Si celebra sia il poeta dai molti eteronimi sia l’avvento del modernismo portoghese-brasiliano
Sono trascorsi 80 dalla
scomparsa di uno dei più rappresentativi poeti, narratori e aforisti del XX
secolo. Il 30 novembre 1935 moriva infatti all’Hospital de São Luís dos
Franceses di Lisbona Fernardo Pessoa,
dopo essere stato ricoverato d’urgenza per una pancreatite acuta. Nato nella
capitale portoghese il 13 giugno 1888, aveva solo 47 anni. Certi che Pessoa
-come i suoi celeberrimi eteronimi Álvaro de Campos, Ricardo Reis e Alberto
Caeiro- siano arcinoti ai lettori del nostro Blog, con questo post ci limitiamo
a rendergli un riconoscente omaggio. Non mancano le iniziative per ricordarne
la figura e l’opera. Un’opera vastissima e celebre a livello mondiale
soprattutto grazie proprio agli eteronomi, protagonisti indiscussi della sua
narrazione letteraria: oltre a quelli più noti sopra citati e all’altrettanto
noto semi eteronimo Bernardo Soares, dallo studio dei suoi innumerevoli
manoscritti ritrovati (“un baule pieno di gente”, per dirla con Tabucchi)
sembra essere emerso un numero di cosiddetti “fittizi” intorno ai 130 e
destinato forse ad aumentare via via che si approfondirà la ricerca.
Indipendentemente dal
numero degli eteronimi, la peculiarità di Pessoa resterà impressa nella storia
della letteratura per una capacità senza eguali di vivere sia la propria vita
sia molteplici vite immaginarie, tanto che il suo traduttore e ammiratore
Antonio Tabucchi nella prefazione al libro “Una sola moltitudine” -Volume I/mo
(Adelphi 1979) si chiede addirittura: “E se Fernando Pessoa avesse finto di
essere Fernando Pessoa? Le prove -continua- non le avremo mai”. “Credo che
Pessoa -aggiunge ancora Tabucchi- sia il personaggio più straordinario della
letteratura. Su di lui regnerà sempre il mistero, un mistero tanto più grande
quanto più lo sentiamo vicino a noi, eppure così lontano, inarrivabile”.
Quanto all’anniversario
della morte, va detto che quest’anno la commemorazione è amplificata dalla
coincidenza col 100/mo anniversario della nascita della rivista “Orpheu”, di
cui Pessoa fu una prestigiosa firma assieme ad altri poeti di spicco come Mário
de Sá-Carneiro, Alfredo Pedro Guisado, Armando Côrtes-Rodrigues, Ângelo de Lima
e Raul Leal. Collaboratore prezioso della rivista fu anche lo scrittore-pittore
Almada Negreiros. Nonostante la sua brevissima vita -ne uscirono solo due
numeri- “Orpheu” lasciò un’impronta intellettuale molto forte iniziando quel
movimento modernista portoghese-brasiliano che riuniva letterati e artisti noto
sotto il nome, appunto, di “Geração de Orpheu”.
Fra le celebrazioni
promosse nel mondo lusofono, quelle su cui ci concentriamo benché per la sua
statura l’autore portoghese sia conosciuto e omaggiato in ogni dove, da
segnalare che la Fondazione Saramago assieme alla Casa Fernando Pessoa ha
organizzato a Lisbona un programma itinerante di letture in strada oltre a
performance teatrali al Teatro São Luiz e al Teatro da Cornucopia nel Bairro.
Il giorno 30, ingresso libero alla Casa che porta il suo nome. Voluta dalla
Câmara Municipal de Lisboa e inaugurata nel 1993, la Casa è situata in campo de
Ourique, il bairro dove il poeta
trascorse gli ultimi 5 anni. Vero e proprio centro culturale grazie a
biblioteca ricca di 1200 titoli, auditorium, sale espositive in cui sono
raccolti oggetti personali e d’arredo appartenuti a Pessoa ora patrimonio
municipale, la Casa -leggiamo sul sito ufficiale- si presenta a chiunque venga
a visitarla come “um pequeno universo polivalente” e la sua stessa architettura
trasporta il visitatore nel “labirinto pessoano”.
Tra gli oggetti di culto
della cui vista possono godere i suoi ammiratori: la macchina da scrivere, il
comò, numerosi blocchi di appunti e i famosi occhiali da cui non voleva mai
separarsi come testimoniano i suoi ritratti. Non a caso, altra forte attrazione
per gli appassionati è il suo celeberrimo ritratto realizzato da Almada
Negreiros nel 1954, di forte significato simbolico in quanto congiunge
idealmente i due esponenti della “Geração de Orpheu”. Per i 100 anni della “revista
extinta e inextinguível” -come recita la presentazione delle celebrazioni- il
quadro è stato ricollocato in uno spazio privilegiato, in modo da poter
osservato in ogni suo dettaglio, da ogni punto di vista.
Non meno sentito è il
duplice anniversario in Brasile dove tra le numerose iniziative ci hanno
colpito sia l’esposizione internazionale “Nós, os de Orpheu” nell’ambito della
11/ma edizione di “Fliporto – Festa Literário Internacional de Pernambuco” di
Olinda dedicata specificamente alla
portata di rinnovamento culturale della rivista, sia la Mostra allestita
nel Museu do Estado de Pernambuco (MEPE) di Recife intitolata “Fernando Pessoa
– uma coleção”. Questa mostra costituisce un’occasione rara per i visitatori in
quanto viene esposta la collezione personale dell’avvocato e scrittore
pernambucano José Paulo Cavalcanti, autore del volume “Fernando Pessoa - Uma
Quase Autobiografia” (Editora Record, 2011) con cui si è aggiudicato il
prestigioso Prêmio Jabuti 2012 nella categoria autobiografie.
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