Scelta dal 31% su 20mila partecipanti al sondaggio giunto alla settima edizione
Refugiado. Non
stupisce che sia questa la parola scelta dai portoghesi come “palavra do ano”
per il 2015. Non parliamo dell’intera popolazione portoghese, chiaro, bensì di
quei 20mila che hanno partecipato all’ormai tradizionale sondaggio on line promosso
da Porto Editora con l’intento di stabilire una graduatoria tra i vocaboli
circolati maggiormente in rete nel corso dell’anno. I risultati sono stati
annunciati durante una cerimonia svoltasi il 4 gennaio u.s. nella Biblioteca
Municipal José Saramago a Loures, nel distretto di Lisbona. Refugiado ha registrato il consenso del
31% dei votanti, seguito da terrorismo
col 17% mentre al terzo posto si è posizionato acolhimento col 16%. Decisamente distaccate le altre parole in
lizza, composte da una rosa di dieci. Esquerda è la quarta con l’8%, poi drone col 7%, plafonamento col 6%, bastão de selfie col 5%, festivaleiro col 4%, infine superalimento
col 3% a pari merito con privatização.
Come sempre i dieci vocaboli candidati
vengono selezionati tramite un costante monitoraggio svolto da Porto Editora lungo
l’arco dell’anno sui media, sulle reti sociali oltre che nei suoi vocabolari.
Si tratta -come già specificato dal nostro Blog sui post relativi alle edizioni
2013 e 2014 - della maggior casa editrice portoghese, ben nota a chiunque studi
o pratichi la lingua grazie al ventaglio di offerte educative proposte anche
nel settore digitale, a partire dal celeberrimo dizionario Infopédia. Giunta
ormai alla sua settima edizione, l’iniziativa ben si attaglia con l’identikit
di Porto Editora, la quale dichiara di avere come principale obiettivo «sublinhar
a riqueza lexical e o dinamismo criativo da língua portuguesa, património vivo
e precioso de todos os que nela se expressam, acentuando, assim, a importância
das palavras e dos seus significados na produção individual e social dos
sentidos com que vamos interpretando e construindo a própria vida».
Non a caso, a ciascuna “palavra”
selezionata per il sondaggio, Porto Editora affianca un’esauriente spiegazione sul
perché della scelta e illustra il significato stesso della parola.
Soffermiamoci almeno sulla prima classificata, così da avere un esempio
concreto, attingendo direttamente dal sito ufficiale.
Refugiado. «O incremento de conflitos armados e a rápida desestruturação social nos países
do Médio Oriente, particularmente na Síria, originou um êxodo massivo de
pessoas que, deixando tudo para trás, na esperança de encontrarem um futuro
melhor na Europa, arriscam a vida em processos migratórios altamente perigosos,
e que muitas vezes têm um final trágico». E ancora: «re.fu.gi.a.do [rəfu'ʒjadu]
adjetivo, nome masculino 1. que ou pessoa que se refugiou ou abrigou 2. que ou
pessoa que abandonou o seu país para escapar a guerra, fome, condenação,
perseguição, etc. e que encontrou refúgio noutro país. Particípio passado de
refugiar».
Spulciando tra i media
portoghesi colpisce l’interesse destato dal sondaggio, come emerge dai
commenti, non esenti tuttavia da osservazioni critiche. Il lettore di un
giornale on line scrive «Que pena não haver votação para “inconseguimento”».
Concorde con l’atteggiamento di delusione per quello che ritiene un mancato o un
limitato accoglimento, quest’altro commento: «é a falta de palavra que devia de
ser mais votada?» Palesemente contrario, invece, a ospitare i rifugiati si
dichiara un altro lettore che così si esprime: «Refugiados? Diga antes
migrantes ilegais». Del resto, tutto il mondo è Paese. Anche in Portogallo, come
a casa nostra, si fronteggiano opposte posizioni al riguardo.
Il 13 settembre u.s. nell’ambito
del “Dia Europeu de Ação aos Refugiados”, alla grande manifestazione di Lisbona
confluita in Praça Marquês de Pombal dopo aver percorso Avenida da Liberdade
fino al Terreiro do Paço, cercò di opporsi una contro manifestazione
organizzata dal Partido Nacional Renovador tanto che la Polizia dovette separare
i due gruppi. A scontri fortunatamente evitati, della giornata resta vivo il
ricordo di quel migliaio di cittadini autoconvocatisi tramite reti sociali
sotto il nome di “Movimento de cidadãos” che sfilavano esibendo eloquenti
cartelli con scritte come “bem-vindos refugiados” e “fronteiras não, somos
todos irmãos”.
Per saperne di più: http://www.palavradoano.pt
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