lunedì 21 aprile 2014

Caetano Veloso: arriva in Italia con “Abraçaço tour 2014” in sei concerti

Oggi 72/enne prosegue l'impegno civile come testimonia l'ultimo album



A parte l'apparizione come ospite d’onore al Festival di Sanremo 2013, Caetano Veloso non fa concerti in Italia da 4 anni: è con particolare emozione che accogliamo pertanto l “Abraçaço tour 2014” in arrivo nel nostro Paese. Inserito nell'ambito europeo di una serie di spettacoli mondiale che a partire dal Brasile abbraccia tutta l'America Latina per estendersi poi nel Vecchio Continente, il tour riserva questi sei appuntamenti a casa nostra: il 30 aprile a Torino, il 2 maggio a Padova, il 5 a Milano, il 7 a Roma, il 9 a Bari e infine il 13 a Sassari.

“Abraçaço”, termine intraducibile che lascia immaginare un mega abbraccio, prende il nome dall'ultimo album di inediti lanciato nel 2012 e premiato con il Grammy Award alla carriera. L’album appartiene alla trilogia ideale iniziata con “Cê” nel 2006 e proseguita con “Zii e Zie” nel 2009. Tutti e tre gli album sono stati prodotti dal figlio Moreno e suonati con la Banda Cê, un trio di giovanissime leve brasiliane composto da Pedro Sá (chitarra), Marcelo Callado (batteria), Ricardo Dias Gomez (basso elettrico).

Che  dire ai nostri lettori di Caetano Veloso che non sia già stato detto? Qualche cenno biografico Il diario portoghese lo aveva tracciato anche in occasione della “virada do ano” quando, con l'amico di sempre Gilberto Gil, baiano come lui, aveva festeggiato l'arrivo del 2014  esibendosi sul palco allestito in Praça Visconde de Cairu dalla Municipalità di Salvador de Bahia. Avevamo ricordato che Veloso e Gil sono coetanei, essendo entrambi nati nel 1942 ed anche cofondatori nel 1967 -assieme a Gal Costa, Tom Zé, Rita Lee e al Gruppo Os Mutandes- del Movimento musical-culturale tropicalista che univa tradizione ed avanguardia. Proprio l'appartenenza a Tropicália, fortemente osteggiato dalla dittatura, costò a Veloso e a Gil l'arresto cui seguì l'esilio a Londra nel 1969.

Essendo passato meno di un mese dal 50/mo anniversario del Golpe Militare in Brasile, ben si comprende la ragione per cui Alberto Riva nel presentare il tour sul Venerdì di Repubblica, abbia posto a Caetano Veloso questa domanda che riproponiamo sul nostro Blog. “Dov’era quella notte dell’1 aprile 1964, se lo ricorda?” “Ero all'Università, a Salvador insieme ad altri studenti, cercando di capire - risponde il musicista - come applicare la pedagogia di Paulo Freire, un filosofo della sinistra cattolica che ammiravo molto. Arrivarono alcuni studenti -aggiunge- dicendoci di filare a casa. I militari avevano preso il potere e avrebbero arrestato gente. Il giorno dopo c’erano i carri armati per le strade e alcuni miei professori furono arrestati”.

L'intervistatore chiede poi a Veloso come mai in “Abraçaço” abbia reso omaggio a Carlos Marighella, il principale attivista della Resistenza, perseguitato a lungo e infine ucciso dal regime. “Perché proprio lui?”, chiede Riva. “È stato un eroe romantico di sinistra al quale Jorge Amado avrebbe voluto erigere un monumento nel centro di Salvador - risponde Veloso - e aggiunge: “dopo il ’68 un’amica mi propose di collaborare logisticamente alla lotta e io accettai, ma fui arrestato prima di poter fare qualcosa, e non per questo motivo. Ricordo che quando Marighella morì, io e Gilberto Gil eravamo in esilio a Londra, da dove mandai un articolo in Brasile su cui c’era scritto ‘Gil ed io siamo morti, lui è più vivo di noi’.”

Tornando alla musica, alla domanda se esiste sempre l’idea di un disco con canzoni italiane, la risposta del compositore brasiliano appare piuttosto evasiva. Pur ammettendo: “Da quando Stefano Bollani (con cui aveva duettato al Festival di Sanremo lo scorso anno) me lo ha proposto, ogni tanto se ne parla”, Caetano Veloso chiosa la frase con un imprecisato “vedremo”. Puntini di sospensione anche sulla curiosità del giornalista circa i brani che verranno eseguiti nei concerti italiani. “Canterà anche le sue celebri canzoni del passato?, chiede Riva “Chi verrà mi vedrà come sono ora e ascolterà la musica che faccio oggi, che io canti classici del mio repertorio o di quello di Michel Jackson”, replica ermetico il cantautore.

Come chiudere questo post se non con un assaggio di “Abraçaço”? Eccolo:




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