Seguono altri 4 concerti a Fabriano, Cesena, Trieste e Padova
Nello scorso mese di
aprile annunciavamo emozionati sul nostro Blog le tappe italiane del tour di
Caetano Veloso. Con altrettanta gioia festeggiamo ora l'imminente arrivo di un
altro mito della musica brasiliana, nonché amico fraterno di Caetano e bahiano
come lui: Gilberto Gil. Cinque le città italiane che ospiteranno i suoi
concerti, al centro di una tournée portata a spasso per il mondo sotto il
titolo "Solo Tour 2014": sarà a Roma all'Auditorium della
Conciliazione il 24 ottobre, il 26 a Fabriano nell’ambito della rassegna
"Fabriano Musica", l’8 al Teatro Verdi di Cesena per la rassegna
"Acieloaperto", l'1 novembre al Teatro Rossetti di Trieste e infine
il 6 novembre al Gran Teatro Geox di Padova.
Se il concerto di
Veloso faceva seguito alla pubblicazione dell’album “Abraçaço” da cui prendeva
anche il nome, quello di Gil segue l’uscita dell’album “Gilbertos Sambas” avvenuta
nel maggio 2014 con cui l’artista ha voluto rendere omaggio al suo “maestro”
João Gilberto in modo minimalista e struggente, impreziosito dalla presenza del
figlio Bem e di Moreno e Veloso, figlio di Caetano. Il sodalizio tra i due cofondatori
del movimento musical-culturale tropicalista viene ribadito anche sulle note di
copertina dell'album in cui Caetano scrive: «Ascoltare Gil che suona
João significa entrare in contatto con l’avventura stessa della nostra musica e
della nostra vita».
Cosa dire di Gilberto
Gil che non sia ancora stato detto e che i nostri lettori già non sappiano?
Quasi impossibile. Limitiamoci quindi a pescare, fior da fiore, alcuni momenti
della sua lunghissima storia dal suo sito ufficiale. Nella scena da 49 anni,
Gil ha un ruolo chiave nel processo di modernizzazione della musica popolare
brasiliana, mai disgiunto dall’impegno sociale e politico, abbracciando nella
sua opera di cantautore temi di scottante attualità che gli costano durante la
dittatura prima l’incarcerazione, poi l’esilio a Londra assieme a Veloso. La
forzosa assenza interrompe la popolarità acquisita nel suo Paese, costruita a
partire dal ’64 e rafforzata un anno dopo grazie al suo trasferimento da
Salvador de Bahia a São Paulo, culminando con l'incisione del suo primo album “Louvação”.
Tuttavia, quando nel 1972 torna in Brasile già famoso in Europa dove ha inciso
dischi in cui ha inserito anche un po’ del “beat” nel frattempo imparato, ecco
che ritrova le sue radici “samba”.
A quel punto i giochi
sono fatti e per Gil, come per altri cantautori brasiliani che gli sono affini,
inizia un’escalation di successi locali e mondiali. Basti pensare che la sua
carriera musicale vanta otto Grammy Award e una vendita complessiva di oltre
cinque milioni di copie per i suoi 57 album. Parallelamente, il suo mai sopito
impegno sociale trova riconoscimento nel “Premio Unesco artisti per la pace” che
gli viene assegnato nel 1999. Ma non basta: il presidente Lula da Silva nel
2003 lo nomina Ministro della Cultura, ruolo che Gil svolge fino al 2008 quando
decide di lasciare l’incarico perché lo distoglie troppo dalla sua amata
musica.
Nello stesso anno
pubblica l’album “Banda larga Cordel” confermando il suo coinvolgimento
irreversibile con le nuove regole dell'universo “bits and bytes”, tema che lo
affascina da una trentina d’anni. Per chiudere questo brevissimo ritratto di un
artista davvero unico nel suo genere e pregustando il suo prossimo arrivo in
Italia, citiamo quanto ha scritto il critico americano del New Yorl Times Jon
Pareles dopo aver assistito per la prima volta all'esibizione di un suo “solo-show”:
«Gilberto
Gil solo sul palco alla Carnegie Hall sembrava che avesse una band fantasma
nella sua voce e nelle sue dita”.
Il miracolo, vogliamo
scommetterci, si ripeterà.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento