lunedì 7 ottobre 2013

C'è anche una biologa brasiliana tra gli attivisti Greenpeace arrestati in Russia

Si chiama Ana Paula Maciel - le manifestazioni per chiedere immediata liberazione 


C'è anche una brasiliana tra gli attivisti di Greenpeace arrestati alla fine dello scorso settembre mentre erano a bordo dell’Arctic Sunrise, la nave rompighiaccio dell’associazione ambientalista impegnata in un'azione di protesta contro le trivellazioni nell’Artico russo, e attualmente detenuti nel carcere di Murmansk con l'accusa di pirateria. Si tratta della biologa 31/enne Ana Paula Alminhana Maciel che rischia, al pari degli altri, fino a 15 anni di galera. Non c'è da stupirsi, quindi, se Brasilia e São Paulo figurano tra le 140 città di ben 47 Paesi del mondo, teatro nella giornata di sabato 5 ottobre u.s. di manifestazioni di solidarietà con gli attivisti arrestati -28 in tutto, di 18 diverse nazionalità, più due videoreporter- di cui hanno chiesto l'immediata liberazione.
  

Nonostante i riflettori mediatici siano stati puntati più sulla manifestazione di Londra, grazie alla presenza di personaggi noti come l'attore Jude Law, la creatrice di moda Vivienne Westwood e i musicisti Damon Albarn (Blur) e Paul Simonon (The Clash), il diario portoghese si concentra ora sulle mobilitazioni svoltesi in Brasile, in particolare su quella di São Paulo dove è intervenuta anche la famiglia di Ana Paula, arrivata appositamente da Porto Alegre. Sia per poter descrivere l'atmosfera della piazza, sia per conoscere meglio la personalità della biologa attivista ambientalista, il nostro blog si affida a quanto riportato dal sito ufficiale di Greenpeace Brasil.

Si apprende così che alcune centinaia di persone si sono date appuntamento al "vão livre do Masp – Museu de Arte de São Paulo, em plena Avenida Paulista" dove, vestite di bianco e al suono del maracatu, hanno intonato i “gritos de paz” esibendo gigantografie di Ana Paola appese alle corde per stendere il  bucato."Queremos demonstrar solidariedade, mas também trazer uma mensagem de paz e alegria”, ha detto Fernando Rossetti, direttore esecutivo do Greenpeace Brasil, il quale ha aggiunto: “Uma acusação de pirataria contra um protesto não violento é um grave precedente contra a liberdade de expressão. Aqueles ativistas estavam lá em defesa do Ártico e do planeta e agiram de modo pacífico, como sempre fizemos ao longo dos nossos 40 anos de história.”


Ma chi è Ana Paula? Laureata in Scienze Biologiche presso l'Università Luterana del Brasile (Ulbra) di Canoas, Rio Grande do Sul, si è unita a Greepeace come volontaria nel 2006 e nello stesso anno ha partecipato ad uno stage  imbarcandosi proprio sull' Arctic Sunrise, dove ha fatto  l'assistente di cucina: non sapeva allora che quella nave sarebbe diventata la sua seconda casa. Al termine dello stage fu invitata infatti dall'equipaggio a continuare a farne parte. La biologa ha alle spalle diverse esperienze nell'Artico: nel 2010 era a bordo dell'Esperanza con una spedizione scientifica in cui si documentavano la biodiversità dell'Artico e l'acidificazione degli oceani. Vi era tornata nel 2012 a raccogliere campioni di ghiaccio, con altri scienziati,  in una spedizione tesa ad incrementare la campagna per trasformare la regione in un santuario ecologico globale.

Rosângela Alminhana, madre di Ana Paula, la definisce un'attivista dalla culla ("ativista desde o berço") dichiarando, non senza una punta di orgoglio: "“Ela já nasceu para ser ativista, é o dom dela. Quando está em casa, não deixa ninguém usar sacolas plásticas. É um trabalho que faz 24 horas por dia e com muito prazer." Dal canto loro, gli amici dell'organizzazione fanno notare che il suo aspetto potrebbe ingannare."Nonostante i capelli rossi, la pelle chiara e gli occhi azzurri- affermano in un comunicato- Ana Paula è una brasiliana tipica: comunicativa, simpatica e senza paura del duro lavoro. In una parola, gaúcha". Sia Greenpeace sia la famiglia Maciel si sono appellati al Presidente del Brasile Dilma Roussef affinché intervenga nel caso. Un caso non certo facile dal punto di vista diplomatico, visto che nel mirino delle proteste dell'Artic Sunrise c'era la piattaforma del colosso energetico statale russo Gazprom.


Com'è noto, al centro della protesta di Greenpeace, "attirare l’attenzione sulla lenta ma inesorabile distruzione dell’Artico. Il ghiaccio si sta sciogliendo e le compagnie petrolifere - questo l'allarme lanciato- si spostano a nord per estrarre quei combustibili fossili che contribuiscono alla fusione dei ghiacci". I legali dell'organizzazione insistono sul fatto che l’azione dell' Arctic Sunrise è stata una protesta pacifica e legale.
Poiché la nave sequestrata batte bandiera olandese, nel frattempo il ministero degli Esteri olandese ha annunciato un'azione legale (una causa di arbitrato al Tribunale internazionale per la legge del mare, con sede ad Amburgo, in Germania), per recuperare la nave e liberare gli attivisti.

Per saperne di più:


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