sabato 30 agosto 2014

Cinema: Brasile e Portogallo strappano prestigiosi premi al Festival di Locarno


Miglior regia al portoghese Pedro Costa, menzione speciale al brasiliano Gabriel Mascaro

 
Non tornano a casa a mani vuote dal Festival del cinema di Locarno 2014, Brasile e Portogallo, in lizza con le loro opere nella sezione internazionale cui concorrevano 17 titoli di tutto il mondo. Anche se il Leopardo d’oro è toccato al filippino Lav Diaz, sia il portoghese Pedro Costa sia il brasiliano Gabriel Mascaro hanno convinto la giuria strappando entrambi un prestigioso riconoscimento. Costa ha ottenuto l’'importantissimo premio per la miglior regia con il film Cavallo Dinheiro, Mascaro si è aggiudicato la menzione speciale della giuria con Ventos de agosto

Cavalo Dinheiro - Pedro Costa
Difficile tradurre l’essenza dei due lavori basandosi sulle sinossi dei rispettivi film. Tentiamo di darne, almeno, un’idea. Cavallo dinheiro porta lo spettatore nell’universo della comunità capoverdiana di Lisbona in un momento particolare: mentre i giovani capitani conducono la rivoluzione nelle strade, la gente di Fontainhas cerca Ventura, un uomo anziano che si è perso nella foresta e al cui cospetto compaiono dei fantasmi. L’umanità di Fontainhas sopravvive alla distruzione del suo quartiere, come un popolo di ombre vaga alla ricerca di un luogo da abitare. Il film è considerato una sorta di poema epico per onorare la memoria di un popolo, anche se poi di fatto ne costruisce la storia, declinandola al presente. Per il direttore artistico del festival, Carlo Chatrian, si tratta di «un film che va visto e rivisto. Un film dove la profondità del progetto riesce a condensarsi in singoli momenti di grande emotività».

Ventos de Agosto - Gabriel Mascaro
Ancora più arduo descrivere in poche parole Ventos de agosto, la cui trama è oltremodo complessa. Ci affidiamo pertanto alle parole dello stesso regista: «Ho iniziato a viaggiare -racconta Mascaro- lungo la costa a sud-est del Brasile, dove ho visto una serie di case distrutte e un cimitero vicino al mare che mi ha colpito molto. Mi ha fatto pensare a come i cadaveri creino una stretta relazione con gli abitanti di un luogo: ciò mi ha portato a riflettere sul rapporto tra morte e vita. Nel film c’è uno strano personaggio che cerca di registrare il suono del vento. Per me è un tentativo di lavorare con gli elementi: vengo dal documentario e in questo film ho cercato sia di raccontare l’impossibile sia di ricostruire la realtà. La mia sfida- aggiunge- era come creare le immagini su qualcosa di invisibile: la forza motrice del vento. Quest’apparente impossibilità ha stimolato il mio interesse». Ecco la motivazione ufficiale del premio: «per il ritratto di una comunità abbandonata e la descrizione di una gioventù che si confronta con la morte, per la sua forma narrativa aperta e per la forza della sua cinematografia, al confine tra il documentario e la finzione».

Vediamo di conoscere meglio i due vincitori. Gabriel Mascaro, classe 1983, si laurea in comunicazione sociale all’Universidade Federal di Pernambuco. Le sue opere, imperniate sul tema della negoziazione dei rapporti di potere, sono presentate al Museo di Arte Contemporanea di Barcellona (MACBA), al Documentary Fortnight del MoMA di New York, a La Casa Encendida di Madrid e in festival internazionali del film quali Rotterdam, Visions du Réel, IDFA, Filmfest München e IndieLisboa. La sua filmografia include i documentari Um Lugar ao Sol (2009), Avenida Brasília Formosa (2010) e Doméstica (2012). Ventos de Agosto è il suo primo lungometraggio di finzione. Pedro Costa, lisbonese classe 1959, nel 1989 realizza il suo lungometraggio d’esordio O Sangue, presentato a Venezia. Il suo secondo film, Casa de Lava (1994), è selezionato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Seguiranno Ossos (1997) e Nella stanza di Vanda (2000), che a Locarno si aggiudica tre riconoscimenti. Juventude em Marcha (2006) è selezionato anch’esso a Cannes, mentre nel 2007 il regista torna a Locarno con Memories, ricompensato con il Premio speciale della giuria e di cui il regista firma l’episodio The Rabbit Hunters. Nel 2009 realizza il documentario Ne change rien, quindi Sweet Exorcism, contributo al film collettivo Centro Histórico (2012).

Le buone notizie da Locarno per i Paesi lusofoni non finiscono qui: Licinio de Azevedo con The Train of Salt and Sugar (Mozambico/Portogallo) è tra i vincitori della  sezione Open doors, il laboratorio di coproduzione del Festival dedicato in questa edizione alle regioni anglofone e lusofone dell’Africa subsahariana. A lui è stato assegnato il premio del valore di 7mila euro offerto da CNC (Centre national du cinéma et de l'image animée). Licinio de Azevedo, giornalista nato in  Brasile nel 1951, si è trasferito in Mozambico nel 1975 dove è diventato cineasta dopo aver partecipato alla lotta di liberazione. Ha al suo attivo una filmografia di ben 18 opere realizzate tra il 1986 e il 2012. È anche scrittore: infatti l’opera premiata è frutto dell’adattamento cinematografico del suo romanzo O Comboio de Sal e Açúcar. Ispirata a una vicenda realmente accaduta durante la guerra nel Nord del Mozambico, la storia è stata totalmente reinventata per volontà dell’autore. 

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