Trionfò nel 2006 con “História Trágica com Final Feliz” che vinse nel mondo 50 premi
È
firmato dalla portoghese Regina Pessoa il manifesto ufficiale della prossima
edizione del Festival International du film d’animation d’Annecy, in programma
dal 15 al 20 giugno. Non è casuale che gli organizzatori del Festival,
considerato l’epicentro mondiale del cinema di animazione, si siano rivolti
alla Pessoa per la realizzazione del poster ufficiale di questa 38/ma edizione,
visto che il legame tra Annecy e l’animatrice originaria di Coimbra data ormai
da parecchio tempo.
Era
ancora studentessa di pittura all’Università di Porto quando Regina -il cui
nome completo è Regina Maria Póvoa Pessoa Martins- cominciò a frequentare l’evento
della cittadina dell’Alta Savoia francese, partecipando a vari workshop nell’Espace
Projets fin dagli anni ’90. Laureatasi nel frattempo nel 1998, entrò in
concorso nel 2001 col suo secondo corto intitolato A Noite. Nel 2006 fu premiata col prestigioso “Cristal” per História Trágica com Final Feliz,
destinato a diventare in assoluto il film portoghese più premiato collezionando
ben 50 riconoscimenti. Nel 2011 fu chiamata a far parte della Giuria. Non
stupisce quindi che la stessa Pessoa abbia accolto con gioia l’invito a
disegnare il manifesto come testimonia la sua dichiarazione rilasciata alla
stampa portoghese: «Fiquei muito feliz com este convite, de um festival que me
tem tratado sempre muito bem».
La
notizia e l’immagine del poster sono già circolate in numerosi Paesi vista sia
l’importanza del Festival di Annecy sia la notorietà mondiale della Pessoa,
culminata nel 2012 col premio “Hiroshima” attribuitole al Festival
internazionale di animazione della città nipponica per il corto animato Kali, the Little Vampire. Notorietà a
parte, basta lo stesso manifesto (“cartaz” in portoghese, “affiche” in francese)
a catturare l’attenzione mediatica. Prima di illustrarlo, per meglio coglierne
il significato nei suoi dettagli, va detto che l’edizione 2015 del Festival è
dedicata alle donne, o meglio alla minoranza femminile che opera nel settore
del disegno di animazione e che il Paese ospite è la Spagna. In questa chiave s’inquadra
la figura della ballerina di flamenco, protagonista principale del poster.
Altro
personaggio di spicco il coniglio, in francese “lapin”, divenuto ormai la
mascotte del Festival per una curiosa coincidenza. Apparso per la prima volta
nel ’98 col primo trailer ufficiale dell’evento, piacque talmente che l’anno
successivo il pubblico lo richiese a gran voce e da allora non si iniziano i
lavori senza una corale invocazione “le lapin… le lapin!”. Regina Pessoa
precisa che il coniglio fa parte anche del suo mondo infantile, richiamandole
alla memoria Alice nel paese delle
meraviglie. Qui un riferimento biografico all’infanzia e all’adolescenza
dell’autrice è necessario: avendo trascorso i suoi primi 17 anni di vita in un
villaggio di poche anime fuori Coimbra e abitando una casa priva di televisore,
Regina ricorda di aver passato molto tempo a leggere, ad ascoltare i racconti
degli anziani nonché a colorare con la carbonella porte e pareti della casa di
sua nonna, incoraggiata da uno zio.
L’artista
portoghese dice di aver attinto ispirazione, per illustrare il manifesto, dal
suo universo personale: esprime ad esempio la sua passione per le ombre cinesi
affidandole alle mani, o meglio ai guanti bianchi, della ballerina di flamenco.
Altro esempio viene dalle luci e dalle ombre che creano quell’atmosfera magica
onnipresente pure nei suoi corti. Il suo personalissimo tratto è ben riconoscibile
dalla trama stessa dell’opera che crea l’illusione di trovarsi di fronte a un
tessuto, con tanto di trama e ordito. A impreziosire il poster contribuiscono
pure i contrasti cari alla Pessoa, qui esaltati dal rosso dell’abito sullo
sfondo giallo, brillante.
Questa
descrizione riguarda l’opera scelta dalla Commissione fra ben tre presentate
dall’autrice, che per ciascuna ha individuato una caratteristica. A suo
giudizio la giuria ha preferito “a mais universal e de maior impacto visual” rispetto alla seconda “mais intimista” e alla terza “mais lúdica e mais grande-público”. «Mas a direcção
disse-me - ha riferito in una dichiarazione alla stampa l’animatrice - que a
escolha foi difícil, porque tinham gostado das três». Al diario portoghese il
manifesto firmato Pessoa, se non si fosse capito, è proprio piaciuto. Se
abbiamo esagerato a trovarlo tanto bello, giudicate voi.
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