sabato 17 gennaio 2015

Tabucchi: dopo 20 anni "Sostiene Pereira" si trasforma anche in graphic novel e può attrarre lettori giovani

Edito da Tunué, lo adatta Marino Magliani e lo illustra Marco d’Aponte, la prefazione è di Paolo Di Paolo


Non sia mai che al diario portoghese sfugga una qualunque uscita legata al nome e all’opera di Antonio Tabucchi. La presentazione del suo romanzo più amato in versione graphic novel, avvenuta nell’imminenza delle scorse festività anche perché ben si adattava ad una strenna natalizia, non è passata inosservata agli occhi del nostro Blog che seppure in ritardo ne dà conto. Stiamo parlando di Sostiene Pereira pubblicato da Tunué nella Collana Prospero’s Books, in elegante edizione cartonata di 144 pagine in bianco e nero, 17 cm x 24.

La stessa idea di una traduzione a fumetti del romanzo “cult”, già immortalato nella sua versione cinematografica firmata da Roberto Faenza, ci è apparsa coraggiosa. Abbiamo pertanto cercato di saperne di più e in questo ci ha illuminato quanto scritto da Paolo Di Paolo che di Tabucchi fu amico senza mai smettere di considerarlo il suo maestro. A lui infatti è stata affidata la prefazione del libro nonché la recensione dello stesso, uscita sul Venerdì di Repubblica del 12-12-2014.  Prima di citare le sue parole, di rigore segnalare che l’adattamento del romanzo è di Marino Magliani, affermato scrittore e traduttore che vive in Olanda (Amsterdam è una farfalla, uno dei suoi libri più noti), mentre le illustrazioni sono del pittore e disegnatore torinese Marco D’Aponte (Tazio Nuvolari e Quattro giorni per non morire solo due esempi tra le sue precedenti opere).

«Un grande romanzo dall'indimenticabile atmosfera: qualcosa che ti resta incollato addosso alla prima lettura. Questa versione grafica riesce ad afferrarla, con un Pereira opportunamente diverso da quello a cui prestò il volto Mastroianni nel film di Roberto Faenza». Già in queste poche righe Paolo Di Paolo laurea a pieni voti la versione a fumetti del romanzo, sul cui titolo svela un particolare forse sconosciuto ai più riferendo che nel manoscritto originale, esposto a Parigi, fa effetto vedere il segno di penna con cui lo scrittore cancella un iniziale «Secondo Pereira...» per sostituirlo con la trovata felice di «Sostiene». Il riferimento è alla Mostra tenutasi a Parigi in occasione della donazione degli archivi dello scrittore italiano-portoghese alla Bibliothéque Nationale de France, voluta dalla vedova di Tabucchi, Maria José de Lancastre.

Di Paolo ha approfondito quanto espresso nella sua prefazione parlandone a Fahrenheit, la trasmissione di radio3 dedicata i libri, nella puntata del 5 gennaio u.s. assieme a Magliani e D’Aponte i quali hanno contribuito al dibattito rivelando dettagli interessanti. Marino Magliani ha detto di aver incontrato Tabucchi in un pubblico evento nel 2008 e di aver iniziato a conversare con lui sul modo in cui entrambi trattavano il tema del tempo nei rispettivi romanzi. Poi avevano iniziato a scriversi e l’idea del progetto di una versione graphic novel era piaciuta al vincitore del Premio Campiello '94 che ne aveva anche visionato alcune bozze prima della morte avvenuta nel 2012. Al libro ha collaborato il figlio Michele inviando del materiale iconografico. Magliani ha detto di essersi attenuto scrupolosamente ai testi, conscio che Mastroianni non dovesse costituire un modello poiché «solo nella trasposizione cinematografica si può essere più liberi di inventare», a quanto dichiarato da Tabucchi stesso in un’intervista.

Maggiore libertà creativa se l’è potuta concedere Marco D’Aponte, sbizzarrendosi soprattutto sui colori e sulle loro intensità, ma anche sulle figure che via via si evolvono, quella di Pereira in primis. L’impatto iniziale è con il cielo azzurro, più volte citato nel testo («di un nitore che quasi feriva gli occhi»), che deve essere azzurrissimo mentre nelle pagine seguenti assume le più varie colorazioni e si fa più scuro. L’uso della soluzione pittorica secondo il disegnatore è fondamentale e ne fa alcuni esempi. I capelli rossi di Marta che tanto avevano colpito Pereira cambiano sfumatura fino ad assumere quasi un’aura. I militari portoghesi che pattugliano la città si trasformano in figure inquietanti, in teschi. Per meglio rendere i poliziotti che irrompono in casa dove trovano Monteiro Rossi ricorre al bianco e nero. Infine, l’ultima pagina, quando il protagonista parte contemporaneamente all’uscita del quotidiano col suo necrologio-denuncia del regime, è tutta azzurra senza distinzione tra cielo e terra. E quando Pereira esce di scena, non è più quel placido personaggio tratteggiato all'inizio, ma si è trasformato anche fisicamente perché nel frattempo ha assunto vita propria. Secondo Paolo di Paolo,  D’Aponte è stato «molto bravo nel restituire a Pereira un’immagine molto consentanea alle note dell’autore, distaccandosi dal corpo di Mastroianni».

Torniamo al tema del tempo citato nella prefazione e molto sentito da Di Paolo, al punto da affermare: «Quello di Tabucchi è un libro sul tempo. All’uscita in Italia, vent’anni fa, i detrattori lo attaccarono come «un libro bugiardo sul rapporto fra letteratura e potere» che alludeva al presente (e alla discesa in campo di Berlusconi). Non era così. Basterebbe mettere in fila alcuni titoli di Tabucchi per capire: «Il tempo stringe, Si sta facendo sempre più tardi, Tristano muore, Il tempo invecchia in fretta». Nel corso della trasmissione radiofonica ha aggiunto che quello di Tabucchi è anche un romanzo sulla morte, tanto più che Pereira stava leggendo un saggio sull’immortalità dell’anima. L’idea del binomio tempo-morte come cifra che caratterizza il romanzo è condivisa -ha ricordato Di Paolo- anche dallo scrittore britannico Julian Barnes (autore molto amato di Livelli di vita e de Il senso di una fine) il quale riferendo di aver ricevuto Sostiene Pereira in regalo da un amico lo definisce, appunto, un libro sul tempo e sulla morte. «Lo dice -rafforza di Paolo- con una nettezza che non lascia dubbi».


Efficacissime, al riguardo, le righe della prefazione in cui si descrive così l’incontro del protagonista coi due attivisti politici: «Come un vento che scompiglia le carte sulla scrivania, quelle due giovinezze scuotono la vecchiaia di Pereira» e si cita testualmente il loro appello «La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro». «Pereira è ancora in tempo», conclude Di Paolo. Qui l’allusione è al potenziale avvicinamento del pubblico più giovane al romanzo che, a 20 anni dalla sua uscita e diventato ormai un classico della letteratura recente, resta attualissimo. «Sono sempre favorevole al riuso dei classici -ha dichiarato via radio lo scrittore- è bellissimo che siano toccabili e che un ventenne possa accostarsi magari dapprima col graphic novel, poi al romanzo perché passa per quell’atmosfera e ne viene conquistato».

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