Occhi su Heliópolis di Machado a Piazza Grande e su Garoto di Bressane fuori concorso
Folta e significativa
presenza di cineasti brasiliani e portoghesi al prossimo Festival del film di
Locarno, giunto quest’anno alla 68/ma edizione. Già lo scorso anno Il diario
portoghese aveva curiosato nel ricco programma dell’importante rassegna
elvetica, scandagliando le varie sezioni per individuare, appunto, la
partecipazione di esponenti della cinematografia lusofona. L’appuntamento
estivo nella cittadina medievale affacciata sulle sponde del Lago Maggiore ai
piedi delle Alpi ticinesi, che quest’anno va dal 5 al 15 di agosto, è assurto
ormai al gotha delle rassegne internazionali di cinema e particolarmente apprezzato
dai cinefili più raffinati. Il solo fatto di venire selezionati e approdare a
Locarno è di per sé un riconoscimento, una medaglia al merito indipendentemente
da un premio finale, il più prestigioso dei quali consiste nel caratteristico
pardo d’oro, simbolo del Festival.

Non meno attenzione
viene riservata a Cosmos, inserito
nella sezione “Concorso Internazionale”: benché dietro la macchina da presa del
film ci stia il regista polacco di culto Andrzej Zulawski e la storia sia
basata sull’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz, si tratta di un lungometraggio
marcatamente portoghese. La coproduzione franco-portoghese si deve infatti al
lisbonese Paulo Branco e il film è stato girato interamente tra Sintra, Mafra e
Covilhã. Pure il cast non ammette dubbi sulla nazionalità, basti citare Ricardo
Pereira, António Simão e Victoria Guerra.A presiedere la sezione
“Cineasti del presente” è il regista brasiliano Júlio Bressane, di cui
parleremo più avanti anche per il progetto speciale fuori concorso che ha
curato. Tra i film a concorso in questa sezione segnaliamo Olmo e Gaivota (Olmo &
the Seagull), in prima mondiale. Si tratta del secondo lavoro della regista
brasiliana Petra Costa, affiancata per l’occasione dalla danese Lea Glob in una
coproduzione mista tra Brasile, Danimarca, Portogallo e Francia.
La sezione “Pardi di
domani” dedicata ai cineasti promettenti include i due cortometraggi brasiliani
História de uma pena di Leonardo
Mouramateus e O teto sobre nós di
Bruno Carboni, oltre ai due portoghesi Maria
do mar di João Rosas (vincitore della competizione nazionale “Curtas Vila
do Conde” 2015) e O que resta di Jola
Wieczorek. Benché quest’ultimo sia frutto di una coproduzione
Austria-Portogallo e per di più firmato da una regista polacca, a giudicare
dalla sinossi pubblicata sul programma ufficiale, si presenta come
squisitamente portoghese. Leggiamola insieme: «Che fine fanno i ricordi, le
esperienze dei membri di una famiglia quando la casa che abitano viene
svuotata, venduta? Attraverso i carteggi di un simbolico nucleo familiare
portoghese emerge la storia dell’ultimo secolo di un paese ricco di cultura,
contraddizioni e drammi, che rischiano di perdersi, un pezzo di mobilio per
volta».
Fitta di presenze
lusofone pure la sezione fuori concorso dedicata agli shorts, con ben tre prime
internazionali: Noite sem distância
di Lois Patino (Portogallo/Spagna) riaccende la memoria su un paesaggio nelle
montagne di Gerês, al confine tra Portogallo e Galizia, dove per secoli si è
praticato il contrabbando; The glory of
filmmaking in Portugal (A Glória de
Fazer Cinema em Portugal) di Manuel Mozos (Portogallo) ci riporta al 1929 e
indaga sulla lettera, rimasta misteriosa, inviata dallo scrittore portoghese
José Régio a Alberto Serpa in cui esprimeva il suo desiderio di fondare una
casa di produzione e dedicarsi alla realizzazione di film; Undisclosed recipients di Sandro Aguilar (Portogallo) è senza dialoghi
e dalla sinossi criptica che recita «prima e dopo quel secondo bacio».

Conclusa la carrellata
sulla partecipazione di cineasti appartenenti alla cultura di cui si occupa il
nostro Blog, doveroso rendere omaggio al Festival del film Locarno che, lungo i
suoi 68 anni di storia, ha saputo conquistarsi un posto di primo piano nel
panorama delle grandi manifestazioni cinematografiche offrendo una
programmazione eclettica. Geograficamente situato al crocevia di tre grandi
culture europee (italiana, tedesca e francese), con il suo vasto pubblico
multiculturale, il Festival di Locarno rappresenta un trampolino di lancio per
nuovi film provenienti da tutte le parti del mondo, nonché un’occasione d’incontro
fra talenti emergenti e nomi già prestigiosi.
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