sabato 7 dicembre 2013

Addio al poeta mozambicano Virgílio de Lemos (1929-2013)

Il poeta mozambicano Virgílio de Lemos è morto la notte scorsa. Aveva 84 anni. Eduardo Lourenço lo ha definito "um dos incontornáveis pensadores portugueses do século XX". Insieme a José Craveirinha e Rui Knopfli, è stato uno dei nomi di spicco della poesia mozambicana. 

Virgílio de Lemos era nato il 29 novembre 1929 sull'isola di Ibo, in Mozambico. Aveva iniziato a scrivere le prime poesie fra il 1944 e il 1948 e, negli stessi anni, aveva collaborato al Jornal da Mocidade Portuguesa, insieme al fratello Eugénio de Lemos, artista plastico, e al giornalista Guilherme de Melo. Considerato un grande promotore del movimento letterario mozambicano, tra la fine del 1940 e il 1950, Virgílio de Lemos è stato fra i più importanti collaboratori della rivista di poesia Msaho, contemporanea della rivista Négritude di Aimé Cesaire. L'obiettivo principale di Msaho era quello di restituire la giusta dignità alle culture locali mozambicane, elaborando una poetica che rompesse con i modelli letterari imposti dalla colonizzazione. 

Irriverente e vertiginosa, la poesia di Virgílio de Lemos denunciava l'oppressione delle etnie nere mozambicane, combattendo contro la repressione coloniane e sognando la fratellanza fra bianchi e schiavi: 

(...) Ah! tantos desconhecidos mortos      
os que nasceram mais tarde
não hão-de gritar humilhados     
bayete-bayete-bayete
à kapulana vermelha e verde
se subsistirem no tempo
kapulanas de várias cores. (...)
(Duarte Galvão, Lourenço Marques,1954)    

Questa poesia è entrata nella storia della poesia mozambicana, in particolar modo perché costò al poeta un'incriminazione per vilipendio alla bandiera portoghese. Virgilio de Lemos venne successivamente assolto: l'avvocato, Carlos Adrião, riuscì a convincere le autorità del fatto che il rappresentare la bandiera portoghese come una capulana verde e rossa non era un oltraggio, ma, al contrario, una forma di considerazione, giacché nella tradizione mozambicana soltanto le mamanas, le donne di grande rispetto, indossavano la capulana. 

Fra il 1954 e il 1961, partecipò alla resistenza mozambicana, collaborando con O Brado Africano, Tribuna, Notícias e A Voz de Moçambique. Risalgono a questo periodo le poesie del ciclo del Tempo Agreste, firmati da Duarte Galvão, colui che, fra gli eteronimi, rivela maggiormente la preoccupazione per le questioni sociali, i pregiudizi etnici, la miseria e l'ingiustizia. Nel 1960, queste poesie furono pubblicate nell'antologia Poemas do Tempo Presente, successivamente proibita dalla PIDE, organo di censura del regime dittatoriale portoghese. Fra il 1961 e il 1962, Virgílio de Lemos scontò quattordici mesi di prigione con l'accusa di sovversione finalizzata all'indipendenza del Mozambico. Giudicato dal Tribunale Militare, nel 1963, una volta riconquistata la libertà, decise di lasciare il suo paese e di trasferirsi in Francia. 

Fra i suoi eteronimi, oltre a Duarte Galvão, famoso per il suo impegno politico, ricordiamo Lee-Li Yang, poeta dell'erotismo, e Bruno dos Reis, autore di una poesia generazionale. 

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