Di ragioni per visitare Lisbona ce ne sono tante e talmente note ai lettori del diario portoghese che eviteremo di rifare l’elenco dei luoghi più stimolanti agli occhi di un visitatore. Tentiamo piuttosto di offrire nuovi spunti tracciando percorsi meno usuali, ma non per questo meno interessanti. Vediamo, ad esempio, cosa può offrire Lisbona a un viaggiatore curioso di scienza. L’idea ci è stata sollecitata da una puntata di Radio3 Scienza trasmessa il 27 ottobre u.s. che ha attirato la nostra attenzione grazie al titolo accattivante: “Dal Pavilhão do Conhecimento al Museo di storia naturale, dall’oceanario al giardino botanico, a Lisbona fioccano i luoghi della scienza”. Come non seguirla col massimo interesse? Alcune informazioni emerse hanno messo in evidenza aspetti del Portogallo poco noti che danno lustro al Paese amato dal nostro Blog e abbiamo deciso pertanto di condividerle con chi ci segue.
Siamo venuti a
scoprire, ad esempio, che un Paese in fondo piccolo è un caso pressoché unico
in Europa per investimenti realizzati nella comunicazione della scienza. «L’investimento
nella comunicazione scientifica in Portogallo è iniziato circa 18 anni fa
quando è stata fondata l'agenzia nazionale “Ciência Viva”»
– ha ricordato ai microfoni di Radio3 Scienza Leonel Alegre, responsabile dell'area
espositiva lisbonese. «Fino ad allora non c’era interesse – ha
aggiunto – non c’erano "Science Center" tranne a Coimbra, città
universitaria, mentre oggi se ne contano una ventina. Il merito – ha precisato
Alegre – va all’allora Ministro da Ciência e da Tecnologia, José Mariano Rebelo
Pires Gago (fisico delle particelle oltre che politico), il quale ha deciso di
mettere molto impegno nella comunicazione della scienza e ha creato quest’agenzia,
convinto che in una società moderna sia uno strumento fondamentale».
Non è un caso, quindi, che il Governo portoghese preveda a tutt’oggi un
Ministero dell’educazione scientifica (Ministério da Educação e Ciência).
Per visitare
virtualmente il volto scientifico di Lisbona seguiamo l’iter suggerito dalla
trasmissione: con questo primo post partiamo dal classico Museu Nacional de
História
Natural e da Ciência che si trova nel centro della città,
affiancato dal Jardim Botânico. Con un
secondo post ci sposteremo in una struttura più recente situata nella zona
nord-est di Lisbona dove si trova il Pavilhão do Conhecimento che
ospita l'Oceanário.
Il Museo è innanzitutto
«un
luogo pieno di storia», ha ricordato la vicedirettrice Marta
Lourenço. Già prima di venire adibito a Museo, nel 1858, aveva alle spalle una
storia complessa e affascinante: un tempo era una chiesa gesuita con sei
cappelle per lato andate distrutte dal terremoto del 1775, per cui è stato
ricostruito su quelle rovine. Prima ancora, nel 17/mo secolo, aveva ospitato il
collegio gesuita, poi un altro collegio nel 18/mo secolo e più tardi, nel 19/mo
secolo, la sede di Escola Politécnica che dà il nome anche alla strada. Successivamente,
nei primi anni del 20/mo secolo, è diventato la sede della Faculdade de Ciências
dell'Università di Lisbona. «Nonostante tutti questi cambiamenti, per
400 anni – ha fatto notare Marta Lourenço – è rimasto sempre un luogo adibito
ad insegnamenti e formazione scientifica».
Lo spazio che occupa il
Museo è molto vasto, con tante sale in grado di ospitare sia le diverse
collezioni delle più diverse discipline (dalla paleontologia alla zoologia,
dall’astronomia alla mineralogia, ecc.) sia le mostre e include pure un ampio settore
interattivo dove fisica e matematica diventano un gioco da sperimentare. A un
certo punto del percorso il visitatore s’imbatte in una sala davvero speciale
da cui non può non restare colpito: l’Anfiteatro. Datato 1857, è il luogo in
cui si assisteva alle lezioni di chimica, oggi lì a testimoniare anche un modo
molto diverso di insegnare. «La zona riservata agli studenti – ha detto
Marta Lourenço – era scomoda e coi sedili duri, mentre quella riservata ai
professori era sontuosa come un palco teatrale. Ovviamente a quei tempi – ha
lamentato – non vi era alcuna donna né tra gli studenti né tra i docenti».
Altro fiore all’occhiello
del Museo, il laboratorio di Chimica della Escola Politécnica, giudicato «o
último grande laboratório do século XIX da Europa». Qui va
inserita un’altra pagina di storia verificatasi in tempi ben più recenti, l’incendio
catastrofico del 1978. Eccolo nel racconto della vicedirettrice del Museo: «Dopo
la rivoluzione dei garofani del 1974 e l’avvento della democrazia, in
Portogallo erano attivi movimenti contro-rivoluzionari e ci furono molte
agitazioni politiche. La Facoltà di Scienze era nota come facoltà rossa,
comunista e per questo poté essere oggetto di un attentato. Probabilmente uno
dei movimenti controrivoluzionari lasciò qui una bomba che esplose. Successe in
marzo nel mezzo della notte. I pompieri difesero il laboratorio di chimica al
millimetro perché era pieno di sostanze pericolose ed evitarono che bruciasse,
ma trascurarono il resto dell’edificio che andò completamente distrutto».
Tra le perdite di
incommensurabile valore dovute all’incendio figura la collezione nazionale
portoghese di storia naturale, una delle più importanti d'Europa per fauna
africana, grazie soprattutto alle ex colonie Angola e Mozambico.
Non si può parlare del
Museo tralasciando l’attiguo Giardino Botanico, che è anche monumento nazionale.
Dei 150mila visitatori l’anno che il Museo conta ben 80mila si devono proprio
al Jardim Botânico che in un’area di 4
ettari ospita 1493 specie. Perennemente trascurato sia a causa della sua
topografia tutta in pendenza, sia per la cronica insufficienza di risorse, sta
per risorgere per volontà degli abitanti di Lisbona. Vale la pena sentire com’è
potuto accadere: «Il Comune – ha riferito Martha Lourenço –
mette da parte una quota del budget annuale pari a 2 o 3 mln di euro all’incirca,
chiedendo ai cittadini come vorrebbero spenderli. Noi l’anno scorso ci siamo
candidati col Jardim Botânico e abbiamo
vinto mezzo mln di euro con cui portare avanti un progetto per riparare i
sentieri, costruire nuovi centri visita, migliorare i pannelli con le
indicazioni, rendendo il giardino più comodo per i visitatori».
I lavori sono iniziati nel settembre scorso e l’augurio è che i futuri
visitatori possano beneficiare dei miglioramenti realizzati già dai prossimi
mesi.
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