lunedì 23 settembre 2013

Tabucchi: avrebbe compiuto 70 anni mentre sale l'attesa per l'imminente uscita dell'inedito

festeggiamolo al "tavares" di lisbona, dove era diretto nell'incipit del  romanzo


"Non ero mai stato al Tavares, in tutta la mia vita. Il Tavares è il ristorante più lussuoso di Lisbona, ci sono specchi ottocenteschi e sedie di velluto, si mangia cucina internazionale ma anche la cucina portoghese tipica, però sistemata in modo delicato, per esempio tu ordini vongole e maiale, come si fa in Alentejo, e loro te lo cucinano come se fosse un piatto parigino, così almeno mi avevano detto. Ma io non ci ero mai stato, ne avevo solo sentito parlare. Presi un autobus fino all' Intendente. La piazza era piena di puttane e di magnaccia." ...

Interrompiamo qui bruscamente la fluente narrazione di Antonio Tabucchi soffermandoci su queste primissime battute tratte dall'incipit di "Per Isabel. Un mandala" (Feltrinelli, pagg. 128, euro 13) che l'Editore ha concesso di anticipare a Repubblica (vedi sezione Cultura - 19 settembre u.s.), nell'imminenza dell'uscita del romanzo postumo prevista per il 9 ottobre prossimo. Se si pensa che proprio oggi il grande autore avrebbe compiuto 70 anni, essendo nato a Pisa il 23 settembre del 1943, appare chiaro come tale pubblicazione assuma anche un connotato celebrativo rilevante.

Mentre montano le attese e si affollano indiscrezioni circa la genesi e i contenuti del libro inedito, alla cui uscita seguiranno fior di recensioni miste ai ricordi degli amici che Tabucchi contava anche tra i colleghi scrittori, noi del diario portoghese preferiamo restare ancora un po' "alla finestra". Anziché indagare sulla figura di Isabel e degli altri protagonisti dell'ennesima creazione letteraria uscita dalla genialità del più portoghese tra gli autori italiani, ci fermiamo così alle primissime righe, da cui siamo stati folgorati.
Leggendole, la prima reazione è stata: il Tavares? Perché mai cominciare un romanzo citando un ristorante? E ancora: ma davvero una celebrità del calibro di Tabucchi non ci aveva mai messo piede, non aveva mai cenato là? Questi interrogativi ci hanno spinti ad avvicinarci al celebre ristorante, vuoi nell'illusione di entrarci idealmente in compagnia dello scrittore, vuoi nella speranza di condividere coi nostri lettori il fascino di un posto tra i più illustri di Lisbona. Premesso che difficilmente il Tavares può passare inosservato a chiunque, aggirandosi nel Quartiere Bairro Alto & Chiado passi davanti al numero 35 di Rua da Misericórdia, ci è venuta la curiosità di saperne di più.

Abbiamo quindi appurato che con più di duecento anni di esistenza, è uno dei ristoranti più antichi del Portogallo e uno dei più antichi al mondo: fondato nel 1784, viene considerato una pietra miliare nella storia della città di Lisbona. Ecco come lo descrive la Guida Michelin: "emblematico, tanto per la sua eleganza quanto per l'antichità, il ristorante, dispone di un bell'ingresso e di una sala in stile regio, con grandi specchi, bellissime dorature e lampadari classici. Cucina d'autore elaborata a partire da solide basi  tradizionali". Basteranno le immagini della facciata e degli interni del Tavares, oltreché di qualche invitante specialità del menu, ad appagarci?

Consapevoli che le foto ci lasceranno comunque a bocca asciutta, ci consoliamo riprendendo il filo del racconto di Tabucchi che avevamo interrotto. L'incipit del nuovo libro così prosegue:

"Era la fine del pomeriggio, ero in anticipo. Entrai in un vecchio caffè che conoscevo, un caffè con biliardi, e mi misi a guardare il gioco. C'era un vecchietto senza una gamba che giocava appoggiato a una stampella, aveva gli occhi chiari e i capelli crespi e bianchi, faceva birilli come se bevesse un bicchier d'acqua, ripulì tutti i presenti e poi si sedette su una sedia e si dette un colpetto sul ventre come se stesse per digerire. Amico, vuoi giocare?, mi chiese. No, risposi io, con te perderei sicuramente, se vuoi possiamo giocarci un bicchierino di Porto, ho bisogno di un aperitivo, ma se preferisci te lo offro volentieri. Lui mi guardò e sorrise. Hai un accento strano, aggiunse, sei straniero? Un po' , risposi. Da dove vieni?, chiese. Dai dintorni di Sirio, dissi io. Non conosco questa città, replicò lui, a che paese appartiene? Al Cane Maggiore, dissi io. Bah, fece lui, con tutti i paesi nuovi che ci sono ora nel mondo. Si grattò la schiena con la stecca del biliardo. E come ti chiami?, chiese. Mi chiamo Waclaw, risposi, ma questo è solo il nome di battesimo, per gli amici sono Tadeus. Lui perse l'aria di diffidenza e fece un largo sorriso. Ma allora sei battezzato, disse, dunque sei cristiano, sono io che ti offro da bere, cosa prendi? Dissi che prendevo un Porto bianco e lui chiamò il cameriere. Ho capito cosa ti manca, continuò l'omino, ti manca la donna, una bella donna africana di diciotto anni, costa poco, è quasi vergine, è arrivata da Capo Verde ieri. No, grazie, dissi io, fra poco devo andarmene, cercherò di prendere un taxi, stasera ho un appuntamento importante, non ho tempo per le ragazze in questo momento".




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