lunedì 20 ottobre 2014

Gilberto Gil: arriva in Italia con "SOLO TOUR 2014” - debutta a Roma il 24 ottobre



Seguono altri 4 concerti a Fabriano, Cesena, Trieste e Padova 


  
Nello scorso mese di aprile annunciavamo emozionati sul nostro Blog le tappe italiane del tour di Caetano Veloso. Con altrettanta gioia festeggiamo ora l'imminente arrivo di un altro mito della musica brasiliana, nonché amico fraterno di Caetano e bahiano come lui: Gilberto Gil. Cinque le città italiane che ospiteranno i suoi concerti, al centro di una tournée portata a spasso per il mondo sotto il titolo "Solo Tour 2014": sarà a Roma all'Auditorium della Conciliazione il 24 ottobre, il 26 a Fabriano nell’ambito della rassegna "Fabriano Musica", l’8 al Teatro Verdi di Cesena per la rassegna "Acieloaperto", l'1 novembre al Teatro Rossetti di Trieste e infine il 6 novembre al Gran Teatro Geox di Padova.

Se il concerto di Veloso faceva seguito alla pubblicazione dell’album “Abraçaço” da cui prendeva anche il nome, quello di Gil segue l’uscita dell’album “Gilbertos Sambas” avvenuta nel maggio 2014 con cui l’artista ha voluto rendere omaggio al suo “maestro” João Gilberto in modo minimalista e struggente, impreziosito dalla presenza del figlio Bem e di Moreno e Veloso, figlio di Caetano. Il sodalizio tra i due cofondatori del movimento musical-culturale tropicalista viene ribadito anche sulle note di copertina dell'album in cui Caetano scrive: «Ascoltare Gil che suona João significa entrare in contatto con l’avventura stessa della nostra musica e della nostra vita».

Cosa dire di Gilberto Gil che non sia ancora stato detto e che i nostri lettori già non sappiano? Quasi impossibile. Limitiamoci quindi a pescare, fior da fiore, alcuni momenti della sua lunghissima storia dal suo sito ufficiale. Nella scena da 49 anni, Gil ha un ruolo chiave nel processo di modernizzazione della musica popolare brasiliana, mai disgiunto dall’impegno sociale e politico, abbracciando nella sua opera di cantautore temi di scottante attualità che gli costano durante la dittatura prima l’incarcerazione, poi l’esilio a Londra assieme a Veloso. La forzosa assenza interrompe la popolarità acquisita nel suo Paese, costruita a partire dal ’64 e rafforzata un anno dopo grazie al suo trasferimento da Salvador de Bahia a São Paulo, culminando con l'incisione del suo primo album “Louvação”. Tuttavia, quando nel 1972 torna in Brasile già famoso in Europa dove ha inciso dischi in cui ha inserito anche un po’ del “beat” nel frattempo imparato, ecco che ritrova le sue radici “samba”.


A quel punto i giochi sono fatti e per Gil, come per altri cantautori brasiliani che gli sono affini, inizia un’escalation di successi locali e mondiali. Basti pensare che la sua carriera musicale vanta otto Grammy Award e una vendita complessiva di oltre cinque milioni di copie per i suoi 57 album. Parallelamente, il suo mai sopito impegno sociale trova riconoscimento nel “Premio Unesco artisti per la pace” che gli viene assegnato nel 1999. Ma non basta: il presidente Lula da Silva nel 2003 lo nomina Ministro della Cultura, ruolo che Gil svolge fino al 2008 quando decide di lasciare l’incarico perché lo distoglie troppo dalla sua amata musica.

Nello stesso anno pubblica l’album “Banda larga Cordel” confermando il suo coinvolgimento irreversibile con le nuove regole dell'universo “bits and bytes”, tema che lo affascina da una trentina d’anni. Per chiudere questo brevissimo ritratto di un artista davvero unico nel suo genere e pregustando il suo prossimo arrivo in Italia, citiamo quanto ha scritto il critico americano del New Yorl Times Jon Pareles dopo aver assistito per la prima volta all'esibizione di un suo “solo-show”: «Gilberto Gil solo sul palco alla Carnegie Hall sembrava che avesse una band fantasma nella sua voce e nelle sue dita”.

Il miracolo, vogliamo scommetterci, si ripeterà.

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