IL “CRICETOMYS GAMBIANUS” ALL’OPERA IN ANGOLA E MOZAMBICO
Tutto
cominciò con un sogno dell’ingegnere belga Bart Weetjgens che, da sempre
interessato ai roditori, fin da piccolo li teneva come animali da compagnia:
anni più tardi scoprì, grazie ad una rivista scientifica, che una particolare
specie è efficacissima nel fiutare gli esplosivi. Questa premessa è necessaria
per parlare sia di due Paesi cari al Diario portoghese come le ex colonie Angola
e Mozambico, notoriamente costellati di pericolosissime mine quale eredità
della lunghe e travagliate guerre civili di cui sono stati teatro, sia
dell’impiego di un roditore come metodo per individuare le mine.
Benché
il nome scientifico di questi roditori sia “cricetomys gambianus” è
comprensibile che siano stati ribattezzati, per riconoscenza, “ratos-heróis”.
Chissà se l’impiego in attività squisitamente umanitarie del mammifero forse
meno amato del mondo, consentirà al topo un riscatto. Va precisato che il
“ratos gigantes do Gambia”, questa la sua denominazione comune, ha delle
caratteristiche particolari sia nell’aspetto sia nel carattere. Lungo da testa
a coda come un procione, pesa fino a 2,8 chili. È molto socievole e di
conseguenza molto facile da addestrare. La ricompensa per aver individuato le
mine nascoste sotto il suolo grazie al suo speciale olfatto, avviene a suon di
noccioline di cui va ghiotto, ma anche di carezze.
É
già dal 2004 che questi ratti sono all’opera in Mozambico grazie all’apporto
finanziario dell’Ong Belga APOPO che aveva iniziato a sperimentare l’idea
di Bart Weetinges nel 1997 trasferendo
la sede principale in Tanzania presso l'Università dell'Agricoltura Sokoine,
mentre in Angola sono approdati in tempi molto più recenti. APOPO opera in
collaborazione con altre organizzazioni internazionali tra cui l’Ong norvegese
APN, la tedesca Menschen gegen Minen e la svizzera Centre for Humanitarian
Demining. Ma vediamo, in cifre, perché l’impiego dei topi è considerato
addirittura più efficace rispetto a quello di personale specializzato munito di
detentori di metallo: una persona impiega un giorno intero per analizzate solo
50 metri quadri di terreno minato, mentre un ratto impiega appena mezz’ora per
testarne 100.
Se
si pensa che nelle due ex colonie portoghesi ci sono km e km di territorio infestato da mine anticarro e antiuomo, il
vantaggio è lampante. Inoltre questo
mammifero è facilmente trasportabile ovunque in apposite gabbiette, si adatta
ad ogni tipo di clima e di suolo e sa fiutare pure le mine non metalliche che
sono sia le più diffuse sia le più insidiose. Ma non basta. C’è un'altra
prerogativa costituita dal suo peso che, inferiore ai tre chili, non fa
scattare la detonazione. Non c’è alcun pericolo, quindi, per l’incolumità del
ratto, a differenza di quanto può accadere a una persona o a un cane,
potenziali vittime della loro opera di sminamento.
Una
buona notizia, questa, pure per gli animalisti e tanta nuova speranza per le
famiglie i cui componenti, soprattutto inconsapevoli bambini, hanno subito
infortuni e amputazioni.
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