domenica 12 maggio 2013

Lei Áurea: il 13 maggio di 125 anni fa veniva abolita la schiavitù in Brasile

Il 13 maggio di 125 anni fa veniva abolita la schiavitù in Brasile. A promulgare la cosiddetta Lei Áurea fu Dona Isabel, principessa imperiale nel ruolo di reggente, mentre il padre Dom Pedro II si trovava in viaggio in Europa. Per questo suo gesto Isabella, che era nipote di Francesco I delle Due Sicilie avendo come madre Teresa Cristina di Borbone-Due Sicilie, venne soprannominata “A Redentora”. Restò a lungo una figura molto amata dal popolo, tanto che a distanza di molti anni il Brasile ne richiese le spoglie, essendo Dona Isabel morta esule in Francia in seguito alla caduta della monarchia.

Il diario portoghese vuole ricordare questa importante data dell'ex colonia portoghese, senza sottacere tuttavia quanto ancora i brasiliani si interroghino sul loro pesante passato, chiedendosi addirittura se la parola schiavitù sia da considerarsi completamente archiviata o se il Brasile non sia tuttora un Paese razzista. Basta accostarsi a fonti attuali, circolanti in rete, per constatare quanto vivo sia il dibattito in merito.
 
Un anno fa, proprio in occasione dei 124 anni dell'anniversario della Lei Áurea gli studenti dell'Universidade Estadual de Campinas (UNICAMP), una delle tre università pubbliche dello Stato di São Paulo, hanno conversato col loro docente di storia prof. Rodrigo Miranda su questo argomento rendendo poi pubblica l'intervista. Contemporaneamente il noto giornalista Leonardo Sakamoto, coordinatore della ONG Repórter Brasil che rappresenta nella Comissão Nacional para a Erradicação do Trabalho Escravo, nel suo blog tornava diffusamente a parlarne. Non era la prima volta, visto che l'articolo apparso nel maggio 2010 aveva attirato l'attenzione dell'importante quotidiano italiano La Stampa, che lo tradusse in italiano. Non poteva certo passare inosservato un titolo così forte: "Brasile: è stata davvero abolita la schiavitù?".  
Benché le due prospettive citate, quella emersa dall'Università e quella del famoso giornalista siano diverse (la prima si interroga sul razzismo perdurante, la seconda sulla schiavitù), entrambe ripercorrono l'iter storico che portò all'abolizione della schiavitù, peraltro tardiva, trattandosi dell'ultimo Paese ad approvare la legge nell'intero Nuovo Mondo. La Lei Áurea fu infatti preceduta da leggi come l'Eusébio de Queirós del 1850 (che vietava il traffico interatlantico di schiavi), quella del Ventre Livre del 1871 (che garantiva la libertà ai figli nati da madre schiava, ma solo dopo il compimento della maggiore età, cioè i 21 anni) e quella dei Sexagenários del 1885 (che liberava tutti gli schiavi con oltre 60 anni di età quando l'età media di un negro in Brasile era di 40). Sullo sfondo di tutte e tre queste leggi pesava la legge inglese Bill Aberdeen del 1845, che consentiva gli assalti alle navi negriere in mare, avendo l'Inghilterra vietato il commercio di schiavi tra Africa e Americhe.
 
Quel che seguì alla Lei Áurea è forse più noto agli europei, i cui avi partirono in massa per il Brasile andando di fatto a rimpiazzare gli schiavi "liberati", nella veste però di "immigrati salariati". Questa nuova manodopera bianca era incoraggiata dalle Autorità Brasiliane che intendevano neutralizzare la forte presenza nera, fino a culminare nel progetto denominato di “branqueamento da população”. Prima di lasciare ai lettori del diario portoghese eventualmente interessati ad approfondire queste tematiche, i link degli articoli indicati, ci preme ricordare che se il 13 maggio si festeggia la fine della schiavitù, non meno importante per il Brasile è la data del 20 novembre. La Giornata della Coscienza Nera ("Dia da Cosciencia Negra"), è una festa ormai riconosciuta internazionalmente che commemora l'assassinio di Zumbi (avvenuto il 20 Novembre 1695), il leader del Quilombos dos Palmares considerato una sorta di Spartaco e che viene dedicata alla riflessione sull'inserimento dei neri nella società brasiliana.
“Lei Aurea, 124 anos. Mas parece que foi ontem” UOL Notícias - 13/05/2012 –

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