Si chiama Ana Paula Maciel - le manifestazioni per chiedere immediata liberazione
C'è anche una
brasiliana tra gli attivisti di Greenpeace arrestati alla fine dello scorso
settembre mentre erano a bordo dell’Arctic Sunrise, la nave rompighiaccio
dell’associazione ambientalista impegnata in un'azione di protesta contro le
trivellazioni nell’Artico russo, e attualmente detenuti nel carcere di Murmansk
con l'accusa di pirateria. Si tratta della biologa 31/enne Ana Paula Alminhana
Maciel che rischia, al pari degli altri, fino a 15 anni di galera. Non c'è da
stupirsi, quindi, se Brasilia e São Paulo figurano tra le 140 città di ben 47
Paesi del mondo, teatro nella giornata di sabato 5 ottobre u.s. di
manifestazioni di solidarietà con gli attivisti arrestati -28 in tutto, di 18
diverse nazionalità, più due videoreporter- di cui hanno chiesto l'immediata
liberazione.
Nonostante i riflettori
mediatici siano stati puntati più sulla manifestazione di Londra, grazie alla
presenza di personaggi noti come l'attore Jude Law, la creatrice di moda
Vivienne Westwood e i musicisti Damon Albarn (Blur) e Paul Simonon (The Clash),
il diario portoghese si concentra ora sulle mobilitazioni svoltesi in Brasile,
in particolare su quella di São Paulo dove è intervenuta anche la famiglia di
Ana Paula, arrivata appositamente da Porto Alegre. Sia per poter descrivere
l'atmosfera della piazza, sia per conoscere meglio la personalità della biologa
attivista ambientalista, il nostro blog si affida a quanto riportato dal sito
ufficiale di Greenpeace Brasil.
Si apprende così che
alcune centinaia di persone si sono date appuntamento al "vão livre do
Masp – Museu de Arte de São Paulo, em plena Avenida Paulista" dove,
vestite di bianco e al suono del maracatu, hanno intonato i “gritos de paz”
esibendo gigantografie di Ana Paola appese alle corde per stendere il bucato."Queremos demonstrar
solidariedade, mas também trazer uma mensagem de paz e alegria”, ha detto
Fernando Rossetti, direttore esecutivo do Greenpeace Brasil, il quale ha
aggiunto: “Uma acusação de pirataria contra um protesto não violento é um grave
precedente contra a liberdade de expressão. Aqueles ativistas estavam lá em
defesa do Ártico e do planeta e agiram de modo pacífico, como sempre fizemos ao
longo dos nossos 40 anos de história.”
Ma chi è Ana Paula?
Laureata in Scienze Biologiche presso l'Università Luterana del Brasile (Ulbra)
di Canoas, Rio Grande do Sul, si è unita a Greepeace come volontaria nel 2006 e
nello stesso anno ha partecipato ad uno stage imbarcandosi proprio sull' Arctic Sunrise,
dove ha fatto l'assistente di cucina:
non sapeva allora che quella nave sarebbe diventata la sua seconda casa. Al
termine dello stage fu invitata infatti dall'equipaggio a continuare a farne
parte. La biologa ha alle spalle diverse esperienze nell'Artico: nel 2010 era a
bordo dell'Esperanza con una spedizione scientifica in cui si documentavano la
biodiversità dell'Artico e l'acidificazione degli oceani. Vi era tornata nel
2012 a raccogliere campioni di ghiaccio, con altri scienziati, in una spedizione tesa ad incrementare la
campagna per trasformare la regione in un santuario ecologico globale.
Rosângela Alminhana,
madre di Ana Paula, la definisce un'attivista dalla culla ("ativista desde
o berço") dichiarando, non senza una punta di orgoglio: "“Ela já
nasceu para ser ativista, é o dom dela. Quando está em casa, não deixa ninguém
usar sacolas plásticas. É um trabalho que faz 24 horas por dia e com muito
prazer." Dal canto loro, gli amici dell'organizzazione fanno notare che il
suo aspetto potrebbe ingannare."Nonostante i capelli rossi, la pelle
chiara e gli occhi azzurri- affermano in un comunicato- Ana Paula è una
brasiliana tipica: comunicativa, simpatica e senza paura del duro lavoro. In
una parola, gaúcha". Sia Greenpeace sia la famiglia Maciel si sono appellati
al Presidente del Brasile Dilma Roussef affinché intervenga nel caso. Un caso
non certo facile dal punto di vista diplomatico, visto che nel mirino delle
proteste dell'Artic Sunrise c'era la piattaforma del colosso energetico statale
russo Gazprom.
Com'è noto, al centro
della protesta di Greenpeace, "attirare l’attenzione sulla lenta ma
inesorabile distruzione dell’Artico. Il ghiaccio si sta sciogliendo e le
compagnie petrolifere - questo l'allarme lanciato- si spostano a nord per
estrarre quei combustibili fossili che contribuiscono alla fusione dei
ghiacci". I legali dell'organizzazione insistono sul fatto che l’azione
dell' Arctic Sunrise è stata una protesta pacifica e legale.
Poiché la nave
sequestrata batte bandiera olandese, nel frattempo il ministero degli Esteri
olandese ha annunciato un'azione legale (una causa di arbitrato al Tribunale
internazionale per la legge del mare, con sede ad Amburgo, in Germania), per
recuperare la nave e liberare gli attivisti.
Per saperne di più:
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