venerdì 3 gennaio 2014

Lar doce lar: rientrata a casa l’attivista brasiliana di Greenpeace Ana Paula Maciel

Amnistiata dopo quasi 100 giorni di detenzione in Russia, già pensa alla prossima missione



È rientrata in patria sabato 28 dicembre dopo quasi cento giorni di detenzione in Russia, la biologa brasiliana Ana Paula Maciel, amnistiata assieme agli altri 25 attivisti di Greenpeace grazie ai recenti provvedimenti di "clemenza" decisi dal governo del Cremlino. All'arrivo all'aeroporto Guarulhos di São Paulo, prima di ripartire per la sua città (Porto Alegre), è stata accolta con particolare calore non solo da parenti, amici e da membri dell'organizzazione ambientalista, ma anche da una folla di sconosciuti sostenitori.

A darne notizia sono numerosi organi di stampa brasiliani oltre a Greenpeace Brasil che intitola la notizia "Lar doce lar" (casa dolce casa). Come noto, gli attivisti di Grenpeace vennero arrestati dalla guardia Costiera in acque internazionali, mentre protestavano contro la perforazione petrolifera dell'Artico a bordo della "Arctic Sunrise", ancora trattenuta a Murmansk. Accusati dapprima di pirateria rischiando fino a 15 anni di carcere, accusa poi ridotta a vandalismo, devono la loro liberazione ad una imponente mobilitazione internazionale. Ricordiamola in cifre: 800 manifestazioni in 46 Paesi, con migliaia e migliaia di petizioni firmate da cittadini, diplomatici, personalità di spicco e, quanto al Brasile, con l'intervento della stessa Presidente Dilma Rousseff.

Nonostante la stanchezza per il lungo viaggio e la gioia del ritorno a casa, Ana Paula non ha smesso i panni dell'ambientalista a tempo pieno nemmeno al suo arrivo, ricordando che "se la sua esperienza ha avuto un lieto fine, restano tuttavia varie fonti di preoccupazione: per la fusione dell'Artico che prosegue, per la continua riduzione della foresta amazzonica, così come per il costante avvelenamento degli oceani". Convinta che "valga la pena continuare a battersi in favore della del pianeta per questa e per le future generazioni", la biologa non ha risparmiato critiche alla Russia definendo "una vergogna quella di difendere gli interessi delle compagnie petrolifere". Premesso che "tutto quel che è accaduto è stato surreale", si è augurata che "nessun altro Paese cerchi di mettere a tacere la libertà di parola e la protesta pacifica di come la Russia ha fatto".

Pur consapevole dei rischi assunti con la decisione di spendersi in prima persona nella difesa dell'ambiente, Ana Paula non si riposerà a lungo dall'avventura appena attraversata e guarda già alla sua prossima missione: andrà in Nuova Zelanda, con un gruppo un lavoro per la preservazione delle orche. Sembra che, nonostante tre mesi di ansia e di preoccupazione, anche i suoi famigliari abbiano ormai accettato le scelte di Ana Paula. Un segnale chiaro in tal senso lo ha dato proprio suo padre, Jaires Maciel, che la attendeva con un simbolico regalo di benvenuto: una piccola orca di peluche.

Il diario portoghese aveva dedicato un post alla figura della biologa brasiliana in occasione della sua detenzione, il 7 ottobre 2013. Questo il link per rintracciarlo:

http://ildiarioportoghese.blogspot.it/2013/10/ce-anche-una-biologa-brasiliana-tra-gli.html

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