Herberto Helder,
“la voce più folgorante della poesia portoghese contemporanea”, è morto lunedì
sera nella sua casa di Cascais, aveva 84 anni.
Come ha affermato Pedro Mexia, “non passerà molto prima che diventi evidente
che Herberto Helder è il poeta centrale della seconda metà del XX secolo, così come
Pessoa lo è stato della prima”.
Nato nel 1930 a Funchal, Madeira, Herberto
Helder pubblica le sue prime poesie nelle antologie Arquipélago (1952) e
Poemas Bestiais (1954), ma la vera opera d’esordio è O Amor em Visita, pubblicata nel 1958
dalla casa editrice Contraponto. A quell’epoca Herberto Helder faceva parte del
gruppo del Café Gelo, insieme a Mário Cesariny, António José Forte, Luiz
Pacheco, João Vieira e Hélder Macedo. Nel 1961 pubblica A Colher na Boca
il libro che lo avrebbe subito consacrato come una delle voci fondamentali
della poesia portoghese. Del 1963 è invece
Os Passos em Volta, molto più
che una semplice raccolta di racconti, che inizia così “Se eu quisesse,
enlouquecia”. Sempre negli anni 60 escono Poemacto (1961), Lugar
(1962), Electronicolírica (1964), poi reintitolato A Máquina
Lírica, Húmus (1967), Retrato em Movimento (1967).
Dopo un
primo annuncio della volontà di abbandonare la scrittura, seguito da un
silenzio durato diversi anni (ci saranno poi altri annunci e altri periodi di
silenzio), la pubblicazione di Cobra
(1977) segnerà l’inizio di un nuovo periodo creativo, di cui fanno parte O
Corpo o Luxo a Obra (1978), Flash (1980), A Cabeça Entre as Mãos
(1982) e il volume di prosa e poesia Photomaton & Vox (1979). Nel
1994, anno della pubblicazione di Do
Mundo, gli viene attribuito il Prémio Pessoa, immediatamente rifiutato dal
poeta.
Dopo più di dieci anni di assenza
dalla scena letteraria, ritornerà nel 2008 con A Faca Não Corta o Fogo, forse
il miglior libro di poesia portoghese del XXI secolo. Nel 2013 pubblica Servidões
e solo pochi mesi fa (giugno 2014) era uscito A Morte Sem Mestre, il suo
ultimo libro, che aveva segnato il suo passaggio alla Porto Editora e che gli
era valso critiche da più parti, rompendo per la prima volta il consenso quasi
assoluto che si era formato intorno alla sua opera.
Riconosciuto come uno dei maggiori esponenti della poesia portoghese
contemporanea, Herberto Helder è stato un artista enigmatico e amatissimo, divenuto
poeta di culto forse anche per la sua refrattarietà al sistema mediatico:
rifiutando interviste, premi, fotografie, conferenze aveva contribuito a creare
un mito attorno a sé, fatto che lo aveva reso ancora più appetibile ai media.
A proposito di A Morte Sem Mestre scrive Hélder Macedo:
“A Morte Sem Mestre é um livro de dilacerante poesia
e de extraordinária coragem. É o testemunho de uma alma que se recusa ser
roubada, mesmo pela morte que não pode estar longe, escrito quando a morte já
não pode ser oculta na linguagem em que se manifesta por ser uma realidade
cronologicamente próxima que é o fim de toda a linguagem e de toda a poesia.
Mais ainda, é o livro de um poeta que recusa imitar-se a si próprio. Que
desnuda a sordidamente gloriosa matéria humana que sustenta o mito em que o
pretenderam neutralizar. É carne viva arremessada a canibais desdentados”.
Se eu quisesse, enlouquecia.
Sei uma quantidade de histórias terríveis.
Vi muita coisa, contaram-me casos extraordinários, eu próprio...
Enfim, às vezes já não consigo arrumar tudo isso.
Porque, sabe?, acorda-se às quatro da manhã num quarto vazio, acende-se
um cigarro... Está a ver?
A pequena luz do fósforo levanta de repente a massa das sombras, a
camisa caindo sobre a cadeira ganha um volume impossível, a nossa vida...
compreende?... a nossa vida, a vida inteira, está ali como... como um
acontecimento excessivo...
Tem de se arrumar muito depressa.
Há felizmente o estilo.
Não calcula o que seja?
Vejamos: o estilo é um modo subtil de transferir a confusão e violência
da vida para o plano mental de uma unidade de significação.
Faço-me entender?
Não?
Bem, não aguentamos a desordem estuporada da vida.
HERBERTO HELDER
Os Passos em Volta
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