Il popolare sondaggio di Porto Editora giunto alla sua sesta edizione
È “corrupção” la palavra do ano
2014 in Portogallo. Una parola di facile comprensione ad ogni latitudine del mondo,
ma evidentemente molto sentita anche nel Paese caro al nostro Blog, tanto da
venire votata dal 25% dei 22.000 che hanno partecipato alla tradizionale
iniziativa di Porto Editora, giunta alla sua sesta edizione. Quello con la palavra do ano è un appuntamento
divenuto popolare in Portogallo dove la casa editrice Porto è considerata una
sorta di patrimonio linguistico tramite la diffusione dei suoi vocabolari, noti
sotto il nome di Infopédia e diffusissimi nella versione on-line, strumento
indispensabile per chiunque studi o pratichi la lingua portoghese.
Nell’annunciare il risultato, ecco come Porto Editora definisce la
parola eletta nel 2014: «Corrupção é um “nome feminino”, de origem
latina, corruptione. Significados: “1. Acto ou efeito de corromper ou
corromper-se; 2. Decomposição física de alguma coisa; putrefação; 3.
Modificação das características originais de algo, adulteração; 4. Figurado:
acto de corromper moralmente; perversão; 5. Estado do que é corrompido; 6. Uso
de meios ilícitos para obter algo de alguém; suborno». La scelta caduta su corrupção
non ha stupito più di tanto gli organizzatori del sondaggio che così la
giustificano: «Os vários casos de suspeita de corrupção que foram sendo conhecidos ao
longo do ano passado, e a consequente atenção dada pelos media que alimentou
debates e conversas, terão influenciado a escolha feita pelos portugueses».
Corrupção ha battuto “xurdir”, seconda classificata col 22%. Questo
termine riflette efficacemente il sentire comune diffuso nei Paesi in crisi
economico-occupazionale, visto che nell’accezione comune significa «lutar pela vida, trabalhar sem descanso». Da notare che questo termine è ritornato da
poco d’attualità, ripescato da antiche usanze soprattutto regionali poiché appartiene
alla “língua mirandesa” parlata nel Nordest del Paese. Internazionale invece la
parola terza classificata, con uno scarto minimo di voti rispetto a “xurdir”,
anch’essa intorno al 22% circa. Si tratta di “selfie”, ovvero l’ossessivo
autoritratto scattato dagli smartphone e fatto circolare in rete sia da vip sia
da anonimi cittadini.
Fortissimo invece lo scarto di voti per tutte le altre sette parole in
lizza, rimaste al di sotto del 10%. Andiamo per ordine: “basqueiro” (8%) termine
informale sinonimo di “grande ruído ou agitação”, seguita da “ébola” col 6%,
spauracchio di contagio temuto in larga parte dell’Occidente negli ultimi mesi.
Più insolito il termine piazzatosi al sesto posto col 5% “cibervadiagem” che
indica un fenomeno in costante aumento, vale
a dire “a vadiagem on-line feita durante o horário de trabalho ou
escolar”. Non ha bisogno di traduzioni invece “jihadismo” (4%) circolato e
temuto non meno di ebola. Pari merito al 3% si sono attestate le parole “banco”,
“gamificação” e “legionela” (3%). Se banca e legionella non necessitano di
spiegazioni, vale la pena soffermarsi invece su “gamificação”, termine
decisamente moderno in quanto si riferisce all’utilizzo del meccanismo tipico
dei giochi, estremamente diffusi in rete, da parte delle aziende che riescono ad
ottenere in tal mondo maggiori risultati commerciali.
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento