedito a distanza di 25 anni, che un inviato italiano pubblicò poco
dopo la morte di Mendes reduce dal viaggio in quella sperduta regione. Si
tratta di Gad Lerner, allora inviato de L'Espresso, il cui lungo racconto viene
ora ripubblicato in edizione e-book da Feltrinelli (prezzo on line E 1,99).
Nell'introduzione dello stesso autore, "Il diario portoghese" ha
colto infatti, oltre alla perdurante
emozione, anche una serie di considerazioni sui poderosi cambiamenti
intervenuti nel frattempo ("il mondo si è capovolto", dice) in
un'area del pianeta tanto cara al nostro Blog, da volerle condividere coi suoi
lettori.
"Un quarto di
secolo fa, atterrando dopo oltre venti ore di volo e parecchi scali a Rio
Branco, capitale dello Stato amazzonico dell’Acre, nel Brasile
nord-occidentale, ero convinto -scrive Gad Lerner- di aver raggiunto una
delle contrade più remote e marginali del nostro pianeta. Da poco era stato
assassinato, il 22 dicembre 1988, quello che a noi europei appariva come un
personaggio affascinante ma tutto sommato esotico: il sindacalista dei
raccoglitori di caucciù Chico Mendes, fondatore dell’Unione dei popoli della
foresta in lotta con i latifondisti che si arricchivano distruggendo a ritmi
forsennati l’ultimo polmone verde di un’umanità soffocata
dall’industrializzazione".
"Ricordo che mi
aveva colpito, una volta giunto nel suo sperduto villaggio di Xapurì,
immaginare Chico Mendes volato a Washington per rappresentare al Senato degli
Stati Uniti d’America gli interessi dei seringueiros. Anche perché l’anno prima
-aggiunge Lerner- proprio nella capitale Usa avevo partecipato a un
controvertice delle organizzazioni non governative riunite per contestare il
summit della Banca mondiale: l’embrione di una rete planetaria che nei decenni
a venire avrebbe dato luogo ai World Social Forum, da Porto Alegre in poi. È
questo il sommovimento che sta capovolgendo il baricentro del mondo. Con
l’accelerazione dovuta al collasso dell’economia occidentale e alla crescita
dei paesi emergenti.
"Sindacalisti come
Chico Mendes, che non a caso nel 1980 fu tra i fondatori del Pt (Partido dos
Trabalhadores) brasiliano, sono divenuti capi di Stato e di Governo in vari
paesi dell’America Latina: a cominciare da Ignacio Lula da Silva. Dobbiamo
loro, pur fra molte contraddizioni, processi di crescita economica -prosegue
Lerner- che hanno migliorato le condizioni di vita di interi popoli. Ma anche
l’esempio di leadership politiche degne là dove prima regnava il sopruso dei
più forti. E infine la delegittimazione del pensiero unico neoliberista che ha
egemonizzato troppo a lungo le istituzioni finanziarie globali. Chico Mendes,
dunque, è uno sconfitto le cui idee però si sono ramificate ben oltre la
foresta in cui germogliarono".
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