Oggi 72/enne prosegue l'impegno civile come testimonia l'ultimo album
A
parte l'apparizione come ospite d’onore al Festival di Sanremo 2013, Caetano Veloso non fa concerti in Italia da
4 anni: è con particolare emozione che accogliamo pertanto l’ “Abraçaço tour
2014” in arrivo nel nostro Paese. Inserito nell'ambito europeo di una serie di
spettacoli mondiale che a partire dal Brasile abbraccia tutta l'America Latina
per estendersi poi nel Vecchio Continente, il tour riserva questi sei
appuntamenti a casa nostra: il 30 aprile a Torino, il 2 maggio a Padova, il 5 a
Milano, il 7 a Roma, il 9 a Bari e infine il 13 a Sassari.
“Abraçaço”,
termine intraducibile che lascia immaginare un mega abbraccio, prende il nome
dall'ultimo album di inediti lanciato nel 2012 e premiato con il Grammy Award
alla carriera. L’album appartiene alla trilogia ideale iniziata con “Cê” nel
2006 e proseguita con “Zii e Zie” nel 2009. Tutti e tre gli album sono stati
prodotti dal figlio Moreno e suonati con la Banda Cê, un trio di giovanissime
leve brasiliane composto da Pedro Sá (chitarra), Marcelo Callado (batteria),
Ricardo Dias Gomez (basso elettrico).
Che dire ai nostri lettori di Caetano Veloso che
non sia già stato detto? Qualche cenno biografico Il diario portoghese lo aveva
tracciato anche in occasione della “virada do ano” quando, con l'amico di
sempre Gilberto Gil, baiano come lui, aveva festeggiato l'arrivo del 2014 esibendosi sul palco allestito in Praça
Visconde de Cairu dalla Municipalità di Salvador de Bahia. Avevamo ricordato
che Veloso e Gil sono coetanei, essendo entrambi nati nel 1942 ed anche
cofondatori nel 1967 -assieme a Gal Costa, Tom Zé, Rita Lee e al Gruppo Os Mutandes-
del Movimento musical-culturale tropicalista che univa tradizione ed
avanguardia. Proprio l'appartenenza a Tropicália, fortemente osteggiato dalla
dittatura, costò a Veloso e a Gil l'arresto cui seguì l'esilio a Londra nel
1969.
Essendo
passato meno di un mese dal 50/mo anniversario del Golpe Militare in Brasile,
ben si comprende la ragione per cui Alberto Riva nel presentare il tour sul
Venerdì di Repubblica, abbia posto a Caetano Veloso questa domanda che
riproponiamo sul nostro Blog. “Dov’era quella notte dell’1 aprile 1964, se lo
ricorda?” “Ero all'Università, a Salvador insieme ad altri studenti, cercando
di capire - risponde il musicista - come applicare la pedagogia di Paulo
Freire, un filosofo della sinistra cattolica che ammiravo molto. Arrivarono
alcuni studenti -aggiunge- dicendoci di filare a casa. I militari avevano preso
il potere e avrebbero arrestato gente. Il giorno dopo c’erano i carri armati
per le strade e alcuni miei professori furono arrestati”.
L'intervistatore
chiede poi a Veloso come mai in “Abraçaço” abbia reso omaggio a Carlos Marighella,
il principale attivista della Resistenza, perseguitato a lungo e infine ucciso
dal regime. “Perché proprio lui?”, chiede Riva. “È stato un eroe romantico di
sinistra al quale Jorge Amado avrebbe voluto erigere un monumento nel centro di
Salvador - risponde Veloso - e aggiunge: “dopo il ’68 un’amica mi propose di collaborare
logisticamente alla lotta e io accettai, ma fui arrestato prima di poter fare
qualcosa, e non per questo motivo. Ricordo che quando Marighella morì, io e
Gilberto Gil eravamo in esilio a Londra, da dove mandai un articolo in Brasile
su cui c’era scritto ‘Gil ed io siamo morti, lui è più vivo di noi’.”
Tornando
alla musica, alla domanda se esiste sempre l’idea di un disco con canzoni italiane,
la risposta del compositore brasiliano appare piuttosto evasiva. Pur
ammettendo: “Da quando Stefano Bollani (con cui aveva duettato al Festival di
Sanremo lo scorso anno) me lo ha proposto, ogni tanto se ne parla”, Caetano
Veloso chiosa la frase con un imprecisato “vedremo”. Puntini di sospensione
anche sulla curiosità del giornalista circa i brani che verranno eseguiti nei
concerti italiani. “Canterà anche le sue celebri canzoni del passato?, chiede
Riva “Chi verrà mi vedrà come sono ora e ascolterà la musica che faccio oggi,
che io canti classici del mio repertorio o di quello di Michel Jackson”,
replica ermetico il cantautore.
Come
chiudere questo post se non con un assaggio di “Abraçaço”? Eccolo:
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