Invito al Pavilhão do Conhecimento e all’Oceanário nel Parque das Nações
Proseguiamo il nostro
giro nella Lisbona meno nota, alla scoperta dei luoghi capaci di attrarre i
visitatori curiosi di scienza. Avevamo visitato, nel precedente post del 17
novembre u.s., il Museu Nacional de História Natural e da Ciência e l’attiguo
Jardim Botânico, situati proprio nel centro della città. Oggi andiamo nella
zona Nord Est, al Parque das Nações, un’area gigantesca sorta in occasione dell’Expo
del 1998 sulla riva del Tago, dove ci si sposta a bordo della Teleferica da cui
si gode un’incantevole vista fino alle foci del fiume. Questa zona ospita due
luoghi scientifici importanti: il Pavilhão do Conhecimento e l’Oceanário, frutto
del grande fermento vissuto dalla comunicazione scientifica portoghese da
quando è stata fondata l’Agenzia nazionale Ciência Viva, 18 anni fa.
Avevamo lasciato che a parlare del forte investimento fatto dal Portogallo in questo campo fosse il responsabile dell’area espositiva lisbonese Leonel Alegre, dopo averlo ascoltato ai microfoni di Radio3 scienza nella puntata del 28 ottobre u.s. da cui avevamo tratto ispirazione. Riprendiamo le sue parole per inquadrare il Padiglione della Conoscenza, considerato il quartier generale dell’Agenzia Ciência Viva. Veniamo a sapere che all’inizio era totalmente dedicato al mare, mentre ora è un grande polo scientifico interattivo con tante aree diverse. «A differenza del Museo di Storia nazionale, qui non ci sono collezioni né oggetti preziosi – dice Alegre – ma solo mostre interattive in cui si può trattare dei più diversi argomenti: abbiamo parlato ad esempio dei dinosauri, della sessualità e la prossima mostra sarà sulla salute mentale».
Poiché la prima cosa
che colpisce chi entra nel padiglione, è la vista di un cavo sospeso a sei metri
d’altezza su cui a turno un visitatore sperimenta una pedalata avanti indietro
sulla bicicletta, conservando un’aria serena senza apparente timore di cadere,
sorge spontaneo chiedersi come ciò sia possibile. «Fondamentalmente – spiega
Alegre – c’è un contrappeso sotto la bicicletta che pesa talmente tanto da abbassare
il suo centro di massa. Quindi, a meno di essere molto molto pesanti, è
impossibile cadere. Se pesi meno di 100 kili, anche se affondi molto non cadi –
aggiunge – perché il contrappeso in basso è talmente pesante che è impossibile
riuscire a ribaltare la bici. Quel che può succedere, al massimo, è che oscilli
molto ai lati. Quel che dico di solito – conclude – è che la bici non può
cadere perché è già caduta, il peso è già giù». Quanto alla rete protettiva installata,
il responsabile dell’area espositiva sostiene che è lì solo per dare sicurezza,
ma è superflua. Serve solo a raccogliere gli oggetti scivolati dalle tasche dei
visitatori, soprattutto cellulari.
Sia il Padiglione sia l’Oceanário
esercitano forte attrazione sui bambini e sono molto frequentati dalle
famiglie. Lo annunciano le amache colorate su cui i piccoli visitatori si
dondolano davanti all’ingresso e lo conferma l’intera area espressamente
dedicata a loro. «Per accedervi un segnale avverte: in questa stanza devi
pensare come un bambino», fa notare il responsabile per le visite e
coordinatore degli animatori scientifici Lazlo Robert Zsiros. «Qui è tutto
colorato per coinvolgere i bambini, ma – precisa – senza dimenticare la scienza».
In tal senso si spiega ad esempio l’idea della parete di velcro: i bambini
possono indossare una tuta speciale fatta col tessuto dell’altra metà del
velcro, così possono giocare all’uomo ragno, arrampicarsi sul muro col velcro e
restare attaccati.
Nei due piani del
Padiglione c’è di che sbizzarrirsi: si va dal Laboratorio in cui si fanno pizza
e gelati con la chimica e poi si mangiano, all’area Thinkering in cui si pensa
con le mani e si fabbricano oggetti, persino le scarpe. Lungo il percorso si
incontrano molti exhibit interattivi dedicati al suono: affascina lo strumento
che suona semplicemente avvicinandoci le mani perché ne modifica la frequenza.
Colpisce pure l’arpa invisibile, dove al posto delle corde ci sono raggi laser
e ogni volta che intercetti un raggio senti il suono corrispondente. Mostre e
laboratori a parte, il fiore all’occhiello del Pavilhão do Conhecimento è una
scuola interna, un progetto pioniere a livello europeo. «Trenta scuole
elementari di Lisbona, a turno, trascorrono coi bambini una settimana qui
dentro nelle aule apposite. Questo – dice Zsiros – è proprio un modo di mettere
la scienza all’interno del programma scolastico». Non a caso il bando per
partecipare è aperto a scuole pubbliche e private provenienti da background
diversi. Non si paga niente, il Comune pensa anche al trasporto.
Altrettanto
coinvolgente per adulti e bambini, sempre all’interno del parco delle Nazioni,
è il gigantesco Oceanário, il più grande d’Europa e il secondo al mondo dopo
Osaka. Progettato dall’architetto americano Peter Chermayeff, è costato intorno
ai 60 mln di dollari. Consta di tre diverse aree su altrettanti livelli in cui
si ospitano specie che rappresentano quattro habitat. A giustificare perché si
chiami Oceanário anziché Acquario, lo spiega bene il sito ufficiale che scrive:
«la disposizione dei vari acquari nell’edificio vuole trasmettere il messaggio
che c’è solo un oceano globale. Per varie ragioni, tra cui la posizione attuale
dei continenti, l’oceano – ricorda il sito – è stato diviso artificialmente
dall’uomo in vari mari ed oceani, ma in realtà l’ambiente marino è un ambiente
continuo, che pone solo barriere fisiologiche alla libera circolazione degli
animali ai quattro angoli del pianeta. Qui i quattro habitat rappresentati
convergono sul centro dell’edificio rendendo l’idea di unicità degli oceani».
Per farsi un'idea dell’impatto
visito che suscita l’Oceanario, decidendo casomai che valga la pena vederlo coi
propri occhi nel prossimo viaggio a Lisbona, suggeriamo di collegarsi intanto
al link messo in coda per una visita virtuale.
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