lunedì 2 settembre 2013

Ex colonie e mine post-belliche: i “ratos-heróis” i migliori sminatori

IL “CRICETOMYS GAMBIANUS” ALL’OPERA IN ANGOLA E MOZAMBICO

Tutto cominciò con un sogno dell’ingegnere belga Bart Weetjgens che, da sempre interessato ai roditori, fin da piccolo li teneva come animali da compagnia: anni più tardi scoprì, grazie ad una rivista scientifica, che una particolare specie è efficacissima nel fiutare gli esplosivi. Questa premessa è necessaria per parlare sia di due Paesi cari al Diario portoghese come le ex colonie Angola e Mozambico, notoriamente costellati di pericolosissime mine quale eredità della lunghe e travagliate guerre civili di cui sono stati teatro, sia dell’impiego di un roditore come metodo per individuare le mine.

Benché il nome scientifico di questi roditori sia “cricetomys gambianus” è comprensibile che siano stati ribattezzati, per riconoscenza, “ratos-heróis”. Chissà se l’impiego in attività squisitamente umanitarie del mammifero forse meno amato del mondo, consentirà al topo un riscatto. Va precisato che il “ratos gigantes do Gambia”, questa la sua denominazione comune, ha delle caratteristiche particolari sia nell’aspetto sia nel carattere. Lungo da testa a coda come un procione, pesa fino a 2,8 chili. È molto socievole e di conseguenza molto facile da addestrare. La ricompensa per aver individuato le mine nascoste sotto il suolo grazie al suo speciale olfatto, avviene a suon di noccioline di cui va ghiotto, ma anche di carezze.

É già dal 2004 che questi ratti sono all’opera in Mozambico grazie all’apporto finanziario dell’Ong Belga APOPO che aveva iniziato a sperimentare l’idea di  Bart Weetinges nel 1997 trasferendo la sede principale in Tanzania presso l'Università dell'Agricoltura Sokoine, mentre in Angola sono approdati in tempi molto più recenti. APOPO opera in collaborazione con altre organizzazioni internazionali tra cui l’Ong norvegese APN, la tedesca Menschen gegen Minen e la svizzera Centre for Humanitarian Demining. Ma vediamo, in cifre, perché l’impiego dei topi è considerato addirittura più efficace rispetto a quello di personale specializzato munito di detentori di metallo: una persona impiega un giorno intero per analizzate solo 50 metri quadri di terreno minato, mentre un ratto impiega appena mezz’ora per testarne 100.

Se si pensa che nelle due ex colonie portoghesi ci sono km e km di territorio infestato da mine anticarro e antiuomo, il vantaggio è lampante. Inoltre questo mammifero è facilmente trasportabile ovunque in apposite gabbiette, si adatta ad ogni tipo di clima e di suolo e sa fiutare pure le mine non metalliche che sono sia le più diffuse sia le più insidiose. Ma non basta. C’è un'altra prerogativa costituita dal suo peso che, inferiore ai tre chili, non fa scattare la detonazione. Non c’è alcun pericolo, quindi, per l’incolumità del ratto, a differenza di quanto può accadere a una persona o a un cane, potenziali vittime della loro opera di sminamento.

Una buona notizia, questa, pure per gli animalisti e tanta nuova speranza per le famiglie i cui componenti, soprattutto inconsapevoli bambini, hanno subito infortuni e amputazioni.

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