domenica 26 maggio 2013

Lisbona: il suo fascino continua a colpire dritto al cuore cinema e letteratura

"Un treno di notte per Lisbona", ora nelle sale, è solo l'ultimo esempio

Il fascino di Lisbona colpisce ancora, rimbalzando dalla letteratura al cinema. Prova ne sia il gradimento di pubblico e di critica al film attualmente in programmazione in Italia dall'evocativo titolo "Un treno di notte per Lisbona", tratto dall'omonimo best seller dello scrittore svizzero Pascal Mercier. Per un blog che si autodefinisce "delle culture che scrivono, parlano, pensano in portoghese" la conferma di come Lisbona vada dritta al cuore, non può che essere motivo di gioia. Benché in questo film diretto dal regista danese Bill August e interpretato dall'inglese Jeremy Irons, la capitale lusitana non sia la protagonista assoluta come avvenuto, invece, in "Lisbon Story" di Wim Wenders, l'anima lo è. Così come determinanti risultano i segni lasciati dalla recente storia salazariana che prima il romanzo, ora il film, hanno il merito di ricordare a chi già li conosce o di rivelarli a chi, magari troppo giovane, non sappia come sono andate le cose durante la dittatura terminata il 25 aprile 1974 con la "rivoluzione dei garofani".


Senza addentrarsi nell'enigma che è alla base del romanzo, e pertanto nella sua versione cinematografica, si può tuttavia notare che la figura di Amadeu Ignazio De Almeida Prado, essenziale alla trama narrativa, racchiude in sé tutte le peculiarità del carattere e della psicologia umana legati a quella terra e a quei luoghi che hanno stregato molti autori, Tabucchi in testa. E che, per questo aspetto, non deluderanno gli appassionati del genere. La recente uscita del film  "Un treno di notte per Lisbona" offre al diario portoghese lo spunto per fare una sventagliata sulla rosa delle precedenti pellicole che sono state, vuoi ispirate vuoi ambientate, nell'unica capitale europea in grado di vantare la presenza sia di un fiume (il Tago) sia di un porto sull'oceano (l'Atlantico). Rivisitiamoli insieme, in progressione temporale, con la speranza che l'elenco sia esaustivo. Partiamo dai più recenti, salendo a ritroso fino ai primi anni '80.
È del 2009 il film "Singolarità di una ragazza bionda" ("Singularidades de uma rapariga loura") tratto da una novella di Eça de Queiroz e diretto dal regista portoghese Manoel de Oliveira, alla veneranda età di 101 anni. Il racconto è incentrato sulla triste vicenda sentimentale di Macário, un contabile lisboeta.
È  del 2004 "Gioventù in marcia" ("Juventude em marcha"), realizzato da Pedro Costa nato nel '59 proprio a Lisbona, città di cui il regista mostra le periferie in rovina e i palazzoni popolari attraverso cui vaga un operaio capoverdiano.
È del 2000 “Il fantasma” ("O fantasma") diretto dal regista João Pedro Rodriguez (nato a Lisbona nel 1966) e portato in concorso alla 57ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il cui protagonista è un netturbino omosessuale che lavora di notte nella zona nord di Lisbona.
È del 2001 "Alla rivoluzione sulla due cavalli" dell'italiano Maurizio Sciarra, vincitore del Pardo d'Oro al 54° Festival di Locarno. Il road-movie, tratto dal romanzo omonimo di Marco Ferrari (Sellerio editore), vede due giovani studenti portoghesi partire da Parigi il 25 aprile '74 alla volta di Lisbona spinti dal desiderio di partecipare all'insurrezione pacifica contro la dittatura.
È del 1995 "Sostiene Pereira", diretto da Roberto Faenza e tratto dall'omonimo romanzo di Antonio Tabucchi, vincitore del Premio Campiello '94. Una curiosità: si tratta dell'ultimo film di produzione italiana con protagonista Marcello Mastroianni, nei panni del dottor Pereira. 
È del 1994 "Lisbon Story", autentico atto d'amore riservato dal tedesco Wenders alla città di cui esalta tutto il fascino, enfatizzato ulteriormente dalla colonna sonora affidata ai Madredeus, la cui fama da allora in poi si allargherà al resto del mondo.
È del 1993 "Il filo dell'orizzonte" ("O fio do horizonte") con la regia del portoghese Fernando Lopes, basato sul'omonimo romanzo di Antonio Tabucchi, (uscito per Feltrinelli nell'86) che ci porta in luoghi ben poco turistici di Lisbona, partendo dall'obitorio della città.
È del 1989 "Ricordi della casa gialla" ("Recordações da casa amarela") diretto da João César Monteiro, regista  morto a Lisbona nel 2003. Ha come protagonista un uomo anziano che vive in una pensione familiare di poche pretese nella zona vecchia di Lisbona.
È  del 1982 "Dans la ville Blanche", film diretto dal regista svizzero Alain Tanner, non doppiato in italiano. Narra la storia di Paul (l'attore Bruno Ganz), un uomo di mare in crisi che si rifugia a Lisbona, la "città bianca" del titolo.

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