domenica 8 febbraio 2015

Artisti portoghesi in mostra a Venezia con “Within light / Inside glass. Un’intersezione tra arte e scienza”

Organizzata da Vicarte (Lisbona) è ospitata a Palazzo Loredan dall’8 febbraio al 19 aprile 2015



Iniziative di collaborazione fra Italia e Portogallo sono sempre le benvenute per il nostro Blog. Quella di cui ci occupiamo ora è davvero particolare, in quanto si inserisce nell’ambito dell’Anno internazionale della Luce proclamato per il 2015 da Onu e Unesco con l’intento di rendere i cittadini del mondo consapevoli dell’importanza della luce e delle tecnologie ad essa collegate per il loro futuro. Parliamo di una mostra organizzata e promossa da Vicarte – l’unità di ricerca “Vetro e Ceramica per le Arti” con sede presso la Facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università Nuova di Lisbona – ospitata dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia, nella sua antica sede di Palazzo Loredan, affacciata su Campo Santo Stefano. In programma dall’8 febbraio al 19 aprile prossimi, la mostra si intitola “Within light / Inside glass. Un’intersezione tra arte e scienza”.

Dal titolo stesso si intuisce che l’Anno Internazionale della luce non è occasione riservata esclusivamente agli scienziati, come si potrebbe invece supporre visto che la cerimonia d’apertura svoltasi a Parigi il 19 gennaio u.s. era affollata di premi Nobel per la Fisica – da Ahmed Zewail a William Phillips, da Serge Haroche a Zhores Alferov – e pure l’inaugurazione italiana svoltasi a Torino il 26 gennaio u.s. è stata affidata al premio Nobel per la fisica Wolfagang Ketterle. In verità, il tema della luce ha affascinato da sempre, oltre agli scienziati, anche filosofi e artisti. Ed è proprio agli artisti che si rivolge la Mostra veneziana, affidando loro uno specifico tema: la luce, il vetro e la loro interazione di carattere artistico e tecnico-scientifico.

Cerchiamo di capire in che modo tale interazione si realizzi, affidandoci al comunicato ufficiale diffuso dagli organizzatori che così descrivono l’opera degli artisti: col loro lavoro esplorano le reciproche influenze tra i due elementi luce e vetro, da un punto di vista formale e concettuale. Usando il neon o la luce naturale, il vetro borosilicato per micro e macro sculture, le tecniche tradizionali di Murano o le nuove tecnologie, la fotografia, la pittura e il disegno, la luminescenza e la trasparenza, gli artisti animeranno gli spazi della sede dell’Istituto Veneto con interessanti sperimentazioni. Dei 15 artisti internazionali invitati a esporre le loro opere nelle sale della biblioteca di Palazzo Loredan, ben quattro sono portoghesi. Si tratta di Diogo Navarro, Fernando Quintas, Armanda Duarte e Teresa Almeida. Vediamo di fare la loro conoscenza tramite una piccola biografia, divulgata in occasione della Mostra.

Diogo Navarro è interessato soprattutto a esprimere le potenzialità pittoriche di altri materiali. Le sue opere su tela o tavola si compongono come degli assemblage materici, in cui la luce è spesso protagonista. Grumi di pittura esplodono come lampi, metallo e vetro riflettono la luce esterna che diventa parte dell’opera. Fernando Quintas è interessato al rapporto tra pittura e tridimensionalità. Nelle sue opere,di frequente sculture in vetro, interviene con il colore e gioca con la luce per creare un cortocircuito tra volumi e superfici. Il dialogo con l’architettura e l’ambiente circostante è un elemento ricorrente nella sua ricerca.
L’universo artistico di Armanda Duarte è il quotidiano. Le sue opere, sempre ridotte e discrete dal punto di vista dimensionale e visivo, sono piccoli racconti, frammenti di realtà apparentemente insignificanti. I materiali poveri sono spesso i suoi preferiti perché con la loro discrezione privano l’opera d’arte di spettacolarità. Teresa Almeida è una giovane artista e designer interessata a esplorare il rapporto tra arte e tecnologia. Attualmente lavora con il vetro luminescente, per la ricostruzione di forme estetiche a partire dalla distruzione ambientale. Suoi interessi principali sono la tecnologia, l’artigianato, l’ecologia, la sostenibilità e il design per l’empowerment e l’innovazione sociale.

Tutto portoghese pure lo staff di Vicarte che coordina il progetto, costituito da António Pires de Matos, Isabel Silveira Godinho e Andreia Ruivo. Ma cos’è e cosa fa la lisbonese Vicarte? Premesso che si tratta dell’unità di ricerca su vetro e ceramica applicata alle arti realizzata in partnership tra la Facoltà di Scienze Tecnologiche e quella di Belle Arti dell’Università di Lisbona, lasciamo che si autopresenti attraverso le note diramate per l’occasione: «La ricerca presso Vicarte collega il presente con il passato, lo sviluppo di nuove possibilità per il vetro, la ceramica e l’arte contemporanea. Qui si approfondiscono le pratiche tradizionali di produzione e lavorazione del vetro, così come i nuovi approcci teorici e pratici per l’applicazione dello studio dei materiali alla produzione artistica». 

Quanto alla realtà che ospita la mostra, cioè l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti è un’Accademia, apprendiamo che «ha come finalità l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti. Promuove e realizza progetti di ricerca scientifica anche collaborando con altre Accademie, Università, Scuole di studi superiori e Centri di ricerca, a livello sia nazionale sia internazionale». Per non essere tacciati di eccessiva partigianeria non tralasciamo di citare infine tutti gli altri artisti invitati alla Mostra: Mika Aoki (Giappone), Enrico Tommaso De Paris (Italia), Veronica Green (Nuova Zelanda), Alan Jaras (Inghilterra), Anna-Lea Kopperi (Finlandia), Richard Meitner (Olanda), Éric Michel (Francia), Silvano Rubino (Italia), Elisabeth Scherffig (Germania), Cesare Toffolo (Italia) e Robert Wiley (USA).

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