Tre mozambicani e un angolano tra i dodici progetti selezionati in concorso.
Il Festival del film di
Locarno, cittadina della Svizzera ticinese affacciata sulle sponde del lago
Maggiore, è ormai un appuntamento tradizionale estivo per i cinefili. Giunto
alla 67/ma edizione - quest’anno in programma dal 6 al 16 agosto - si snoda come di consueto in diverse
sezioni e riserva numerosi riconoscimenti, oltre all’ambitissimo Pardo d’oro
che ne è diventato anche il simbolo. Il diario portoghese ha focalizzato la sua
attenzione su “Open Doors”, il laboratorio di coproduzione del Festival del
film Locarno istituito 12 anni or sono - col sostegno della Direzione dello
sviluppo e della cooperazione (DSC) del Dipartimento federale svizzero degli
affari esteri - allo scopo di appoggiare finanziariamente e lanciare i registi
di una regione del Sud e dell’Est del mondo, il cui cinema indipendente è
fragile.
Questa 12/ma edizione
dal titolo “Open Doors 2014: un altro lato dell'Africa” (9-12 agosto), è
dedicata alle regioni anglofone e lusofone dell’Africa subsahariana. Ci offre
così lo spunto per occuparci di due ex colonie portoghesi di cui si parla poco:
tra i 12 progetti selezionati ne troviamo infatti ben tre realizzati da cineasti
provenienti dal Mozambico e uno dall'Angola. Sono: Aleluia di Zézé Gamboa (Angola), Heart and Fire di Sol de Carvalho (Mozambico), Kula: A Memory in Three Acts di Inadelso Cossa (Mozambico), The Train of Salt and Sugar di Licinio
de Azevedo (Mozambico/Portogallo).
Andiamo a conoscerli
meglio.
Zézé
Gamboa, nato a Luanda nel 1955, dopo aver iniziato a
lavorare per la televisione nazionale del suo Paese dal 1974 al 1980, ha
proseguito la sua esperienza in Francia e in Portogallo per rientrare in Angola
negli anni ’90 dedicandosi con successo ai documentari. Il suo primo film di
finzione O Herói del 2004 prende spunto,
come in generale la sua opera, da fatti accaduti durante la lunga lotta per l’indipendenza.
Aleluia, partendo dal racconto di
quanto realmente vissuto da quattro uomini dispersi in mare per 60 giorni, si
trasforma in una storia universale sulla fragilità umana e sull’incapacità di
controllare gli eventi.
Sol
de Carvalho, fondatore e direttore della società di
produzione di Maputo “Promarte”, lavora dal 1984 per il cinema e la televisione
nazionale mozambicana. Ha prodotto una ventina di documentari impegnati sul
fronte sociale, cinque serie televisive oltre a numerosi corti. Ha vinto una
menzione speciale al FESTin, Festival de Cinema Itinerante da Língua
Portuguesa, per Impunidades Criminosas.
Heart and Fire è un film biografico:
racconta la storia di Navarro, anziano proprietario di uno storico
cinematografo, deciso ormai a cederlo. Non avendo eredi, nel corso delle
trattative per la vendita si trova a vivere, come un dilemma, il contrasto tra
la visione ideale legata al sogno socialista e i metodi corrotti della società
capitalista.
Inadelso
Cossa è video editor presso la televisione indipendente
mozambicana e ha al suo attivo sia la produzione di documentari sia l’insegnamento
in workshop organizzati da festival cinematografici internazionali. Ha lavorato
come direttore della fotografia e assistente di regia. Ha vinto una menzione
speciale al Festival do Filme Etnografico di Recife. In Kula: A Memory in Three Acts, Cossa ha fatto rientrare tre ex
prigionieri politici nella stanza degli interrogatori svolti dalla PIDE
(polizia politica del regime salazariano) nell’intento di ricostruire, 40 anni
dopo, dei fatti storici di cui non restano testimonianze avendo la PIDE
bruciato il compromettente materiale prima dell’Indipendenza.
Licinio de Azevedo,
giornalista nato in Brasile nel 1951, si è trasferito in Mozambico nel 1975
dove è diventato cineasta dopo aver partecipato alla lotta di liberazione.
Cofondatore della casa di produzione Ebano Multimedia di Maputo e regista, ha
al suo attivo una ricca filmografia che comprende 18 opere realizzate tra il
1986 e il 2012. È anche scrittore: infatti ha adattato alla trasposizione cinematografica
il suo romanzo O Comboio de Sal e Açúcar
(The Train of Salt and Sugar, titolo
internazionale) selezionato per Locarno. Ispirata a una vicenda realmente
durante accaduta durante la guerra nel Nord del Mozambico, la storia è stata
totalmente reinventata per volontà dell’autore.
Non sappiamo, alla data
odierna, se e chi tra questi quattro cineasti lusofoni rientrerà - a
conclusione dei quattro giorni del laboratorio “Open Doors” - nella rosa dei
tre premiati. Ecco i premi in palio: il primo, del valore di 50.000 CHF (40.000
EUR circa), è finanziato dall’iniziativa Open Doors in collaborazione con la
Città di Bellinzona e il fondo svizzero di sostegno alla produzione Visions Sud
Est. Il secondo, di 7.000 euro, è offerto dal CNC (Centre national du cinéma et
de l’image animée, Francia), mentre ARTE conferirà il terzo premio, del valore
di 6.000 euro.
Oltre ai tre primi
premi, l’edizione 2014 - informa il comunicato ufficiale del Festival - si
rafforza con l’introduzione di due premi supplementari. Un nuovo partenariato
con il TorinoFilmLab garantirà ad alcuni tra i progetti selezionati
l’accompagnamento alla sceneggiatura e permetterà ad un progetto di partecipare
alla prossima edizione dell’evento torinese. Inoltre, grazie al partenariato
con il Producers Network del Marché du Film di Cannes, altri tre produttori
potranno partecipare alla prestigiosa manifestazione nel 2015.
Poiché tutti i
rappresentanti di ogni progetto (sia esso attualmente in fase di scrittura o di
post-produzione) beneficeranno - sottolineano gli organizzatori - di uno
scambio personale con gli esperti proposti da “Open Doors” che risponda alle
loro necessità specifiche, non si può non concludere questa presentazione con
una nota di ottimismo: per i cineasti delle ex colonie presenti a Locarno si
tratta, comunque vada, di un’ottima occasione per mettersi in luce e per
contattare potenziali co-finanziatori.
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