Edito da Tunué, lo adatta Marino Magliani e lo illustra Marco d’Aponte, la prefazione è di Paolo Di Paolo
Non
sia mai che al diario portoghese sfugga una qualunque uscita legata al nome e
all’opera di Antonio Tabucchi. La presentazione del suo romanzo più amato in
versione graphic novel, avvenuta nell’imminenza delle scorse festività anche
perché ben si adattava ad una strenna natalizia, non è passata inosservata agli
occhi del nostro Blog che seppure in ritardo ne dà conto. Stiamo parlando di Sostiene Pereira pubblicato da Tunué
nella Collana Prospero’s Books, in elegante edizione cartonata di 144 pagine in
bianco e nero, 17 cm x 24.
La
stessa idea di una traduzione a fumetti del romanzo “cult”, già immortalato
nella sua versione cinematografica firmata da Roberto Faenza, ci è apparsa
coraggiosa. Abbiamo pertanto cercato di saperne di più e in
questo ci ha illuminato quanto scritto da Paolo Di Paolo che di Tabucchi fu amico
senza mai smettere di considerarlo il suo maestro. A lui infatti è stata
affidata la prefazione del libro nonché la recensione dello stesso, uscita sul
Venerdì di Repubblica del 12-12-2014. Prima di
citare le sue parole, di rigore segnalare che l’adattamento del romanzo è di
Marino Magliani, affermato scrittore e traduttore che vive in Olanda (Amsterdam è una farfalla, uno dei suoi
libri più noti), mentre le illustrazioni sono del pittore e disegnatore
torinese Marco D’Aponte (Tazio Nuvolari
e Quattro giorni per non morire solo
due esempi tra le sue precedenti opere).
«Un grande romanzo dall'indimenticabile atmosfera:
qualcosa che ti resta incollato addosso alla prima lettura. Questa versione
grafica riesce ad afferrarla, con un Pereira opportunamente diverso da quello a
cui prestò il volto Mastroianni nel film di Roberto Faenza». Già in queste poche righe Paolo Di Paolo laurea a
pieni voti la versione a fumetti del romanzo, sul cui titolo svela un
particolare forse sconosciuto ai più riferendo che nel manoscritto originale,
esposto a Parigi, fa effetto vedere il segno di penna con cui lo scrittore
cancella un iniziale «Secondo Pereira...» per sostituirlo con la trovata felice
di «Sostiene». Il riferimento è alla Mostra tenutasi a Parigi in occasione
della donazione degli archivi dello scrittore italiano-portoghese alla
Bibliothéque Nationale de France, voluta dalla vedova di Tabucchi, Maria José
de Lancastre.
Di
Paolo ha approfondito quanto espresso nella sua prefazione parlandone a
Fahrenheit, la trasmissione di radio3 dedicata i libri, nella puntata del 5
gennaio u.s. assieme a Magliani e D’Aponte i quali hanno contribuito al
dibattito rivelando dettagli interessanti. Marino Magliani ha detto di aver
incontrato Tabucchi in un pubblico evento nel 2008 e di aver iniziato a
conversare con lui sul modo in cui entrambi trattavano il tema del tempo nei
rispettivi romanzi. Poi avevano iniziato a scriversi e l’idea del progetto di
una versione graphic novel era piaciuta al vincitore del Premio Campiello '94
che ne aveva anche visionato alcune bozze prima della morte avvenuta nel 2012.
Al libro ha collaborato il figlio Michele inviando del materiale iconografico.
Magliani ha detto di essersi attenuto scrupolosamente ai testi, conscio che
Mastroianni non dovesse costituire un modello poiché «solo nella trasposizione cinematografica si può
essere più liberi di inventare»,
a quanto dichiarato da Tabucchi stesso in un’intervista.
Maggiore
libertà creativa se l’è potuta concedere Marco D’Aponte, sbizzarrendosi
soprattutto sui colori e sulle loro intensità, ma anche sulle figure che via
via si evolvono, quella di Pereira in primis. L’impatto iniziale è con il cielo
azzurro, più volte citato nel testo («di un nitore che quasi feriva gli occhi»), che deve essere azzurrissimo mentre nelle pagine
seguenti assume le più varie colorazioni e si fa più scuro. L’uso della
soluzione pittorica secondo il disegnatore è fondamentale e ne fa alcuni
esempi. I capelli rossi di Marta che tanto avevano colpito Pereira cambiano
sfumatura fino ad assumere quasi un’aura. I militari portoghesi che pattugliano
la città si trasformano in figure inquietanti, in teschi. Per meglio rendere i
poliziotti che irrompono in casa dove trovano Monteiro Rossi ricorre al bianco
e nero. Infine, l’ultima pagina, quando il protagonista parte
contemporaneamente all’uscita del quotidiano col suo necrologio-denuncia del
regime, è tutta azzurra senza distinzione tra cielo e terra. E quando Pereira
esce di scena, non è più quel placido personaggio tratteggiato all'inizio, ma
si è trasformato anche fisicamente perché nel frattempo ha assunto vita
propria. Secondo Paolo di Paolo, D’Aponte
è stato «molto
bravo nel restituire a Pereira un’immagine molto consentanea alle note dell’autore,
distaccandosi dal corpo di Mastroianni».
Torniamo
al tema del tempo citato nella prefazione e molto sentito da Di Paolo, al punto da affermare: «Quello di Tabucchi è un libro sul tempo. All’uscita
in Italia, vent’anni fa, i detrattori lo attaccarono come «un libro bugiardo
sul rapporto fra letteratura e potere» che alludeva al presente (e alla discesa
in campo di Berlusconi). Non era così. Basterebbe mettere in fila alcuni titoli
di Tabucchi per capire: «Il
tempo stringe, Si sta facendo sempre più tardi, Tristano muore, Il tempo
invecchia in fretta».
Nel corso della trasmissione radiofonica ha aggiunto che quello
di Tabucchi è anche un romanzo sulla morte, tanto più che Pereira stava
leggendo un saggio sull’immortalità dell’anima. L’idea del binomio tempo-morte
come cifra che caratterizza il romanzo è condivisa -ha ricordato Di Paolo-
anche dallo scrittore britannico Julian Barnes (autore molto amato di Livelli di vita e de Il senso di una fine) il quale riferendo
di aver ricevuto Sostiene Pereira in
regalo da un amico lo definisce, appunto, un libro sul tempo e sulla morte. «Lo dice -rafforza di Paolo- con una nettezza che non
lascia dubbi».
Efficacissime,
al riguardo, le righe della prefazione in cui si descrive così l’incontro del
protagonista coi due attivisti politici: «Come un vento che scompiglia le carte sulla
scrivania, quelle due giovinezze scuotono la vecchiaia di Pereira» e si cita testualmente il loro appello «La smetta
di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro». «Pereira è ancora in tempo», conclude Di Paolo. Qui l’allusione è al potenziale
avvicinamento del pubblico più giovane al romanzo che, a 20 anni dalla sua
uscita e diventato ormai un classico della letteratura recente, resta
attualissimo. «Sono
sempre favorevole al riuso dei classici -ha dichiarato via radio lo scrittore- è bellissimo
che siano toccabili e che un ventenne possa accostarsi magari dapprima col
graphic novel, poi al romanzo perché passa per quell’atmosfera e ne viene
conquistato».
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